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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Nel carrello della spesa
    Costume e società

    Nel carrello della spesa

    Cristina ObberBy Cristina Obber30/10/2012Updated:21/06/2014Nessun commento4 Mins Read
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    di Cristina Obber

    Poso le mie cose sulla corsia mobile: melanzane, pasta, tè bianco e zucchero di canna.

    La cassiera ha due occhi grandi che colpiscono, occhi tondi su un viso tondo, di pelle liscia e gote arrossate. Potrebbe essere la mamma di Haidi. Di certo ha meno di trent’ anni.
    Si sta lamentando con la cliente che mi precede per come si comporta il direttore.
    I nostri sguardi si incrociano e ci ritroviamo a parlarne in tre.
    Riassunto delle puntate precedenti:
    A marzo ha partorito una bambina e a giugno è rientrata perchè la maternità facoltativa – 400 euro al mese- non se la può permettere. A luglio è andata in direzione e ha chiesto di non fare ferie ad agosto, perchè ha anche un altro figlio di cinque anni e – Si sa, in autunno i bambini si ammalano facilmente, meglio avere delle ferie da consumare per stare a cas a-.
    Il direttore le dice Va bene, e lei lavora tutto il mese di agosto, mentre suo marito si prende cura dei bimbi.
    Di che si lamenta oggi, questa giovane mamma?
    Del fatto che giovedì e venerdì è dovuta rimanere a casa, perchè il grande aveva la febbre alta.
    Il direttore?
    – E’ scocciato, me lo fa pesare. Non mi assicura che mi pagano come ferie questi due giorni. Magari poi mi dice di sì, però ti sembra di chiedere chissacchè -.
    Il bimbo non è ancora guarito, ma oggi ci può pensare la nonna. Il papà no, sta in fabbrica fino alle sei. Anche per lui il congedo parentale prevede il 30% dello stipendio e poi – Di questi tempi meglio non chiedere – dice lei, non si sa mai.
    Certo, non si sa mai, di questi tempi meglio tenerselo stretto il posto di lavoro.

    I prodotti scorrono sulla corsia mobile e lei è lì, che lavora con l’ansia della risposta, come se non bastasse la preoccupazione per la febbre che sale e che scende,  per le corse da fare a fine turno e “speriamo che non si ammala anche la piccola”.
    Alza le spalle: – Tanto valeva che mi facevo le ferie se ogni volta quello si rimangia la parola. Era un accordo solo a voce, però…–

    Aperta parentesi: Il tasso di natalità oggi è 1,2 –perché un paese cresca deve essere circa 2,5 – e dobbiamo ringraziare i flussi di immigrazione se la popolazione non precipita.
    Il welfare è tutto sulle spalle delle donne, ai bambini ci  pensano le madri, le madri delle madri, le madri dei padri.
    Mentre nel Nord Europa gli uomini hanno il congedo parentale per i papà retribuito all’ 80% se non anche al 100%, e quello di paternità, alla nascita, è obbligatorio per parecchie settimane. In Francia è di 15 giorni, da noi di un giorno soltanto (i due aggiuntivi solo in caso di giustificati problemi della madre – legge Fornero giungo 2012).
    Così in Italia, con la crisi che avanza, le donne rischiano di lasciare i posti di lavoro agli uomini, perchè per cultura siamo portati a pensare che il genere maschile tra pannolini e fornelli si sentirebbe perduto e allora, di fronte a un unico posto di lavoro a disposizione, faremo largo a quel che rimane dell’ antico guerriero affinchè non cada in crisi di identità. Chiusa parentesi.

    Mi porto a casa la spesa e la rabbia. Mi rimane dentro quel Però!
    Quell’ accordo sulla parola e quel viso tondo, quel sospiro, quell’alzata di spalle.
    Mi chiedo che uomo c’è dietro al godimento di questo direttore nell’esercitare il suo misero potere, dietro a questa violenza psicologica su una giovane donna che cerca solo di barcamenarsi tra i ruoli che vuole giustamente interpretare, lavoratrice, madre, persona leale.
    Vi chiedo:
    Un accordo tra le parti non si suggella più attraverso una stretta di mano?
    O c’è una lealtà di genere? Se fosse stato un patto con un papà il direttore lo avrebbe rispettato senza inutilmente infierire?
    E la lealtà conta ancora qualcosa o è stata sepolta con i diritti, la civiltà, la speranza di poter costruire anziché demolire una famiglia?

     

     

    congedo parentale crisi donna lavoro maternità PARI OPPORTUNITÀ violenza di genere
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    Cristina Obber
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    Cristina Obber è nata a Bassano del Grappa il 9 novembre 1964. Iscritta all’ Ordine dei giornalisti, ha collaborato per cinque anni con un quotidiano vicentino. Nel 2008 ha pubblicato “Amiche e ortiche” con Baldini Castoldi Dalai, affresco dolce-amaro dell’amicizia al femminile. Nel 2012 ha pubblicato un libro sulla violenza sessuale, "Non lo faccio più" ed. Unicopli che ha dato vita ad un progetto scuole e al blog nonlofacciopiu.net. Nel 2013 ha pubblicato per Piemme editore il libro Siria mon amour, storia vera di una 16enne italo-siriana che si è ribellata ad un matrimonio combinato. Nel biennio 2009-2010 ha pubblicato con Attilio Fraccaro editore “Primi baci” e “Balilla e piccole italiane”, due libri in cui ha raccolto ricordi del primo bacio e ricordi del mondo della scuola nella prima metà del novecento. Collabora con Dol’s, il sito delle donne on line da svariati anni. Si occupa di tematiche legate ai diritti. Il 25 novembre 2011, giornata internazionale contro la violenza sulla donna, esce il suo primo e-book dal titolo La ricompensa (edito da Emma books), che si apre con una citazione di Lenny Bruce: La verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere. Il suo ultimo libro è ''L'altra parte di me’’, edito da Piemme, una storia d’amore tra adolescenti lesbiche.

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    Caterina Della Torre

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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
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Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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