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    Home»Lettere dalla Redazione»Da dove ricominciare?
    Lettere dalla Redazione

    Da dove ricominciare?

    DolsBy Dols17/10/20122 commenti3 Mins Read
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    da ”redazione di dols”

    Pubblichiamo questa lettera inviata al nostro ”magazine”, consce dell’importanza che riveste per il mittente del messaggio. Sono avvenimenti che accadono frequentemente nella nostra società e nel bene o nel male c’è sempre qualcuno che soffre.

    Vi chiediamo di dire la vostra su questo caso. Le vostre parole verrano lette dall’intestataria della mail.


    ”Puo’ essere una storia, puo’ essere cronaca e’ vita reale e forse ho sbagliato anche indirizzo visto che avete quello in cui chiedete di raccontare una storia, quella personale Ma questo e’ piu’ un “articolo” di una donna comune, che della sua vita potrebbe scrivere un libro e che per l’ennesima volta, sta ricominciando d’accapo e non sa da dove cominciare..

    Separata di fatto,in attesa di ricevere il patrocinato gratuito,alla merce’ di un marito pazzo ma lucido(schizofrenia paranoica) che l’ha messa spalle al muro con minacce, persecuzione, offese,finche’ qualcuno s’e’ accorto che la cosa era grave. E’ andata via da quella casa,da quel luogo ostile,in cui era sempre stata l’estranea,anche quando ha preso un piccolo negozio,che sia per il marito, che per la crisi ha chiuso..E’ tornata a casa dei suoi,a 37 anni quasi,con due figli piccoli e senza un lavoro,cercando un lavoro che non esce.Il marito si culla nella separazione di fatto, non le passa soldi, ma ogni tanto compra qualcosa per i figli,non lavora o forse si? Lei non lo sa.

    Si sente in trappola, in una famiglia che continua a voler decidere della sua vita e di un marito che la tiene sotto scacco(un po come fa la sua famiglia,che la sostiene ecomicamente).Non puo’ avviare subito la separazione perche’ non si puo’ permettere un avvocato,quindi in attesa che quello indicatole possa assisterla a spese dello stato.Non ha spazi suoi,ne momenti suoi..tutti a chiedere a scrutare a voler sapere,ma senza comprendere.Non puo’ urlare il dolore che sente,non puo’ neanche odiare il marito,perche’ questo farebbe male ai suoi figli e lei vuole e deve tutelarli e fargli avere la minima speranza di un padre.La cosa allucinante in tutto questo e’ che non puo’ neanche dire la verita’ su suo marito,uomo colto con una laurea e una bella e “precisa” presenza..

    La sua e’ una malattia lucida,che porta quasi nel baratro, tra bugie ,chiusura emozionale e alla fine crollo totale. Nel suo delirio quest’uomo cerca di far impazzire la moglie: umiliandola,ferendola verbalmente, ignorandola, inveendo persino contro una creatura non ancora nata; tutto questo avviene in silenzio, a bassa voce, perche’ lui e’ lucido, deve far sentire lei che urla. La gente deve dire “lei urlava, lui sembra cosi’ calmo”..allora sta in silenzio la donna, e’ meglio non portare in tribunale tutto questo:il dolore che lei ha sentito, la paura di quegli occhi cosi’ cattivi,di quegli atti verso il figlio(sempre in privato),delle minacce,delle volte in cui lui diceva “siete un peso,mi avete rovinato la vita…”..la legge raramente fa il suo dovere lei lo sa. Lo si sente tutti i giorni,alla fine chi perde sono quasi sempre le donne e i figli..meglio far finta che tutto va bene… meglio far credere che lei e’ dai suoi perche’ stanca, perche’ il marito non lavora e magari prendersi anche la colpa..

    Non importa basta che tutto questo finisca,che lui non le uccida piu’ l’anima,non le tolga piu’ il sorriso o la speranza, come non deve toglierla ai figli.

    La sua vita deve ricominciare!!! Ma senza un lavoro,senza una sua casa,un suo spazio,senza soldi come deve ricominciare?!

    Ricomincera’, non si quando ma ricomincera’!”

    ricominciare
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    2 commenti

    1. ernesto sichera on 18/10/2012 08:33

      non è una storia come tante altre, è una storia che si ripete quotidianamente nei meandri familiari di questa ovattata società italica che tende sempre più a smorzare, tacitare, negare il minimo diritto alla vita, all’esistenza, alla pari dignità.
      storie come queste si ripetono quotidianamente dove l’orco di turno, il padre-padrone o il marito-padrone o poco importa, applica la legge non scritta ma osservata, primeggiare, annullare la personalità, tacitare la voce del dissenso.

      in una società italiota ipocrita che porta avanti il concetto, discriminatorio, delle quote rosa, come se il diritto si dovesse riconoscere con il contagocce, non so fino a quanto questo caso verrebbe inserito nelle questioni da risolvere delle quote rosa…

