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    Dol's Magazine
    Home»Vie e disparità»Una donna muore ogni volta che…
    Vie e disparità

    Una donna muore ogni volta che…

    DolsBy Dols09/12/2013Updated:18/11/20141 commento3 Mins Read
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    Il femminicidio è uno strappo violento nella rete di relazioni che sottendono ad una società civile

    di Mary Nocentini

    Ariccia, 25 Novembre: un melograno nel giardino di scuola.

    Quando al Liceo “J. Joyce” di Ariccia (RM) abbiamo deciso di aderire all’iniziativa “Ancora frutti da una vita strappata” proposta da Toponomastica femminile, abbiamo scelto di piantare un albero di melograno.
    Subito ci siamo rese conto dell’importanza del gesto. Il femminicidio è uno strappo violento nella rete di relazioni che sottendono ad una società civile. L’albero di melograno non può ricucire questo strappo. Ma il gesto di piantare un albero da frutto, grazie alla sua forte portata simbolica, può aiutarci ad assumere la responsabilità di coltivare i valori del rispetto e del riconoscimento delle differenze. Un gesto così lontano ormai dalla nostra vita quotidiana e così carico di significati antichi, assume un valore pregnante che ci costringe a ripensare all’importanza di rendere fertile il terreno sociale in cui viviamo. I frutti che ci aspettiamo di veder nascere sono di vari tipi. Tra questi sicuramente c’è la forza di combattere contro il pregiudizio e gli stereotipi che ci ingabbiano e favoriscono la reazione violenta nei confronti di ciò che non riusciamo ad accettare delle altre persone.

    Un gruppo di ragazze ha curato in modo autonomo gli aspetti organizzativi.
    L’albero è stato dedicato a Fabiana Luzzi, la giovane quindicenne di Corigliano Calabro che, il 25 maggio del 2013, è stata accoltellata e bruciata viva dal fidanzato di 17 anni, per gelosia.
    Mentre veniva piantato il piccolo albero, è stata letta la motivazione per cui è stata scelta proprio Fabiana per ricordare tutte le altre donne uccise. Le ragazze hanno sottolineato di essere state colpite dall’efferatezza dell’omicidio e dal fatto di essere vicine per insegnantietà ed esperienze, a Fabiana. Però hanno anche constatato che le giovani generazioni dimostrano come non ci sia stato un reale cambiamento nella mentalità del nostro Paese rispetto alla violenza di genere. Per le nostre studentesse lo dimostrano anche gli articoli di cronaca scritti sull’assassinio di Fabiana. I processi mediatici, infatti, tendono a leggere l’evento con superficialità, cercando le prove di una relazione “adolescenziale”, contrassegnata dalla gelosia di entrambi. I giornali e le televisioni poco si interrogano sulla cultura da cui questa violenza nasce. Eppure le ragazze giovani, più o meno consapevolmente, sentono l’urgenza di un cambiamento, che definiscono di vitale necessità. “L’albero che dedichiamo a Fabiana – hanno scritto – è carico delle speranze in un futuro migliore”. L’autenticità e linearità di queste loro dichiarazioni hanno avuto maggior risalto nella cornice semplice in cui tutto si è svolto. Come semplici ma incisivi sono i cartelloni che le ragazze hanno attaccato alle porte dell’istituto, nei corridoi della scuola, davanti alle macchinette del caffè, sulle lavagne.

    logo.jj4Tutti i cartelloni iniziano con la stessa frase “Una donna muore ogni volta che…”.
    Tante le conclusioni: “…ogni volta che le viene negato il diritto allo studio e al lavoro”; “…ogni volta che viene valutata positivamente solo se perfetta, disponibile, obbediente”; “…ogni volta che una nuova pubblicità la ritrae come un oggetto di piacere”; “… ogni volta che viene dato per scontato il suo futuro: essere madre e moglie”.
    Le allieve del “J. Joyce” hanno capito il valore simbolico di un gesto così semplice come piantare un albero. Hanno capito che cambiare la cultura è il modo più fruttuoso che abbiamo per reagire alla violenza di genere.

     

     

     

    ariccia Donne Donne uccisione
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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    1 commento

    1. Rainalda Torresini on 19/12/2013 08:50

      Sono stata brava

      Sono stata brava
      tutte le volte
      in cui lui si arrabbiava per la pasta scotta
      o mi pestava per l’asciugamano piegato male

      Giusto- dicevo io-
      non sono stata molto brava
      a sistemare le cose

      Ha ragione lui a picchiarmi-
      devo stare più attenta a quello che faccio.
      Non devo farlo arrabbiare
      altrimenti, giustamente,
      lui alza le mani su di me
      ma sono io la causa
      e poi guai se mi metto a piangere.
      Una donna matura non può piangere-
      lo dice anche il mio uomo…
      ma lui è proprio mio?
      Esci sempre con la mia amica Claudia, chissà perché?

      Sono stata brava
      quando ho fatto la valigia: cinque cose ho messo dentro, più me stessa.
      Mi sono nascosta bene nella valigia ,che qualcuno avrebbe portato via con sé, nascondendomi come un segreto.
      Poi non sono stata brava, perché ho tossito, e mandato tutto a puttane.
      Lui mi ha scoperto, mi ha tirato fuori e mi ha detto “Per questo non mangiavi più , volevi scappare dentro la valigia? E adesso non mangerai più perché non ne hai diritto. Sei stata cattiva lo sai?”
      “Lo so -ho risposto- non sono stata brava e tu giustamente mi punisci! Lo sapevo che tu sei il gatto e io il topo e questa è la mia fine.”

      fu proprio a quel punto, quando la mia precisione
      saliva al massimo e avevo insegnato a mio marito
      come si sistemano le maglie nell’armadio,
      come si pulisce la cucina dopo aver fatto i piatti,
      come si lascia pulito il bagno.
      Lui aveva perfettamente capito
      e dopo due mesi

      mi ha lasciato sola

      se n’è andato via con un’altra
      che non sa nemmeno da dove si comincia
      a pulire la camera
      a rigovernare

      lui, lui mi ha lasciato.
      Ora tutto è a posto
      ma lui non c’è più!

      Sono stata brava e lo sarò ancora.
      Nonostante l’acido, nonostante le botte
      la mia forza non si smorzerà.
      Sarà grande, sempre più grande
      in questo mondo che non mi lascia vivere
      come essere umano con i miei diritti.
      La parola, non mi toglierai la parola con l’acido,
      non toglierai la mia protesta per la sopravvivenza.
      Ho diritto di esistere e di volare,
      ho ali come le tue , uomo che mi domini,
      e volerò in alto tra le nuvole
      alla ricerca della libertà.

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