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    Home»Costume e società»Rosy – storia di una delle tante ragazze cinesi
    Costume e società

    Rosy – storia di una delle tante ragazze cinesi

    DolsBy Dols21/02/2012Updated:24/06/20145 commenti6 Mins Read
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    di Nok Tao.

    Ti ho offerto solo un cappuccino ed una pasta, tu mi hai dato molto di piu’.

     

    E’ a Wanchai, all’incrocio fra Lochart Road e Luard Road che la sera, dopo le 6, si anima veramente questa zona cosi vicina al centro di Hong Kong.

    Passando di qui molti anni fa, muovendo i primi passi in un mondo a me sconosciuto, restavo perplesso nel vedere tanti piccoli bar dall’aria ambigua, con fuori altarini buddhisti dove venivano bruciate striscioline di carta affianco a bastoncini di incenso. Fra timidi approcci e ‘’hot pants” su cosce in bella mostra, visini tondi strizzavano i primi occhi a mandorla che vedevo dal vivo. I pezzettini di carta che bruciavano altro non erano che preghiere di perdono e purificazione per i ‘’peccati’'[‘ che il proprietario di ogni bar permetteva avvenissero nel suo locale.

    Le ragazze erano quasi tutte puttane cinesi in fuga dalla madre patria verso la allora colonia britannica per evitare i ‘’campi di rieducazione e riabilitazione” del compagno Mao Tse Tung.
    Oggi nella stessa zona, non e’ cambiato molto: piu’ luci, musica a volume piu’ alto, ma la ‘’vita” notturna e’ sempre qui che si svolge sotto gli occhi di tutti.

    Qui ho conosciuto Rosy. Rosy e’ vittima di un business inventato da rampanti imprenditrici filippine che si fanno chiamare ‘’manager”!!!
    Le manager sono ex entreneuses che hanno trovato il modo di fare bei soldini con un attivita’ facile e per nulla rischiosa. La manager di Rosy e’ Michelle (ma che bei nomi scelgono le nostre ragazze).

    Michelle conosce i proprietari di tutti i bar e le discoteche di Wanchai ed e’ la principale fornitrice di cubiste e ragazze ‘’ da banco’”, quelle che fanno compagnia ai clienti facendo due chiacchiere e bevendo con loro per farli sentire meno soli. Non sono prostitute, assolutamente no, ma lo diventeranno presto, per disperazione. Meccanismo facile ed infallibile: Quezon City e’ uno dei quartieri piu’ poveri di Manila. E’ la, come nei vicoli derelitti di Tondo e Quiapo, che vivono migliaia di ragazze disoccupate. Chi ha la fortuna di avere un posto arriva a guadagnare anche 4 euro al giorno lavorando pero’ per 10/12 ore. Ed e’ in queste zone che Michelle, vestita bene, con seta bianca, si presenta alle ragazze offrendo un biglietto aereo per Hong Kong, un visto di 14 giorni, rinnovabile almeno altre due volte uscendo e rientrando da Macau e Shenzen, vitto e alloggio. Tutto e’ praticamente gratis, lei lo fa per aiutare le ragazze povere e sfortunate come lo era lei una volta. Michelle diventa un mito. Anticipa 50.000 pesos per quanto offerto in precedenza, soldi che le ragazze restituiranno con i primi pesos guadagnati.

    Il lavoro c’e’ ed e’ facile: lavorare a provvigione nei bar facendo bere i clienti: 250 pesos a consumazione.
    ‘’Il cliente beve, paga da bere anche a te Rosy (non ti piace l’alcool? No problem ordinerai sempre Long Island che il barista sa dover prepararti solo con the freddo ed una polverina che da l’odore del whisky). Minimo produrrai 12 consumazioni, ma proprio ad andar male (sono 3000 pesos al giorno contro i 250 che prendi ora ed in piu mangi e bevi gratis). In 2 settimane hai ripagato il tuo debito con me e le altre settimane tutti i soldi guadagnati saranno solo per te!!”

    La verita’ e’ invece che Rosy arriva ad Hong Kong e la prima sera divide una camera 3×4 con altre 5 ragazze dormendo in letti a castello, ma per lei va bene tanto a Manila dormiva per terra). Il giorno dopo Rosy va al bar dell’amico della manager, ma nel bar ci sono altre decine di ragazze come lei, piu’ belle di lei, piu’ intraprendenti e man mano che passano le ore arrivano ancora altre ragazze e si e no 3 o 4 clienti. Chiede alla manager come mai ci sono tante donne e la risposta e’ inequivocabile: sai Rosy gli uomini entrano nei bar dove c’e piu’ ‘’figa’’ ed e’ percio che io procuro le ragazze al mio amico. Rosy inizia a capire che qualcosa non quadra. La prima sera, resta timida in un angolo e nessuno la chiama a bere per cui non porta a casa alcun guadagno!!

    Il debito e’ sempre li e la manager le ha sequestrato il passaporto con una scusa e glielo ridara’ appena saldera il debito dei 50.000 pesos. Dopo 3 giorni, incluso il tanto atteso week end, Rosy ha restituito si e non il 5% dei pesos dovuti ed il terrore si impadronisce di lei. Al trentunesimo giorno Rosy sara’ una fuori legge, la manager dovra’ mandarla via di casa perche’ aspetta altre ragazze in arrivo dalle Filippine e lei sa che la polizia la trovera’ e la arrestera’ per immigrazione clandestina. Solo la manager ha il potere di salvarla!!

