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    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»Made in carcere – una seconda chance
    "D" come Donna

    Made in carcere – una seconda chance

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre24/05/2012Updated:23/09/20141 commento4 Mins Read
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    Chi avrebbe mai pensato di fare del fabbricato in carcere un marchio ”Made in carcere”? Luciana  delle donne lo ha fatto.

    Leccese del ’61 è amministratore unico di ‘’Officina meccanica’’ una cooperativa sociale  non-profit attiva nella riabilitazione di risorse umane svantaggiate, quali le donne carcerate o giovani disadattati.

    Made carcere promuove la teoria a della seconda scelta: una nuova vita che rinasce con i vestiti cuciti e gli oggetti fatti con oggetti riciclati.

    Cosa hai fatto in passato prima di arrivare a questa esperienza così ‘’solidale’’ e avventura imprenditoriale?
    Ho circa 22 anni di esperienza pregressa in banca come top manager nel mondo della finanza. Mi sono occupata ad un certo punto di innovazione tecnologica, verso la fine della mia esperienza lavorativa. Ho creato il primo esempio di banca virtuale in Internet in Italia, Banca 121, poi acquisita da MPS. 121 quella dello spot di Sharon Stone in cui l’attrice rivolge il computer verso di sé volendo significare che la banca era entrata attraverso la rete nella casa degli italiani.

    Credevo molto e credo molto che le tecnologie facilitino la vita. La tecnologia di concede di velocizzare il pensiero e ti consente di comunicare quello che hai dentro con maggiore trasparenza e semplicità.

    Come sei arrivata all’esperienza attuale carceraria?
    Una volta che ho deciso di abbandonare il mondo della finanza ho deciso di dedicarmi a quello che mi ha sempre attratto: il mondo della solidarietà. Dove la mia tenacia e capacità possano servire alle persone. Ho pensato al mondo dei servizi dimenticati, trascurati e sono arrivata al carcere femminile. Ed ho cominciato ad avvicinare questo mondo. Ho visto questi esseri umani completamente abbandonati e mi sono sentita ‘’obbligata’’ ad aiutare queste persone. Avevo avuto precedentemente un’esperienza in Brasile in una casa famiglia dove venivano ospitati babmbini che ricevevano aiuti con l’adozione a distanza ed ho visto il sorriso sincero di questi bambini.

    Successivamente mi sono avvicinata al carcere femminile e ho pensato che avrei voluto vedere felici anche queste persone. All’inizio ho cominciato a lavorare sulla formazione. Quindi ho messo in piedi un’Officina Creativa che è un’impresa sociale no profit, lanciando un marchio ‘’Made in carcere’’ che è diventato molto conosciuto perché ormai produciamo più di un milione di borse. Recuperiamo  tessuti e risorse dimenticati lanciando un messaggio al mondo: non c’è bisogno di altro perché possiamo utilizzare quello che già c’è.

    Nel 2011 abbiamo cominciato a fatturare prima che fosse evidente la crisi economica attuale. Proponiamo un modello sociale che dovrebbero copiare tutti. E’ un modello facilmente replicabili anche altrove.

    Cosa imparano le donne e ragazze che vi lavorano?
    Sono educate a comprendere gli accostamenti cromatici.

    Solo donne o state pensando a rivolgerci anche a uomini?
    Abbiamo aperto anche un laboratorio maschile per la produzione di sandali semplici dove era necessarioa una forza maschile.

    A quali detenute vi rivolgere?
    Sia detenute ‘’semplici”’ che detenute per mafia.,
    Abbiamo 2 laboratori nel carcere di Lecce, una a Trani ed in caso di bisogno ci rivolgiamo anche al carcere di San Vittore.

    Conosci i crimini per cui i carcerati vengono messi in galera?
    No, mai, non voglio saperlo, per non crearmi dei pregiudizi. Del resto stiamo dando a queste donne un’altra chance aiutandole a recuperare la stima in se stesse.

    Come si fa a passare dalla finanza, un’attività cosi’ commerciale’’, ad una di solidarietà?
    Sto dando quello che ho ricevuto. E’ il mio turno.

    L’Etica e l’Estetica
    Desideriamo presentarLe Officina Creativa, s.c.s. non a scopo di lucro, ed in particolare un’iniziativa di successo che ha dato vita ad un nuovo marchio: Made in Carcere®. un nuovo Modello di Sviluppo Sostenibile, cioè “stare” sul Mercato e nella Società, in maniera responsabile, fornendo valore aggiunto per la Comunità. L’ambizione è quella di far diventare la busta di tessuto ( Shopper bag ) un simbolo ed una testimonianza della possibilità di creare sviluppo sostenibile, risparmiando il consumo della plastica a vantaggio del riciclo dei materiali di scarto o dei futuri rifiuti. Scopo principale di Made in Carcere è quello di diffondere la teoria della secondo opportunità, nello specifico: una doppia vita a tessuti ed oggetti ed un’altra chance alle Donne Detenute, in questo caso, del carcere di massima sicurezza Borgo S. Nicola di Lecce e del carcere di Trani;
    Sono confezionati da Donne ai margini della Società, quali le 16 Donne Detenute che, oltre ad imparare un mestiere, costruiscono un percorso di riavvicinamento al mondo reale …
    Sono utilizzati Materiali di scarto attraverso le fasi di recupero del materiale da riciclare presso le diverse Aziende del territorio pugliese sensibili

    carcerate made in carcere
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    1 commento

    1. sabine eck on 30/05/2012 21:28

      Ho conosciuto Luciana delle Donne la prima volta diversi anni fa a Bari.
      Bravissima! Mi è rimasta nel cuore.

      Reply
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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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