Nuovi padri

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di Cinzia Ficco

“NUOVI PADRI”,  SOS ALLE DONNE!

Del nuovo fenomeno parla Francesca Zajczyk, sociologa

Educazione dei figli e gestione della casa: la disuguaglianza nell’assegnazione dei compiti tra marito e moglie rimane. Ma si attenua. Merito dei “nuovi padri”,  di quei compagni e papà che con tanta fatica stanno recuperando una dimensione emotiva e uno status che la tradizione ha sempre assegnato alla donna.

Per carità, non chiamiamoli “mammi”. Perché sempre di padri si tratta. Anzi, di padri che hanno intrapreso un cammino lungo e problematico verso una diversa “identità”. Complici la curiosità e i ritmi di convivenza regolati da orari di lavoro sempre più flessibili.

Ma perché parlare di fatica? Ce lo spiega Francesca Zajczyk, docente di Sociologia urbana presso la facoltà di Sociologia dell’Università di Milano Bicocca che all’argomento ha dedicato un libro dal titolo appunto “Nuovi padri?” (Edito da Baldini Castoldi Dalai), scritto con Elisabetta Ruspini , docente di Sociologia presso il dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca.

La docente, che nel  2006 è  stata anche consigliere comunale del capoluogo lombardo, conferma che al nuovo padre è richiesto uno sforzo notevole. Deve fronteggiare stereotipi che la cultura continua a perpetuare. “La famiglia d’origine. Soprattutto. Suo padre- afferma- gli trasmette un modello autoritario e impositivo. Sua madre, invece, lo coccola e non lo educa a rimanere in casa, ad accudire i figli o ad occuparsi delle faccende domestiche. E poi c’è la figura della compagna, della moglie che in qualche caso e, soprattutto al Sud, stenta a demandare al nuovo padre i suoi compiti. In particolare, la donna meridionale è ancora legata allo schema del rapporto esclusivo con i figli. E’ molto gelosa della sua figura di protettrice dei pargoli, meno di quella di angelo del focolare domestico”.

Dunque, “i nuovi padri” ne hanno di strada da fare e di ostacoli da superare per proporre un modello più “modulare’ in linea con le aspettative che spesso gli stili di vita impongono. E, in questo iter, che in Italia ha un andamento più lento rispetto al resto d’Europa, le nuove figure maschili non hanno dalla loro neanche una legge adeguata. La docente pensa a quella sul congedo parentale, troppo penalizzante sotto il profilo economico, soprattutto se ad usufruirne è il padre, e quindi da rivedere

E allora? Per l’esperta il processo di “conversione” è molto lungo. Ed è appena cominciato. Regole dall’alto? “Meglio- replica- se i rapporti privati non vengano racchiusi in contenitori giuridici troppo formali e schematici. Però, a sostenere la fatica dei nuovi padri, interventi legislativi più favorevoli sull’esempio di altri Paesi europei, sono benvenuti”.

Nel frattempo, non resta che aiutare questi uomini in cerca di “nuovi sé” . “La responsabilità che noi donne abbiamo col maschile- afferma la consigliera- deve cambiare. Come compagne e come mamme. Non perpetuiamo schemi ormai obsoleti. Togliamo le briglie a scambi di ruoli vitali ”. Tanto effetti collaterali sui figli non ci sono. Anzi, i bambini hanno tutto da guadagnare da un nuovo padre che li segue a scuola e in attività extrascolastiche. E poi cominciano ad esserci anche i padri separati che ritrovano se stessi da un rapporto con i figli recuperato anche tardi!.

Ma è meglio se questi nuovi padri inizino ad occuparsi dei figli dall’inizio. Un consiglio della docente: “Coinvolgiamo i nostri partner nei corsi di preparazione al parto e, nel momento della nascita”.

E’ questione di tempo. In altri paesi europei già comincia a sgretolarsi il modello Denim, del macho che non deve chiedere mai e che si vergogna di scaricare la lavatrice, caricare la lavastoviglie, stirare e lavare i piatti..

Certo, nel nostro Paese il processo sarà lungo; e ancora più lungo nelle famiglie dove i partners hanno un titolo di studio meno elevato e lavora solo uno dei due coniugi. Ma non si potrà più tornare indietro. I nuovi padri ormai sono chiamati a rispondere a cambiamenti materiali, simbolici e culturali che da un lato inquietano, dall’altro incuriosiscono. I nuovi padri stanno per riappropriarsi di quel bagaglio di valori e ruoli che per tradizione hanno dovuto “negare”.

In questo, è ovvio, le donne hanno un ruolo determinante. Mamme e mogli, senza distinzione.
E forse per la prima volta suocere e nuore dovranno allearsi.

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Profilo Autore

Cinzia Ficco

Pugliese, classe ‘69, laureata in Scienze politiche, giornalista pubblicista, è responsabile del magazine www.tipitosti.it, il blog di chi non molla. Sposata, ha una bambina che si chiama Greta, si diverte a scrivere per lei racconti. Ha pubblicato Josuè e il filo della vita, Il re dalle calze puzzolenti, Tina e la Clessidra, con la casa editrice Edigiò. L’ultimo è Mimosa nel regno di sottosopra, pubblicato da Intermedia.

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