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    Home»"D" come Donna»Archeologia del coraggio – Non c’e’ differenza
    "D" come Donna

    Archeologia del coraggio – Non c’e’ differenza

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre04/12/2018Updated:05/12/2018Nessun commento8 Mins Read
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    “Archeologia del coraggio “ opera acquatica, rito poetico dedicato alla nostra cura e alle anime del cielo e del mare. Di Elena Guerrini.

    ”…IN ACQUA E IN CIELO NON C’E’ DIFFERENZA, SIAMO TUTTI UGUALI , NON CI SONO CONFINI , NESSUNO E’ STRANIERO, TUTTI SI RACCONTANO E SI ASCOLTANO…”

    “..NON CHIUDERE , APRI ALL’UNO . SI NASCE OGNI GIORNO NUOVI A SE STESSI E ALL’ALTRO. NUOVI IN PENSIERI , RIGENERATI , PURI , IN MONDI DI ATTENZIONE E CURA.
VOGLIO VEDERE OGNI VOLTA LE PERSONE  COME SE FOSSE LA PRIMA VOLTA, SENZA GIUDICARE , POI TENERLE NELL’ASCOLTO E NEL MIRACOLO DELLA VISIONE COME SE OGNI VOLTA FOSSE L’ULTIMA.

    PHOTO-Elena“Archeologia del coraggio “ opera acquatica, rito poetico dedicato alla nostra cura e alle anime del cielo e del mare per pubblico e attrice in acqua. Progetto di e con Elena Guerrini anteprima nazionale . Mercoledì 5 Dicembre ore 21 Verona.

    Festival “ Non c’è differenza”. Rito poetico per 30 spettatori in piscina  con acqua calda
.

    Hotel Saccani.
www.teatroscientifico.com

    Incontro Elena Guerrini durante una prova del suo ultimo lavoro teatrale, una prosa poetica.
 L’appuntamento è in una piscina di acqua calda.
 Non ci sono fari  e luci , solo il suo corpo, e la sua voce , senza microfoni in acqua.
 Elena Guerrini , attrice tra le più versatili del cinema e del teatro , sempre in prima linea quando c’è da sperimentare, mi parla di questo suo monologo acquatico, unico al mondo nel panorama artistico . Per la prima volta  sento parlare di uno spettacolo in acqua per attrice e pubblico a bagno , e sono curiosa di fare un tuffo con Elena e molte domande

    Come ti è venuto in mente …. ?
    “Archeologia del coraggio “ non è un monologo ,  anche se sono sola a raccontare con la voce, neanche solo  una lettura , anche se leggo il testo su fogli plastificati galleggianti . “ ARCHEOLOGIA DEL CORAGGIO “ è una azione , è un rito di rinascita attraverso l’elemento liquido. Un tuffo , appunto un tuffo insieme al pubblico, un rischio vocale e fisico ,UN RECITAR NUOTANDO , una ricerca di quello che significa stare e agire insieme ad altre persone  con corpo e voce in uno spazio acquatico.
 Amo l’acqua e la parola, e sull’onda di questa passione ho fatto una scelta di pancia , un desiderio di regressione al ventre materno. Quando provavo e scrivevo in acqua, ho trovato nella meditazione profonda una forma di contatto con i nostri trapassati , le anime del cielo, poi ho pensato anche alle anime del mare , dai palombari , ai marinai  ,ai migranti , che in mare han terminato il loro viaggio. Ecco sono tutte qui .

    guerrini-in-acquaC’è quindi qualche riferimento all’ attualità ?
    Questa opera acquatica è  un esperimento di teatro immersivo ,per me e per il pubblico. Il testo è immerso nella realtà attuale come ogni mio scritto, da Orti Insorti a Bella Tutta, ad  Alluvioni a Vie delle donne . L’estate scorsa al mare ho pensato che nella stessa acqua in cui io nuotavo con mio figlio Dario,  stavano morendo persone come noi ,solo poche miglia più in là . E noi non potevamo fare nulla. La sera ho visto al tg della tv spagnola  l’ intervista a una donna fuggita dalla sua terra in guerra , che raccontava di aver comprato 6
 fischietti rossi per la sua famiglia , e nel caso si fossero persi in mare avrebbero dovuto fischiare per far sapere che erano vivi .