    Facile, le dice Michelle, il problema e’ facilmente risolvibile, basta proporsi ai clienti e chiedere di essere portate nel loro albergo. La tariffa e’ fissa, 1000 Hong Kong $ (5600 pesos, 2800 per la manager ed il resto a Rosy, qualsiasi pesos in piu’ Rosy riesca a spillare e’ suo). 20 scopate ed il debito e’ saldato, il passaporto restituito e Rosy e’ libera di far cio’ che vuole, compreso continuare a vendersi prendendo tutto il ricavato.

    Rosy deve fare cio’ che le suggerisce Michelle. Lo fara’ le prime due o tre volte con le lacrime agli occhi, poi chiudera’ gli occhi e pensera’ al fratellino ammalato di tubercolosi, scalzo per le strade di Manila, pensera’ al padre alcolizzato non piu’ in grado di lavorare ed insieme a Rosy anche Lara, Janet, Sheila, Maria, Theresa e mille altre come loro penseranno al figlio illegittimo avuto a 14 anni e che ora deve andare a scuola ma non ha ne libri e ne scarpe, penseranno alla loro strada allagata dalle piogge e senza sbocchi, alla fogna che si unisce al torrente di fango e lacrime, chiuderanno gli occhi, accenneranno un sospiro ingrato aspettando quei dollari sul comodino di un qualsiasi hotel della vecchia Wanchai.

    E la vita andra’ avanti, avanti per tutte loro.
    Sono contento di esser stato a parlare con te Rosy. La mia carezza ed il mio bacio erano sinceri quando li seduti in quello Starbuck ci siamo raccontati un po’ della nostra vita e tu hai sorriso per la prima volta da quando sei qui. Ti ho offerto solo un cappuccino ed una pasta, tu mi hai dato molto di piu’.

    hong kong prostitute cinesi
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    5 commenti

    1. Nok Tao on 21/02/2012 12:34

      Ho incontrato Rosy due settimane fa ad Hong Kong. Ora lavora come baby sitter per una ricchissima famiglia Koreana che vive ad Hong Kong. Non va piu’ nei bar, ha avuto un regolare contratto di lavoro. E’ una ragazza che spera nell’amore, nel principe azzurro, tenerissima nella sua ingenuita’ nonostante abbia vissuto una vita di bugie e fregature!In fondo e’ una brava ragazza, forse non il massimo, ma decisamente meglio di tante altre ”signore” della societa cosiddetta bene che ho conosciuto. Ora nei bar di Wanchai non ci sono piu’ le filippine, troppo intelligenti e con spirito di ribellione: ora si vendono le indonesiane delle isole piu’ remote o dell’interno di Giava e umatra….ed il business continua e tante tante Rosy di 18/20 anni varcano lo stretto della Sonda sperando in un futuro migliore, quel futuro bastardo che le aspetta.

      Reply
    2. andreas on 22/02/2012 12:59

      A parte il linguaggio dell’articolo che vabbè alsciamo perdere….quanto a Nok tao Ma scusa invece di fare i soliti “pistolotti” triti e ritriti, banali perchè consunti dalle tante volte che li ho sentiti fare sulle donne che si prostituiscono “migliori di tante donne che ho consociuto ecceter” (ma perchè dovrebbero essere peggio poi????? .ma porsi il problema che fors i clienti sono stupratori fatti e finiti a tutti gli effetti…. nooo?? Che moralismo peloso che hai…

      Reply
    3. Nok Tao on 22/02/2012 15:35

      Ringrazio Andreas per la critica che accetto senza rancori. Mi devi solo un diritto di replica.
      Il linguaggio usato puo’ non piacerti ma quando si scrive con il cuore e non con solo con la mente non si scelgono I termini che possano garbare ad uno o piu lettori ma quell che si sente

      Reply
    4. Nok Tao on 22/02/2012 15:42

      Forse Andreas non hai colto il particolare che io mon scrivo di donne che si prostituiscono, ma di donne costrette a farlo! Non ho mai voluto fare moralismo anche perche non ho niente da insegnare a nessuno ma solo scrivere una storia vera che mi ha toccato profondamente. Capisco pero’ che la cosa vista dal di fuori e non vissuta con partecipazione diretta posse anche risultare pesante o non interessante, ma per me e’ stato un incontro importante dal quale ho avuto da imparare.Credimi pero’ nessun intento moralista

      Reply
    5. manrico on 25/04/2016 15:06

      Grandissimo articolo Che fà capire quanto infami e senza palle siano i clienti di queste povere persone. Non esiste in Asia una donna che se potesse scegliere farebbe questo schifo. c’è chi parla di moralismi sottendono pure chi mette in luce questi drammi sfruttati con il potere della schifosi carta stampata. Ci sarà un giorno quando questi aguzzini-bacchettoni verranno carcerati con la colpa di aver VIOLENTATO ragazzini non in grado di scegliere. Non sarà domani nè dopodomani ma quel giorno arriverà quando una società di VERI uomini deciderà che è giunto il momento di porre un BASTA a questi reati fatti passare per divertimento o libertà personale.

      Reply
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