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    Home»Costume e societ໓I treni della felicità”, 1945-1952
    Costume e società

    “I treni della felicità”, 1945-1952

    DolsBy Dols23/04/2012Updated:23/06/2014Nessun commento5 Mins Read
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    di Marta Ajò

    “I treni della felicità”, 1945-1952
    In questo 25 aprile 2012, è importante ricordare anche le piccole storie che ci hanno fatto e ci fanno grandi.
    Perché, come ha detto Luciana Viviani, Croce al Merito di guerra, “Questo è un Paese che ogni tanto ha bisogno di ricordarsi che ha fatto delle cose bellissime. Perché noi siamo un po’ contro noi stessi: ci diciamo tutto quello che facciamo di male, ma ci diciamo troppo poco quello che facciamo di buono.”
    Nel bagaglio di questa memoria, è venuta a mancare una parte importante di storia di forte tradizione popolare del nostro Paese, che è densa di episodi meno noti, sconosciuti o dimenticati ma che ci onorano; iniziative incredibili e dimenticate come quella dei “Treni della felicità”.
    Partiti settant’anni fa, carichi di una generazione di bambini (più di 70mila) provenienti dal Sud più svantaggiato. Bambini che tra il 1945 e il 1952 presero in quegli anni il primo treno della loro vita lasciando alle spalle la povertà e le macerie del dopoguerra, per essere ospitati da famiglie di lavoratori emiliani, romagnoli, toscani e liguri spinti dalla generosità e dalla solidarietà; per i quali una bocca in più da sfamare e aggiungere un posto a tavola, “dove se uno mangia, possono magiare in due”, era un dovere da esercitare o, forse, anche la naturale conseguenza dell’esistere in quel periodo. Certamente una delle pagine migliori della ricostruzione dell’Italia dopo l’occupazione nazifascista e la guerra.
    Una vicenda che prese l’avvio nell’inverno del ’45, quando l’Italia, messa in ginocchio, stremata e affamata, fu colta da una straordinaria voglia di rinascita e di un nuovo futuro. Nell’emergenza del dopo guerra, uno dei problemi più tragici da affrontare fu quello del recupero e della tutela dell’infanzia; dei bambini abbandonati e degli orfani.

    Fu, qualcuno dice “inevitabilmente”, merito di una donna, Teresa Noce, una dirigente comunista, ad intuire che la drammatica situazione di bisogno dei bambini non poteva essere risolta, sia pure temporaneamente, che attraverso un gesto di solidarietà. Essa, insieme a ciò che rimaneva dei gruppi di difesa della donna, poi confluiti nell’ allora nascente Unione Donne Italiane, UDI, ottennero di ospitarli per alcuni mesi nella generosa Reggio Emilia.
    L’iniziativa travalicò i confini e in poco tempo diventò un movimento di solidarietà nazionale, un’azione di assistenza e di umanità che riuscì a supplire in parte all’assenza e alla debolezza iniziale delle istituzioni.

    Le donne furono le protagoniste indiscusse dell’enorme macchina organizzativa di cui necessitava quest’azione. Attraverso l’Unione Donne Italiane, l’associazione femminile della Sinistra italiana, i comitati locali e l’appoggio della Croce Rossa, le donne riuscirono, tra mille difficoltà, a portare quei bambini in un contesto di dignità e riscatto. Nel clima di fervore per la ricostruzione del Paese, migliaia di famiglie di lavoratori del Centro-Nord aprirono dunque le loro case ai fanciulli provenienti dalle zone più colpite del Meridione.

    Di questi bambini, accolti in un mondo lontano anni luce da quello lasciato a casa, non restano che poche testimonianze e i ricordi. Quelli di Americo, Dante, Erminia e di altri di quelle migliaia che viaggiarono su quei treni, in un viaggio che nessuno di loro ha dimenticato e che ha cambiato la loro vita per sempre.
    Raccontati dalle testimonianze di alcuni di loro in un bellissimo documentario del regista Alessandro Piva, intitolato “Pasta nera” (la pasta dei poveri, fatta di chicchi di grano bruciato) che è stato presentato alla sessantottesima mostra del cinema di Venezia di quest’anno.
    “Andate in Alta Italia? Attenti, che quando arrivate i comunisti vi trasformano in sapone!” Allora spaventata dissi: “Io non ci vado più.” Mio fratello e mia sorella invece, che erano più piccolini, dicevano: “Andiamo, andiamo col treno! Non l’abbiamo mai preso il treno”, Luigina, 13 anni, Lazio
    “Mi sembrava di essere in una favola, dentro quel treno. Vedevo tutti queste luci nel mare che rispecchiavano, e io non potevo riuscire a capire che cos’erano, perché non avevo mai sentito che c’era il mare” Erminia, 7 anni, Puglia
    “Quando sono tornato giù al paese, non trovandomi a mio agio non mangiavo. Non so se era per il dispiacere… So che non mi andava di mangiare. Non volevo rimanere lì, era un ambiente che non mi piaceva. Avevo visto il sistema di vita qui, mi piaceva la gente… Ti dico: quassù era un mondo a colori, laggiù era un mondo in bianco e nero” Americo, 8 anni, Puglia

    E’ giusto ricordare, tramandare, insegnare ciò che rende onore non solo alla storia ma alle nostre stesse coscienze, perché l’appartenenza e la cittadinanza non siano solo un timbro su un passaporto. Giusto rammentare una pagina di storia di straordinario valore umano e politico come questa, che andrebbe fatta conoscere, specie alle giovani generazioni, come patrimonio da non disperdere e che sta a significare un forte segnale di civiltà che allora rafforzò il rapporto tra Nord e Sud d’Italia, verso l’unità nazionale.
    La stessa unità che oggi viene messa in discussione da alcuni politici e soprattutto un insegnamento rispetto al valore dell’accoglienza che in Italia riguarda purtroppo migliaia di disperati, anche bambini, che sbarcano nel nostro Paese.

     

    bambini dopoguerra Italia treni della felicità
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
    Post su Instagram 18032179283653753 Post su Instagram 18032179283653753
    https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/ Re https://www.dols.it/2025/05/20/lezione-damore/

Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

https://www.dols.it/2025/05/20/lisola-degli-idealisti/
    È il tempo delle rose È il tempo delle rose
    Bolle all'arcibmboldi Bolle all'arcibmboldi
    https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia A https://www.dols.it/2025/05/14/la-trama-fenicia

Aspettiamo con ansia l’imminente uscita del La trama fenicia del mitico texano.

La trama fenicia (The Phoenician Scheme) è il 13* film diretto da Wes Anderson, 56 anni, e da lui scritto con il 60enne Roman Coppola, segnando così la loro sesta collaborazione.
    Rose rosse per me Rose rosse per me
    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
https://www.dols.it/2025/05/12/te-metaforico/
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
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