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    Home»Pari opportunità»Parità di genere»La “Teoria Gender” non esiste
    Parità di genere

    La “Teoria Gender” non esiste

    DolsBy Dols20/01/2016Updated:20/01/2016Nessun commento4 Mins Read
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    teoria-gender
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    Gender è semplicemente il termine inglese per il quale esiste la traduzione italiana “GENERE”

    In occasione della seduta del Consiglio comunale di Aosta del 19 gennaio 2016 sono state presentate, da parte della Lega Nord e dell’Union Valdotaine Progressiste, una mozione avente come oggetto “Gender”, e da parte della Lega Nord un’ interpellanza sulle “iniziative gender alla Cittadella dei Giovani”.

    Nella mozione i gruppi consiliari della Lega e dell’UVP si dicono preoccupati per i progetti di educazione all’affettività e sessualità proposti nelle scuole che indottrinerebbero i bambini con la terrificante “teoria gender” che, a detta loro, sosterrebbe che gli individui nascono neutri e che l’identità di genere (quindi anche sessuale) si definisce con il tempo. Per tale motivo sarebbe a loro avviso necessario eliminare qualsiasi riferimento a una differenza tra maschi e femmine in particolare nelle scuole, in modo che i bambini non vengano incoraggiati a scegliersi il genere che più preferiscono!

    In realtà la teoria gender non esiste!

    Gender è semplicemente il termine inglese per il quale esiste la traduzione italiana “GENERE”. Il termine gender o genere è stato semplicemente usato a partire dagli anni ’50 in studi scientifici negli Stati Uniti che sono serviti per decostruire gli stereotipi e per cercare di fare chiarezza nel distinguere la differenza di genere, dalla differenza di sesso e dall’orientamento sessuale.

    Il Partito Democratico della Valle d’Aosta ritiene dunque che entrambe le iniziative altro non siano che una mera trovata propagandistica, l’ennesimo tentativo per cercare di bloccare un progetto di legge di grande civiltà, quello sulle unioni civili, e per fermare, nelle scuole e nei centri culturali, quali la Cittadella dei giovani, l’educazione al contrasto delle violenze di genere e alle discriminazioni.

    L’educazione all’uguaglianza e alla sessualità, promosse tra l’altro dalla legge 107/2015 (la cosiddetta “Buona scuola”), non hanno nulla a che fare con l’insegnare che si può cambiare sesso o scegliere di diventare omosessuale!

    Il Ministero della Pubblica Istruzione ha più volte rimarcato, in merito al tanto discusso art. 16 della legge 107/2015, che il fine di tale articolo non è quello di promuovere pensieri e azioni ispirati ad ideologie di qualsivoglia natura, bensì quello di trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo ai diritti e ai doveri della persona, diritti e doveri costituzionalmente garantiti, anche per raggiungere e maturare le competenze chiave di cittadinanza nazionale europea ed internazionale entro cui rientrano la promozione dell’autodeterminazione consapevole e del rispetto della persona, promuovere nelle scuole la cultura del rispetto delle differenze, nonché la consapevolezza dei diritti e dei doveri, con l’obiettivo di formare cittadini consapevoli e responsabili. In tal senso, le autonomie scolastiche rappresentano il riferimento fondamentale per mettere in atto tutte quelle misure necessarie per prevenire e contrastare ogni forma di violenza e di discriminazione.

    Il Partito Democratico della Valle d’Aosta ritiene quindi che con le iniziative presentate dalla Lega Nord e dall’UVP si voglia dunque contestare il diritto di ragazze e ragazzi di crescere nella consapevolezza di sé, sentendosi accolti e riconosciuti per quello che sono. L’educazione alla parità di genere è uno degli strumenti più efficaci per valorizzare le differenze e contrastare l’omologazione dilagante. Chi vede in questo l’introduzione di una diabolica “teoria gender” compie un grave errore di disinformazione e mistifica un’azione di grande valore pedagogico, rappresentandola come il prodotto ideologico di questa o quella componente politica, speculando sulla paura del cambiamento, il che non può che avvelenare ogni tentativo di dialogo e di dibattito. L‘educazione è infatti l’unica maniera concreta per fare prevenzione. O si preferisce continuare soltanto ad indignarsi davanti ai femminicidi, ai dati sulla violenza di genere, ai fatti di cronaca che vedono i nostri ragazzi e le nostre ragazze vittime e protagonisti di bullismo, omofobia, misoginia senza fare nulla in merito? Quale altro luogo migliore della scuola per intraprendere, insieme a chi in questa comunità vive e agisce – studenti, famiglie, insegnanti – un intervento educativo in grado di restituire, alla nostra rappresentazione dei generi, la profondità e la complessità che meritano?

    Chi su questi argomenti innalza muri e barriere ideologiche, allontana il nostro sistema formativo da quella che è la sua primaria vocazione: costruire una piena cittadinanza per tutti e ciascuno, condividere la scrittura di un futuro che deve appartenere a tutte e tutti, cui tutte e tutti hanno il diritto di partecipare.

    Come ha detto Valeria Fedeli, vice Presidente del Senato del Partito Democratico ,  a chi legge in tutto questo una deriva ideologica contro la famiglia, bisognerebbe spiegare: si scrive parità di genere, si legge patto educativo per la non discriminazione, la piena cittadinanza, il reciproco rispetto

    La Direzione del Partito Democratico

    Aosta, 18 gennaio 2016.

    DOCUMENTAZIONE IN RISPOSTA ALLA MOZIONE DEL GRUPPO LEGA NORD E UVP

     

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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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