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    Home»Vie e disparità»Donne e toponomastica: una strada in salita?
    Vie e disparità

    Donne e toponomastica: una strada in salita?

    DolsBy Dols23/08/2012Updated:27/08/2012Nessun commento5 Mins Read
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    di Claudia Antolini

    Friuli-Venezia Giulia: Toponomastica femminile

    Se vogliamo immergerci nella memoria storica e culturale delle città che ospitano alcune fasi della nostra vita, niente di meglio di una passeggiata con il naso all’insù cercando di scorgere i nomi delle vie che percorriamo. Girandoci attorno, scopriamo scrigni di avvenimenti legati alla realtà locale e percorriamo una galleria d’esposizione delle personalità più autorevoli ed esemplari di grandi personaggi, scienziati, poeti, condottieri, martiri di ogni causa. In mezzo a tante storie si ha l’impressione che qualcosa non torni: abbiamo una nutrita schiera di eroi “al maschile”, ma il manipolo di donne nei nomi delle nostre strade è molto esiguo.

    In Friuli-Venezia Giulia la ricerca di Toponomastica femminile è attiva in tutte le province. Le risposte da parte delle amministrazioni sono accurate, sebbene in alcuni casi si facciano un po’ attendere e l’interesse verso l’iniziativa è abbastanza alto.
    A Staranzano (GO) il gruppo ha partecipato nella giornata del 21 agosto scorso a un dibattito sulla presenza femminile nel movimento partigiano nell’ambito del workshop “Strategies to resist”, organizzato dall’associazione culturale Dobialab. Il culmine della giornata è stato raggiunto con la doppia intitolazione simbolica di alcune vie, già dedicate a partigiani, e ora anche a figure femminili attive durante la Resistenza italiana (in particolar modo personalità del territorio friulano), a voler “sfidare” una memoria quasi totalmente androcentrica, con l’aggiunta di nomi meno conosciuti ma ugualmente influenti nel movimento. Sono state scelte per l’intitolazione partigiane combattenti e una delle Madri Costituenti, nonché prima donna presidente della camera: Nilde Iotti. La nostra proposta, in collaborazione con Dobialab e l’ANPI, è di estendere l’iniziativa ad altre località della Regione.

    Vediamo la situazione dei dati raccolti provincia per provincia, a partire dal capoluogo, Trieste.
    Per ragioni storiche il territorio provinciale è molto ristretto; unito alla preziosa collaborazione della Consigliera di Parità provinciale Gabriella Taddeo e al lavoro costante di Tania Grimaldi, presidente del Comitato Pari Opportunità della città di Trieste, nell’ambito del gruppo, questa provincia è già stata completamente censita con dati ufficiali, evidenziando una presenza femminile intorno al 2%, un dato più basso della media nazionale del 4% circa. Analizziamo le intitolazioni del capoluogo più in dettaglio: le 28 intitolazioni, a fronte di 1.305 vie in totale, si riferiscono in grande prevalenza a personaggi religiosi, ben 16 sono infatti dedicate a sante e madonne. Seguono, con discreta distanza, 5 figure storiche, 2 benefattrici, 2 letterate e 3 doppie intitolazioni a coppie uomo-donna.

    Gorizia invece, censita al momento tramite stradari on-line, presenta 6 vie intitolate a donne su 380 totali, ancora sotto il 2%; 3 di queste sono dedicate a sante e alla madonna, abbiamo poi due attrici, Eleonora Duse e Adelaide Ristori, e una letterata, Caterina Percoto. Gli ultimi due nomi sono molto ricorrenti nella toponomastica “in rosa” della regione, troviamo 9 vie intitolate a Ristori e 20 a Percoto negli 91 Comuni finora censiti sui 218 dell’intera Regione. Per quanto riguarda il resto della Provincia, sono stati raccolti i dati ufficiali di 9 Comuni su 25 che seguono la stessa tendenza già osservata, attestandosi intorno al 2%, evidenziando comunque esempi positivi: il comune di Staranzano, già citato in precedenza, presenta una situazione particolarmente “rosa”, attestandosi al 6% di intitolazioni femminili, sebbene attendiamo ancora la conferma ufficiale di questo dato.

    A Pordenone i dati ufficiali ci danno un quadro ancora sotto la media nazionale: il capoluogo infatti presenta 5 strade con intitolazione a donne su 517 totali, meno del 1%, con tre Sante e Beate e due letterate. In questa Provincia sono stati censiti con dati ufficiali solo 10 Comuni su 51, risultando l’area territoriale finora meno coperta. I dati raccolti si allineano a quanto rilevato per il capoluogo di provincia, allontanandosene sensibilmente solo nel caso di Sesto al Reghena, che conta 4 intitolazioni a donne su 98 strade totali, arrivando così al 4,1%.

    La provincia di Udine è la più estesa e conta 136 comuni; per quanto riguarda il capoluogo di provincia non sono ancora disponibili dati completi, mentre i Comuni della provincia hanno mostrato una buona sollecitudine nelle risposte alle nostre richieste, e circa il 50% di essi ha messo a disposizione le informazioni necessarie al censimento. I dati globali al momento disponibili danno come media globale un valore di 1,8% intitolazioni femminili, confermando l’andamento regionale. Si distinguono il comune di Ruda (4,3%) e quello di Cervignano nel Friuli (4%), che si avvicinano e superano la media nazionale. Oltre alle già ricordate Caterina Percoto e Adelaide Ristori, un’intitolazione molto frequente (se si eccettuano sante e madonne) è a Tina Modotti, registrata finora in 7 comuni della provincia udinese.

    Significativi contributi sono arrivati, in altre regioni, da scuole superiori ed enti locali e ci auspichiamo che con la ripresa dell’anno scolastico tali iniziative si estendano al Friuli-Venezia Giulia. Segnaliamo a tale proposito il nostro intervento al seminario di Gender Mainstreaming nella Scuola, che si terrà a Camerino (MC) tra il 9 e il 12 settembre prossimi.

    Ci auguriamo che il nostro lavoro possa radicarsi sempre più solidamente nel territorio per dare visibilità a figure femminili di rilevanza locale e per individuare nuovi modelli di crescita e di democrazia partecipativa.

    Per i dati definitivi si può consultare il sito: http://www.toponomasticafemminile.it

    Il lavoro in atto, a collaborazione libera, è invece consultabile alla pagina facebook:
    http://www.facebook.com/groups/292710960778847/doc/296229593760317/

    Friuli Venezia Giulia toponomastica femminile
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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