di Ulaa Salim
con Simon Sears, Nanna Øland Fabricius, Anna Søgaard Frandsen, Viktor Hjelmsøe
nelle sale
Una fantascienza molto lontana dai filmoni carichi di effetti speciali. Qui si fa riferimento a un mood completamente diverso, quello di una fantascienza intimista e metafisica che ha per modelli (inarrivabili, certo, ma perché non puntare in alto?), 2001 Odissea nello spazio, Solaris e, più vicino a noi, il lavoro di Christopher Nolan.
Siamo in Danimarca, un terremoto ha provocato una misteriosa frattura sul fondo del mare e si ignora se e come questo evento possa modificare la vita sulla Terra.
Qualche minuto cambiamento già semina inquietudine fra le persone, ma si sa come siamo fatti: prima o poi ci abituiamo a tutto.

Elias, un brillante studente che vuole diventare uno scienziato, è molto affascinato da questo fenomeno. Ma anche da Anita, una coetanea che sogna di diventare una cantante. Si incontrano in discoteca, si studiano, si sfiorano, ed è amore, intenso, pulito, totale. Non così totale però da fare desistere la coppia dal futuro che tutti e due sognano, perché soprattutto da giovani è difficile rinunciare a qualcosa per l’altro. Lei rimane incinta, Elias non è pronto e la convince ad abortire, anche perché gli hanno proposto un prestigioso incarico al MIT. Non può e non vuole lasciar perdere e un bambino significherebbe la fine di tutte le sue ambizioni.
Sedici anni dopo ritroviamo Elias in Danimarca: è diventato il più importante scienziato nel suo campo ed è stato scelto per la missione destinata a esplorare la misteriosa frattura. Ritrova Anita. Che ha un marito perbene e un figlio. E se fosse il figlio di Elias?

L’aspetto più affascinante di questo film fortemente autoriale è la capacità di declinare in maniera intimista la fantascienza e anche se in alcuni momenti si carica di troppi significati metaforici, l’effetto è ipnotico. La frattura della crosta terrestre è la stessa frattura psicologica che si è scavata nell’anima di Elias, diviso fra i suoi sogni di gloria e la scoperta della paternità. Proprio lo scontro-incontro sul diventare padre diventa il tema centrale della seconda parte di Eternal e non è un caso che il regista abbia vissuto la stessa esperienza mentre pensava al suo film,
Bellissime le scene sul fondo marino, che può essere più suggestivo dello spazio e che probabilmente conosciamo meno di un pianeta lontano. Quando Elias nella sua importante missione si avvicina troppo alla frattura fino a esserne risucchiato l’omaggio a 2001 Odissea nello spazio è ancora più evidente. Come nel film di Kubrick tempo e spazio si sfarinano e in pochi istanti possiamo vedere e sentire un’intera vita. O anche tutte le altre esistenze alternative che avremmo potuto vivere. Perché ogni decisione è uno sliding doors, una frattura.
Curiosi sui nuovi lavori di un regista che dimostra di saper affrontare le tematiche con uno sguardo così personale.