      Reply
    2. Lina on 18/10/2012 22:19

      Leggendo questa lettera, mi rendo conto che siamo molte di più di quello che sembra. Forse io sono stata un pochino più fortunata nella fase di separazione, non certo nella vita coniugale. Mi sposai negli anni ottanta, fresca di diploma superiore. Fidanzamento di un anno e mezzo, dato che lui lavorava e faceva il pendolare, decidemmo di non aspettare ancora. Durante il fidanzamento sembrava un uomo con idee moderne, parlavamo tanto dell’università e lui mi disse che non ci sarebbero stati problemi, visto anche che saremmo andati a vivere a due passi da un ateneo di una grande città. Ci sposammo a gennaio e in estate iniziai a parlargli dell’iscrizione universitaria, ebbe una reazione furibonda, cercai di calmarlo e di convincerlo, ma non ci fu nulla da fare. Non avendo un mio stipendo non potei iscrivermi e per il quieto vivere ho lasciato perdere. Rimasi incinta del primo figlio e subito dopo il parto ha iniziato a pretendere rapporti sessuali, da quel giorno le violenze sessuali sono state la regola, per lui era un assolvimento del mio dovere di moglie. Quando mio figlio iniziò l’asilo gli dissi che mi sarebbe piaciuto trovare un lavoro anche part time. Altra reazione anomala: si offese dicendo che per lui era come se lo ritenessi incapace di sostenere economicamente la famiglia. Anche quella volta cercai di farlo ragionare, spiegandogli che oltre ad essere un mio desiderio, sarebbero stati soldini in più per la famiglia. Nulla da fare. Non avevo nemmeno un auto e lui mi disse che non avrebbe badato al bambino qualora avessi trovato un impiego. Lontana dalla mia famiglia e senza la sua collaborazione, mi sono arresa a fare la casalinga fulltime. Nacque il secondo figlio e lui peggiorò. Alle violenze sessuali si aggiunsero quelle psicologiche e economiche. Mi aveva comprato una vecchia fiat uno ma la benzina doveva farla lui, mi dava i soldi contati per la spesa, non avevo accesso al conto corrente. Lui era un impiegato delle forze dell’ordine e all’esterno sembrava una pasta d’uomo, si trasformava in mostro appena varcava la soglia di casa. Per tutti ero considerata una donna fortunata perchè avevo sposato un brav’uomo con uno stipendio dignitoso, per tutti non avevo nulla di cui lamentarmi. Gli ultimi anni prima della separazione mi ero ridotta pelle e ossa, pesavo 46 chili. Anche nel mio caso nessuno ha mai sentito le sue urla, perchè lui era molto subdolo colpiva in silenzio. Quando mi obbligava ai ‘doveri coniugali’ non potevo urlare il dolore che provavo perchè i bimbi dormivano nella stanza accanto, mi vergognavo di dire in giro che mi maltrattava, che non potevo comprare quasi nulla senza il suo permesso, ecc. Stava iniziando anche la tattica dello smentire cose che aveva detto un minuto prima, dicendo che non li aveva detti e che me l’ero immaginati, ma dopo qualche mese ho capito l’antifona e gli chiedevo il permesso per le varie cose in presenza dei figli, almeno avevo la conferma che non stavo diventando una pazza immaginaria. Anche con i figli non è mai stato un padre presenta, non li ha mai accompagnati dal barbiere per tagliare i capelli, li portavo io inventandomi scuse del tipo che era sempre al lavoro, invece era a casa davanti alla tv o a dormire sul divano, perchè con i turni che aveva lavorava 3 giorni e poi era a riposo. La mia famiglia ha fatto finta di non capire che stavo male, non volevano prendersi questo peso di sobbarcarsi di nuovo me con la prole. Un giorno non ce la feci più e ho detto BASTA, era il 7 marzo 2005. Sarà stato istinto di sopravvivenza, non lo so. Andai da un avvocato e iniziai le pratiche di separazione con gratuito patrocinio. Lui mi tolse subito le chiavi dell’auto e io con sollievo iniziai a dormire sul divano. Andò via di casa solo dopo una settimana della prima udienza di separazione, il 16 luglio, solo perchè il giudice mi affido in esclusiva i figli e il diritto di abitazione della casa per via dei figli. Con l’ìassegno di mantenimento ce la siamo cavati (per mia fortuna era uno stipendiato pubblico) e siamo più sereni. Lui continua a crearmi ogni tipo di problemi e a darmi della mantenuta, ma non importa, se mi avesse lasciata lavorare si sarebbe rispramiato il mio mantenimento. Se mi avesse davvero amata e rispettata, forse saremmo ancora insieme. Adesso ho un compagno che ha avuto tanta pazienza e tanto amore, visto le violenze che ho subito non è stato facile fidarmi di un uomo, anche se certe ferite ti rimangono dentro per sempre. Con i miei figli ha un rapporto splendido e loro lo adorano. Ci sono voluti tanti anni e tanto coraggio, ma alla fine sono uscita dalla prigione e mi sono liberata dal marito/mostro silenzioso.
      p.s. ho dimenticato di aggiungere che il marito/mostro,dopo la mia richiesta di separazione, ha sparso la voce tra parenti e conoscenti, che avevo l’amante e che lui non voleva separarsi perchè mi amava tanto!!

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