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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Femminile Plurale – Le donne scrivono le Marche
    Cultura

    Femminile Plurale – Le donne scrivono le Marche

    Cristina ObberBy Cristina Obber19/07/2014Updated:27/07/2014Nessun commento3 Mins Read
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    17 autrici contemporanee ci raccontano le Marche, l’unica regione al femminile plurale,  restituendoci le voci e i talenti delle donne di cui nel passato si è sminuito il valore o addirittura negato l’esistenza.

    17 autrici contemporanee ci raccontano le Marche, l’unica regione al femminile plurale,  restituendoci le voci e i talenti delle donne di cui nel passato si è sminuito il valore o addirittura negato l’esistenza.

    Una terra dei padri che diviene dunque terra -anche- di madri, come Maria Sybilla Merian, naturalista nata nel 1647 e marchigiana per scelta, che “quando espresse il desiderio di divenire pittrice, nessuno pensò che l’esercizio dell’arte le avrebbe guastato le ovaie”.

    Tra queste pagine scopriamo luoghi, come Sforzacosta, “il lager dimenticato“, “simbolo di una memoria non condivisa” “frutto dell’urgenza e della voglia di gettarsi il dolore alle spalle”, e a cui invece si dovrebbe tornare, “di tanto in tanto, ma non quando ce lo impone un ricordo istituzionalizzato, ma quando più forte emerge in noi la certezza di essere liberi”.

    Volge infemminile-plurale-copertinavece al presente lo sguardo su Ancona, “città dell’acqua della pietra e della scogliera”, “città di tragedie e di macerie”, “città del Teatro e delle meraviglie”.

    Volge al presente attraverso la statua di Violata, che si dichiara negli intenti un’opera di denuncia contro la violenza sulle donne, mentre ci mostra “una donna stuprata la cui bellezza è esibita nella sua nudità più spettacolare e ammiccante”, che “sembra riproporre ancora una volta l’idea della donna come semplice preda-oggetto sessuale”. Una vicenda che ha dato vita ad una protesta condivisa da cittadin*, movimenti, associazioni e centri antiviolenza sia in italia che all’estero. Una vicenda che sorprende soprattutto per la committenza istituzionale, che questa statua “ha scelto, finanziato e installato sul suolo pubblico”, poiché “attraverso l’arte istituzionale una comunità viene rappresentata, parla, racconta di sé e dei valori in cui crede”.

    Al presente ci riporta anche il capitolo intitolato “Sbarcare il lunario”, perché Ancona è una città che vive intorno alla Fincantieri, dove “una volta il cantiere era pieno di vita, ci lavoravano 2000 persone, invece ora il cantiere è fermo, è morto, quasi completamente chiuso.”

    In questa narrazione dalla voce femminile si rende omaggio anche ad artisti come i poeti Franco Scataglini e Luigi Di Ruscio, un Di Ruscio che “frugava con quel suo sguardo penetrante i profili dei paesi, come a ritrovare i lineamenti di persone che non vedeva da tanto tempo”.

    Storie di amori e di amicizie, di incontri, di relazioni, appunto, tra le persone e con i luoghi, siano essi città d’arte o  piccoli eremi tra le colline, con una terra verso la quale quest’opera si rivela un atto d’amore.

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    Cristina Obber
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    Cristina Obber è nata a Bassano del Grappa il 9 novembre 1964. Iscritta all’ Ordine dei giornalisti, ha collaborato per cinque anni con un quotidiano vicentino. Nel 2008 ha pubblicato “Amiche e ortiche” con Baldini Castoldi Dalai, affresco dolce-amaro dell’amicizia al femminile. Nel 2012 ha pubblicato un libro sulla violenza sessuale, "Non lo faccio più" ed. Unicopli che ha dato vita ad un progetto scuole e al blog nonlofacciopiu.net. Nel 2013 ha pubblicato per Piemme editore il libro Siria mon amour, storia vera di una 16enne italo-siriana che si è ribellata ad un matrimonio combinato. Nel biennio 2009-2010 ha pubblicato con Attilio Fraccaro editore “Primi baci” e “Balilla e piccole italiane”, due libri in cui ha raccolto ricordi del primo bacio e ricordi del mondo della scuola nella prima metà del novecento. Collabora con Dol’s, il sito delle donne on line da svariati anni. Si occupa di tematiche legate ai diritti. Il 25 novembre 2011, giornata internazionale contro la violenza sulla donna, esce il suo primo e-book dal titolo La ricompensa (edito da Emma books), che si apre con una citazione di Lenny Bruce: La verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere. Il suo ultimo libro è ''L'altra parte di me’’, edito da Piemme, una storia d’amore tra adolescenti lesbiche.

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