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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»La parola agli uomini»Sammy Basso, infinito presente
    La parola agli uomini

    Sammy Basso, infinito presente

    Daniela TuscanoBy Daniela Tuscano12/10/2024Updated:12/10/2024Nessun commento5 Mins Read
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    Ora che le esequie del dottor Sammy Basso

    si sono concluse,

    ora che intorno al giovane Sammy

    cala il silenzio,

    non il silenzio istintivo

    delle creature naturali,

    ma il silenzio silente

    del mondo umano,

    quello che medita

    a volte prega

    e più spesso s’adatta,

    ora si apre un grande mare,

    un oceano di luce e cori,

    che non riusciamo a contenere.

    Ognuno ha da dire

    qualcosa a Sammy,

    parlare al dottor Basso

    come fosse suo,

    ed è urgente,

    talvolta irrinunciabile.

    Lo dicono «scrivano», attivista,

    «personaggio pubblico»,

    qualcuno biologo – come era –

    o ricercatore – come era -.

    Il «piú anziano affetto da progeria», no.

    Pure questo era,

    per una manciata di mesi

    che lo separavano da Isabella,

    anch’essa attivista, scrittrice,

    personaggio pubblico.

    Isabella che l’aveva anticipato

    forse preannunciato

    col suo corpicino da nonna

    e adesso che lui l’ha raggiunta

    la ricordiamo come profeta.

    Ma il «piú anziano affetto da progeria», no.

    Sammy non l’avrebbe voluto

    per non farsi inchiodare

    a una minima parte di sé.

    Fu biologo, ricercatore.

    Forse uno scienziato,

    certamente un fisico:

    alla maniera umanista, rinascimentale,

    galileiana.

    Aveva qualcosa d’antico, nel tratto,

    il dottor Sammy.

    Era uomo del Tempo,

    una creaturina di Bosch

    venuta sulla Terra,

    non piovuta, ma inviata.

    Era uomo del Tempo,

    uomo d’Europa

    quando l’Europa

    aveva un nome, «sguardo largo».

    Era un filosofo tomista,

    non un positivista esausto.

    Scienza e fede.

    Fede e scienza.

    Fides et ratio.

    Il dottor Sammy Basso

    era segno di contraddizione.

    Il «meno ovvio» dell’oggi.

    Quando la «scienza» è diventata altro

    sostituendo la «fisica»,

    e la «ragione» si è resa

    inconciliabile con la fede,

    egli ha dimostrato che, in principio,

    non era così.

    Sammy Basso era uomo medievale

    come il tau appeso al collo,

    più grande del suo petto rinchiuso,

    logica appendice, semplice natura.

    Natura: per il fisico Basso

    essa era il Creato.

    Medioevo francescano, a colori.

    Un cantico.

    Fides et ratio.

    Nessuna contrapposizione.

    Cosmo, utero di tenerezza.

    Sammy «ildegardiano».

    Non esistono per lui

    spirito e corpo,

    anima e materia.

    L’universo, il mondo e la vita

    erano incontro d’innamorati.

    Sempre col sorriso.

    Spiegava che ci s’innamora

    per combinazione chimica

    di estrogeni e testosterone.

    Nella crescita del rapporto si stimola l’ossitocina

    «che ci porta a prenderci cura dell’altro».

    L’ormone dell’empatia

    è questione di cellule,

    l’abbiamo scritto nel corpo.

    Non è lezione che s’impara,

    è qualcosa da scoprire

    alla maniera di Edith Stein.

    Ma ossitocina è anche piacere:

    «procura l’orgasmo, Dio lo benedica».

    Per il positivista, questa combinazione prova

    l’assenza di ogni dimensione spirituale.

    Per il fisico Basso, ne è la conferma.

    E la scienza diventa festa.

    Risus paschalis.

    Due semplici frasi, e viene cancellato

    ogni oppositivo remedium concupiscentiae.

    Orgasmo è dono di Dio.

    O inizio di dono.

    Volano di castità.

    Sammy «ildegardiano»

    era tutto questo,

    il romanziere che univa

    Tolkien e l’età classica

    la ricerca e il destino

    che non era fato

    ma volontà.

    Il motore della vita – hanno scritto –

    è paradossalmente la morte,

    il contatto col mistero

    della nostra finitudine.

    Ma Sammy no,

    non è legato a questo.

    La coscienza del suo tempo limitato

    – del suo tempo concentrato –

    non è la dimostrazione della fugacità umana

    ma la celebrazione della nascita

    d’una vita doppiamente vita

    d’una scommessa rilanciata

    un aprirsi d’orizzonti,

    un andare oltre, anche oltre

    la stessa gracile fisicità.

    Si nasce e si rinasce,

    pur se la morte

    è un ignoto che spaventa,

    un fatto nudo, privo d’esperienza.

    Ma in fondo una parentesi

    intervallo fra nascite:

    ché Dio è «madre e padre»,

    s’incarna in una donna

    che per tempio ha il corpo.

    Sammy Basso è con le donne

    afghane o italiane

    vittime di violenze,

    con le vite iniziali e diverse.

    Sammy il mistico, Sammy il biblista,Sammy il cattolico

    vissuto da cattolico

    morto da cattolico è per questo vicino

    come Teresa di Lisieux

    come Gandhi, come Rumi

    a chiunque invochi il nome di Dio

    a voce alta,limpida, univoca.

    Non entità, non essere supremo:

    Dio, riassunto di ogni atomo.

    Sammy uomo e fratello,

    uomo di pace,

    uomo di lettere,

    uomo d’Israele, figlio di Palestina

    e d’ogni contrada,

    bandiva il conflitto

    già nel lessico:

    «Sicuramente in molti diranno

    che ho perso la mia battaglia

    contro la malattia.

    Non ascoltate!

    Non c’è mai stata

    nessuna battaglia da combattere,

    c’è solo stata una vita

    da abbracciare per com’era,

    con le sue difficoltà,

    ma pur sempre splendida,

    pur sempre fantastica,

    né premio né condanna,

    semplicemente un dono

    che mi è stato dato da Dio».

    Non fu un guerriero il dottor Basso,

    fu un malato di vita piena.

    La guerra è morte

    ed egli ha lavorato

    solo per la vita.

    La novità che ha portato

    è un risveglio di coscienze

    parole nuove

    di dottrina antica

    non finitudine

    ma inizio di vita vera,

    piú umana, a portata di mano,

    vicinissima se la si vuole.

    È la vita lo scandalo

    per l’uomo d’oggi,la pietra su cui s’infrange

    ogni astruso vaniloquio:

    «Se i potenti della Terra

    capissero cosa significa

    lottare per la vita,

    credo non avrebbero il coraggio

    di fare la guerra».

    Così è. Da sempre e per sempre.

    VIDEO: Il testo integrale della lettera-testamento di Sammy Basso

    https://youtu.be/rw2U761Fz2o?si=YH3f-XCcngZJKE0n

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    Daniela Tuscano

    Daniela Tuscano, docente di italiano e storia all'IIS «Enrico De Nicola» di Sesto San Giovanni (MI), esponente di Radfem Nord Italia e del gruppo I-Dee, si occupa di storia delle donne, di arte e scrittura nonché di dialogo interreligioso. Organizza incontri interculturali nelle scuole e presso varie associazioni. È autrice di volumi di prosa e saggistica, tra cui ricordiamo: «Femmine e preti non sono poeti» (con Madre Maria Vittoria Longhitano) e «Maternità surrogata, utero in affitto e gravidanza

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