    Quale è il rapporto con il pubblico in acqua?
    Il pubblico in acqua è libero e interagisce con me , nuota , si immerge , galleggia con gli occhi chiusi dedicandosi all’ ascolto profondo.  Io racconto, leggo e osservo . In acqua siamo tutti uguali, in acqua non c’è differenza.
 In acqua noi e la parola siamo spogliati , il pubblico  è compagno di un rito, di un intimo viaggio , una danza collettiva dinamica, aggraziata e drammatica alla ricerca della leggerezza.
Siamo tutti nello stesso mare di sudore e di lacrime. Le lacrime e l’acqua non hanno colore.
 Stiamo a galla insieme nel mare della vita.
 La situazione di rilassamento e libertà  nell’ascoltare e le parole ci riportano a una regressione nel liquido amniotico dell’utero materno da cui tutti veniamo conducendo a un cambio di umore e a un processo di rinascita, condivisione, empatia e autostima. Tutti siamo fatti di acqua . In ogni lacrima e in ogni sorriso dell’altro ci sono i nostri dolori e le nostre gioie,  ma soprattutto in acqua siamo coinvolti in ogni cellula nella vita dell’altro , in acqua non ci sono confini, siamo tutti gocce che formano un mare . 
A ogni persona del pubblico dono un fischietto creato con una conchiglia, e forse ci sarà un momento di suono e canto collettivo.

    guerrini-piscina2Il testo come lo hai scritto, stai ancora sperimentando ?
    E’ una continua ricerca. Il testo l’ho scritto in un anno circa,  in acqua , prendendo appunti o registrando le parole che mi arrivano da movimenti e improvvisazioni acquatiche e meditazioni .  “Archeologia del coraggio “ è una prosa poetica , uno scavo tra i materiali del nostro contemporaneo , come una archeologa ho scavato nella mia scrittura connettendomi con l’oggi , con quello  che succede in questo momento , in strada e sul web , sui social , dove chiunque si permette di fare commenti razzisti e di incitare all’odio verso l’altro , verso il non conosciuto. Siamo trascinati da questa onda e  spesso ci manca il coraggio di reagire e restiamo in silenzio . A Giugno sono andata in un negozio di frutta e verdura in periferia a Milano per comprare un paio di pesche , avevo un look con treccine africane e abito etnico ,  la proprietaria del negozio dopo avermi fatto pagare senza darmi lo scontrino , pensando che io fossi già uscita , ha commentato la mia pettinatura e l’abito offendendo me e la popolazione africana da cui prendevo l’esempio , inscenando un monologo razzista davanti alle sue  clienti . Io che non ero ancora uscita , ho avuto il coraggio di tornare indietro e di rispondere con parole gentili e convincenti , l’alternativa tra il silenzio e l’urlo rabbioso, parole buone per combattere l’odio e l’ignoranza . Il testo si compone di piccole narrazioni e parole, pronunciate o cantate appoggiando la bocca sulla superficie dell’acqua o sotto l’acqua , immersa. Il testo scritto su fogli di plastica galleggianti nuota con me.
 Grazie all’acqua il mio lavoro sulla parola è diventato ancora più essenziale , l’acqua è una meditazione, è un miracolo senza fine.
 Avvolti da questa liquidezza abbiamo tutti pose plastiche come i performers  dei video di Bill Viola .

    Mi interessa oltre al  testo la relazione che si crea con il pubblico in acqua. Io sono nuot- attrice tra nuot-attori.
 L’acqua è mutevole e adattabile , è sempre uguale e diversa , in un recipiente quadrato è quadrata, in uno tondo è tonda, così il mio nuovo testo , adesso non so dire di più,  se non che è mutevole e circolare , e mette a confronto la nostra parte sommersa e la nostra parte emersa, la luce è l’ombra che tutti abbiamo , il testo è una ricerca e una lotta tra la nostra parte oscura e la nostra parte illuminata.
 Molte parole e movimenti le sto ancora sperimentando in vista della prima , il debutto, il grande tuffo , che sarà in un festival estivo, forse in mare .

    Cosa ti aspetti da questa anteprima veronese?
    L’acqua non nasconde nulla , questa è  la prima tappa di un viaggio .Sono molto felice di fare questa anteprima in un festival che amo e che ha come tema portante l’accettazione delle diversità e l’abbattimento delle barriere fisiche e mentali per una cultura del rispetto. Lo scorso anno rappresentai nel festival  “Bella Tutta I miei grassi giorni felici” , quest’anno con grande gioia ho accolto la proposta della direttrice artistica Isabella Caserta di portare “ Archeologia del coraggio “ , una intima anteprima per soli 30 spettatori nella piscina calda dell’Hotel Saccani , che diventerà  teatro
 di questa opera acquatica. In particolare questa edizione del festival è dedicata alla memoria di Nicoletta Ferrari, fondatrice del progetto Dismappa e instancabile sostenitrice dell’accessibilità che ho conosciuto proprio lo scorso anno al festival , la ricordo fotografa degli spettacoli , seduta sulla sua sedia a rotelle  e in giro per Verona. Nicoletta quest’anno è tra le anime del cielo.

    Vieni dai anche tu  e tutte voi lettrici , portare  costume , accappatoio ciabatte e prenotatevi  al teatro scientifico al numero 045 8031321 oppure 346 631928 . info@teatroscientifico.com Prenotazioni: teatroscientificoteatrolab@gmail.com.

    www.teatroscientifico.comfacebook.com /Non-cè-differenza-Festival

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    Archeologia del coraggio elena guerrini
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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