So food

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di Caterina Della Torre

Mangiare in USA – il doggy bag e la T-bone steak.

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Questa tappa del mio diario americano si occupa di un punto molto dolente: il cibo.
Perchè dolente? Perchè negli Usa in 15 giorni ho messo su 2 chili, sebbene mi limitassi nei pasti?

No, non solo quello. Si mangia bene negli States, i piatti risultano appaganti non solo al palato, ma alla vista. E le porzioni sono estremamente abbondanti, tanto che riuscivo a lasciare sempre metà della porzione. Da ciò ho potuto capire e apprezzare l’uso del «doggy bag», letteralmente «sacchetto per il cane»
Cioè gli avanzi della cena (o pranzo). In Italia una tale consuetudine è quasi proibita, se non inusuale.

Se un italiano, alla fine della cena si arrischiasse a chiedere al cameriere di incartargli la porzione che ha lasciato, per portarsela a casa, verrebbe considerato un morto di fame o quanto meno un maleducato. Ma per il popolo americano, abituato a mangiare fuori casa molto più frequentemente di quello italiano, questa richiesta è all’ordine del giorno e la fanno quasi tutti, anche i vip o quelli che non hanno certo problemi di portafoglio. E pare che con la crisi il fenomeno sia in aumento.

Inoltre abitudini come il mangiare senza tovaglia e spesso senza piatti, che apparirebbe assolutamente inverosimiile da noi, è abbastanza frequente negli USA. Come quella di mangiare in continuazione, a tutte le ore del giorno e della notte ed in qualsiasi luogo ci si trovi. A scuola in classe, nei teatri, nei cinema (cosa che ha preso piede anche da noi) per strada, in ufficio, a letto etc….

Forse è per questo oltre altri fattori che l’obesità negli states è diventata una piaga cronica:
Più di 6 adulti su 10 risultano obesi o sovrappeso con una percentuale di ‘extralarge’ tra gli over 18 che supera il 25% in 19 Stati su 50.
Ciò grazie alla vita sedentaria e al cibo” spazzatura”, come lo definiscono

Per non farmi prendere la mano, mi sono lanciata sul pesce: le aragoste per noi costosissime ( e qui a buon mercato, sebbene più piccole) e le ostriche, di varie qualità e tipi, Ma la mia passione sono state le varie tipologie di carne, saporita, tenera, cucinata in tutti i modi. Alla fine delle vacanze mi sentivo un manzo, quando ho letto un articolo inquietante sul sistema di allevamento in cattività degli animali negli Stati Uniti. Niente pascoli selvaggi e praterie verdi che le nostre memorie cinematografiche e libresche ricordano…ma recinti e nutrizione supervitaminizzata forzata.

Solo l’1% delle mandrie è allevata allo stato brado, sebbene adesso ci sia un ripensamento ecologistico: meno carne a prezzi maggiori, ma meno danni per la salute.

Infine esistono i vegetariani negli USA, ma la verdura e la frutta, soprattutto la frutta, non sono ospiti fissi dei pasti.

Tornata in Italia mi sono rituffata nella nostra alimentazione equilibrata e mediterranea.

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