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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Di velo in velo
    Costume e società

    Di velo in velo

    DolsBy Dols21/08/2012Updated:24/06/2014Nessun commento5 Mins Read
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    di Agnese Bertello

    Di velo non ce n’è uno solo, ma ce ne sono infinite varianti

    Il velo intorno al volto di una donna genera in noi occidentali le emozioni più contrastanti; può sedurre e provocare diffidenza allo stesso tempo, ma di rado ci si sofferma ad analizzare come è appuntato, di quanti e quali elementi si compone, fino a dove arriva… Un occhio poco allenato non distingue le differenze. Dettagli, ma tutt’altro che insignificanti, perché dicono chiaramente da dove una donna provenga e di quale cultura sia portatrice. Di velo, infatti, non ce n’è uno solo: ce ne sono infinite varianti. Ciascuno caratteristico di una particolare zona geografica, frutto di una cultura diversa, risultato del diverso modo in cui fede, storia, costumi, tradizioni, rapporti di potere tra i sessi si sono intrecciati nel corso del tempo.

    L’Occidente ha cominciato ad occuparsene verso la fine del XVIII secolo e l’interesse per il velo, insieme a quello per l’harem, è cresciuto di pari passo a un’idea morbosa dell’Oriente, come luogo esotico, sensuale, misterioso. Ad uso e consumo dell’Occidente.

    L’equazione donna velata uguale donna musulmana, scontata ai giorni nostri, un tempo non lo era. L’uso del velo, infatti è attestato fin da epoche remote, pre-islamiche, e le sue origini sono forse legate a ragioni igieniche e pratiche, le stesse per cui ancora oggi i Tuareg del deserto si avvolgono il capo in uno spesso turbante. È proprio in questo ambiente nomadico che l’Islam nasce e si sviluppa.

    Nel 620 d.C. quando Maometto riceve le prime rivelazioni, il velo era d’uso comune anche nelle civiltà sasanidi, cristiano-orientali e bizantine: a indossarlo erano le donne nobili, per le quali era, però, soprattutto un elemento di distinzione. I musulmani, all’epoca, non erano che uno sparuto gruppo di credenti all’interno di comunità pagane o ebree ben più radicate.

    Distinguersi, assumere un’identità riconoscibile, capace di rafforzare la coesione interna al gruppo era prioritario ed è questa la funzione che il velo viene a svolgere nel mondo islamico: “O profeta! Dì alle tue spose e alle tue figlie e alle donne dei credenti che si ricoprano dei loro mantelli; questo sarà più atto a distinguerle e che non vengano offese. (Corano, XXXIII, 39)

    Il Corano usa la parola hijab per indicare il velo, o il mantello, che le donne dovrebbero indossare; ma hijab significa più genericamente ‘tenda’ o ‘cortina’, indica cioè qualcosa che separa, divide, protegge. Divide per esempio le zone private da quelle pubbliche all’interno delle case arabe, separa il califfo dal popolo all’interno della moschea, protegge le donne dagli sguardi impudenti degli uomini. Protegge lo stesso Maometto, rappresentato in molte miniature con il volto coperto. Non è un elemento che reprime, ma che caratterizza e conferisce nobiltà: le prime ad indossarlo sono le mogli del profeta. Su loro esempio, il velo diventa caratteristico dell’abbigliamento delle donne musulmane delle classi più elevate che in questo modo evitavano di mescolarsi e confondersi con le donne del popolo, le schiave, le prostitute, e le donne di altre religioni.

    Il hijab, quindi, che pure era presente nella cultura delle popolazioni nomadiche in cui nasce l’islam, acquisisce per via dell’influenza delle civiltà sedentarie e patriarcali con cui i musulmani entrano in contatto, un significato diverso – distinzione tra classi sociali – e si trasforma poi in segno di appartenenza a una comunità.

    Quella citata non è l’unica sura che si occupa dell’abbigliamento, ma le altre parlano più genericamente dell’atteggiamento pudico che una donna deve tenere, oppure sono indifferentemente riferibili agli uomini e alle donne. In nessun caso, ad ogni modo, il Corano specifica come dovesse essere questo velo o mantello “atto a distinguere: doveva coprire solo i capelli o anche il volto? quanto doveva essere lungo? e come doveva essere appuntato?

    A determinare questi aspetti sono le tradizioni dei singoli paesi, usi preislamici che vengono assorbiti e forzatamente integrati nella nuova fede.

    Se il Corano è uno, infatti, i paesi e le popolazioni in cui questo si è radicato, dall’India fino al nord Africa, sono così tanti e così diversi, per storia e cultura, da far sì che si parli oggi di islams, di mondi dell’Islam. L’uso, il valore, la radicalità del velo cambiano nello spazio e cambiano nel tempo, all’interno degli stessi paesi islamici.

    Se non è possibile indicare con certezza quanti siano i “veli islamici – tanto che quella che vi forniamo è una breve panoramica sui più comuni veli dei paesi del medio oriente – l’’uso del plurale è però d’obbligo.

    Scandagliare la realtà complessa, concreta e quotidiana del velo – realtà che riguarda nel mondo 60 milioni di donne – significa prima di tutto accettare che questa sia una realtà sociale e storica, e in quanto tale in continua trasformazione. Il contrario, cioè, di una verità assoluta e immutabile.

     

    Agnese Bertello – Dal 2007 collabora con Allea, agenzia di comunicazione e relazioni istituzionali specializzata in tematiche energetiche ed ambientali. In particolare, cura i contenuti del blog www.energiaspiegata.it Negli anni si è appassionata al tema del Consensus Building, in particolare con riferimento alle contestazioni a carattere ambientale. Nel 2010 ha seguito un corso di formazione per facilitatori nella gestione dei conflitti con Marianella Sclavi. Dall’inizio del 2006 è on line anche il suo blog sui temi legati al giornalismo: http://www.grovigli.splinder.com

    islam. maometto velo
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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    Rose di maggio Rose di maggio
    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

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Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
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