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    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»La Cina fatta in Italia
    "D" come Donna

    La Cina fatta in Italia

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre31/05/2012Updated:22/10/2014Nessun commento4 Mins Read
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    china
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    L’iniziativa China Made in Italy ideata dall’eclettica  Annamaria Salinari e Tomato Cacth up ha avuto un felice riscontro nella città italiana che ha il più grande quartiere cinese, Milano.

    Intervistiamo la sua autrice e vi rimandiamo al loro sito per vedere le opere presentate sia di artisti cinesi che vivono inItalia sia di  nostri connazionali che adoperano l’arte cinese a casa propria.

    L’iniziativa ha avuto una buona risposta tra i cinesi di via Paolo Sarpi (a ospitarla è stato lo spazio dell’ex cinema augusteo)  e anche delle istituzioni milanesi che l’hanno visitata (gli assessori Maiorino e Boeri). Un buon auspicio per mostre futuro.

    Da dove è nata l’idea di china made in Italy?
    L’idea di China Made in Italy è nata a Torino nel 2011 come iniziativa contraltare alla solita etichetta “Made in China”. Si voleva proporre e far conoscere “una Cina fatta in Italia” attraverso un’esposizione di arte, fotografia, fashion, videoart e installazioni di artisti italiani, cinesi e italocinesi. Gli artisti italiani hanno partecipato infatti con opere in cui davano la loro visione della Cina in Italia, gli artisti cinesi invece hanno partecipato in quanto tali: “fatti in Italia” perchè nati in Italia e quindi di seconda generazione oppure “fatti in Italia” perchè formati professionalmente in Italia presso le nostre scuole e accademie (arrivano dalla Cina, studiano qui e poi tornano in Cina con un “po’” della nostra Italia).

    Era il momento giusto no? Molti artisti cinesi in Italia?
    Probabilmente era il momento giusto perchè effettivamente ci sono molti ragazzi cinesi che stanno studiando materie artistiche, creative in Italia. Inoltre il 2011 era l’Anno della Cultura Cinese in Italia e a noi del collettivo Tomato Catch Up piaceva preparare qualcosa di interessante ma non istituzionale.

    In quali settori?
    Studiano nei diversi settori ma per quanto riguarda la nostra iniziativa siamo venuti a contatto con ragazzi cinesi che studiano pittura e scenografia presso le accademie artistiche, fashion presso lo IED o design presso lo Ied o il Politecnico.

    E’ partita da Torino, ma a Milano ha avuto una maggiore accoglienza, come mai?
    Sicuramente perchè Milano è una città che ha una grande comunità cinese, ha una sua Chinatown e noi abbiamo voluto portare l’iniziativa proprio all’interno del quartiere “cinese”. Milano è poi una città che si concede e ci ha accolto con interesse ed ospitalità.

    Inoltre lo stesso Comune di Milano ed alcune associazione hanno promosso la comunicazione dell’evento.

    Ci parli della mostra e di alcuni autori?
    La mostra è partita da Torino con 15 autori e a Milano si è presentata con le opere di ben 44 autori, metà italiani e metà cinesi/italocinesi. A Milano avevano risposto molti più artisti interessati a partecipare ma purtroppo abbiamo dovuto contenere il numero in virtù soprattutto dello spazio che avrebbe dovuto ospitare le loro opere e noi pensiamo che ogni opera debba avere il suo spazio e la sua dignità. Tutti gli autori presentati hanno un loro particolare approccio all’arte, una caratteristica che li contraddistingue: c’è un’artista cinese che dipinge i suoi quadri tutti n rosso e grigio e in tutti dipinge anche il “codice a barre” come elemento di uno sfrenato consumismo su cui riflettere; c’è un’ artista italocinese che crea opere con migliaia di chicci di riso tutti minuziosamente scritti; un’altra artista cinese che ha una capacità di cogliere tagli fotografici tra Cina e barocco; un altro artista italiano che ha creato appositamente per China Made in Italy un videoracolo de I-Ching, quattro video che avvolgono in contemporanea l’osservatore cercando di avvicinarlo il più possibile alla propria spiritualità…. e poi tanti altri ancora e tutti grandi non solo artisticamente ma anche umanamente.

    Conti di portarla in tutta italia?
    Certamente! E’ un’esperienza, un’avventura troppo interessante che non solo ci permette di conoscere altri artisti ma anche gente del posto in cui andiamo ad esporre.

    L’intento è poi proprio quello di muoversi come un dragone cinese di città in città aggiungendo di volta in volta gli artisti/designer del posto per poi ritornare da dove siamo partiti con una grande mostra italocinese!

    arte China Italy
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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