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    Dol's Magazine
    Home»Pari opportunità»Maternita’ e lavoro
    Pari opportunità

    Maternita’ e lavoro

    DolsBy Dols10/10/2011Updated:24/11/2012Nessun commento5 Mins Read
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    di Giulia Cortese

    Un problema di tutti, donne e uomini. Anche in tempi di crisi.


    Nell’epoca delle Pari Opportunità e delle quota rosa, il problema della conciliazione tra famiglia e lavoro non va affrontato come un problema di genere, ma come una questione di cultura, di educazione e di libertà.

    Il problema della conciliazione riguarda soprattutto la donna, visto che è la figura materna quella che più risente di questo problema. Si tratta di un problema relativamente recente, sorto con l’accesso femminile al mondo del lavoro, e consolidato poi dalla consistente trasformazione della realtà socio-economica del XX secolo, prima ancora che dai risultati delle lotte per l’emancipazione. Le donne sono sempre più impegnate fuori casa per contribuire al pari degli uomini al bilancio familiare, e di conseguenza non possono più permettersi di allevare i bambini a tempo pieno.
    Le madri italiane che lavorano- dipendenti o autonome, per scelta o per forza, dopo il parto possono astenersi dal lavoro per qualche mese (almeno tre o quattro) ma poi, trascorso il periodo previsto dalla legge, si trovano inevitabilmente di fronte al dilemma: Nido o Babysitter? Ci sarebbero i nonni, ma non sempre, e non per tutto il tempo, o almeno non quanto servirebbe per permettere a una donna con un figlio piccolo di trascorrere fuori casa l’intera giornata, come spesso richiedono i ritmi lavorativi. La babysitter si presenta come soluzione ideale, ma è anche quella più costosa: una professionista specializzata che si occupa unicamente del bambino, per una porzione ampia (ma limitata) della giornata.|

    Il problema, però, è che una mamma che desidera ricorrere a questa soluzione dovrà praticamente dire addio al suo stipendio. Bisognerebbe quindi risolvere il problema dell’affidamento di un bambino a un’assistenza competente, senza rovinarsi economicamente: l’asilo nido. Se si tratta di una struttura comunale o aziendale, il costo per una donna sarà più abbordabile. Purtroppo in Italia i posti disponibili, in queste strutture, sono limitati. Gli asili pubblici somo pochi, soffrono di carenze strutturali e non garantiscono l’accoglienza di tutte le richieste. Esistono anche le strutture private, ma queste prevedono rette decisamente più care, non alla portata di tutti, e anche qui non è scontato trovare un posto. Se poi i bimbi in famiglia sono più d’uno, la spesa necessaria raggiunge o supera quella da preventivare per assumere una tata, che a questo punto resta l’unica opzione plausibile. Le famiglie italiane con figli in tenera età si agitano in un dilemma. Secondo i dati del dossier 2007-2008 di Cittadinanzattiva, “tra caro retta e liste d’attesa”, sul capo di una coppia con un bambino ci sono da un lato l’esosità delle rette previste anche nei nidi comunali (che arrivano fino a 500 euro mensili), dall’altro l’eterna penunia dei posti disponibili. Negli asili nidi comunali italiani vi sono liste d’attesa che raggiungono il 72% dei richiedenti. Se si considera la legge del 1971 che istituiva gli asili nido comunali, questi avrebbero dovuto raggiungere entro cinque anni una copertura del 10%. Quattordici anni dopo, la copertura era ancora ferma al 3%, ben lontana dagli obiettivi prefissati. Dopo trentasette anni, è cresciuta solo di un ulteriore 3%. Siamo anche ben lontani dall’obiettivo fissato dal Consiglio europeo di Lisbona, pari a una copertura territoriale del 33% entro il 2010. Gli altri paesi europei hanno una performance ben diversa: 64% della Danimarca, dal 38% dell’Irlanda e dal 29% della Francia (dati Istat). E’ interessante rilevare come la politica in Italia dichiari di sposare in pieno l’ottica che vede negli asili nido la risposta ideale al problema della conciliazione tra famiglia e lavoro. Si è parlato non solo della moltiplicazione degli asili (per raggiungere la copertura degli altri paesi europei “virtuosi), ma anche di allargamento del servizio, con l’ampliamento degli orari fino all’intera giornata e l’estensione dell’apertura. Credo che resti fermo il riconoscimento dell’assunto che, trattandosi di un servizio alla collettività, debba essere lo Stato a farsene carico, più che l’iniziativa privata. Ci vogliono quindi più asili nido pubblici o in alternativa aziendali, persino condominiali, sul modello francese, purché sempre sostenuti da denaro proveniente dalla spesa pubblica.

    Gli asili nido non sono soltanto un’esigenza personale, familiare o educativa, bensì una vera e propria esigenza sociale e politica. La carenza di questi resta un problema reale: percepito e biasimato dalle madri, che se interpellate in merito si pronunciano senz’altro a favore di questo servizio. Sarebbe più facile per una donna conciliare famiglia e lavoro, che per il momento resta un traguardo ancora da raggiungere.
    Sarebbe inoltre un modo importante per aumentare l’occupazione femminile, liberando energie preziose per sostenere la produttività nel nostro paese. Le ragioni per cui le madri lavoratrici in Italia scelgono di dare le dimissioni sono anche attribuibili all’impossibilità di occuparsi personalmente dei propri bambini, causa strutturazione rigida del lavoro, e l’impossibilità di variare o ridurre l’orario lavorativo: tutti aspetti che causano difficoltà di conciliazione.

    Anche in tempi di dimagrimento della spesa pubblica, l’investimento nella rete degli asili nido dovrebbe rimanere una priorità del budget dello stato, per il riflesso che ha sull’impiego femminile, il cui contributo è essenziale al rilancio dell’economia del paese.

    Giulia Cortese. Classe 1988, nata a Buenos Aires ma romana di adozione. Linguista e aspirante giornalista professionista, è appassionata di comunicazione in tutte le sue forme. Nel 2010 approda nel Partito Radicale, e da qui inizia il suo impegno nell’associazionismo e nella politica. Firmataria del manifesto “Fermare il Declino” di Oscar Giannino, è frequentatrice di numerosi think-thanks sul pensiero liberale.

     

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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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