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    Dol's Magazine
    Home»Vie e disparità»Il giorno di Lea
    Vie e disparità

    Il giorno di Lea

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre20/10/2013Updated:20/10/2013Nessun commento3 Mins Read
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    SAMSUNG CAMERA PICTURESdi Nadia Boaretto

    19/10/2013. Mattino. Funerali di Lea Garofalo.
    Quando parla don Ciotti si crea un silenzio compatto. Un silenzio attento all’ascolto e che intende farsi ascoltare. È il silenzio della cittadinanza attiva. Don Ciotti porta in sé il dolore della morte insensata, oggi, in particolare, la morte di Lea Garofalo. Ci si commuove, al suo appello si risponde con la promessa di agire, e il rimprovero tutt’altro che velato a coloro che, tra la gente e tra i politici, si rendono complici della malavita organizzata tacendo, avallando, negando, pesa come una pietra, com’è giusto che sia. Ognuno di noi deve sentire questa pietra che opprime il petto e chiede liberazione. Abbiamo un esempio già ben tracciato per questa via della liberazione. Le farfalle multicolori delle bandiere di Libera sventolate da centinaia di giovanissimi smuovono l’aria, fanno pulizia, indicano la corrente da seguire, in avanti, una sorta di Quarto Stato della legalità unito in tante schiere nel motto di questa giornata voluta da Denise, la figlia di Lea: VEDO, SENTO, PARLO.
    Il violino suonato da una giovane accarezza gli animi. Non siamo in piazza solo per accusare, ma anche per creare un senso di vicinanza e di condivisione e, in piedi per due ore, prendiamo parte alla sacralità della cerimonia. Perché, signore e signori, c’è del sacro nel commemorare una donna che, come dice Denise, è “la mia giovane mamma uccisa per il suo coraggio”. La morte “È” sacra, dovrebbero saperlo i sepolcri imbiancati dei mafiosi che elargiscono donazioni alle chiese e intanto minacciano e uccidono.

    SAMSUNG CAMERA PICTURES19/10/2013. Pomeriggio. Intitolazione del giardino.
    L’incontro è nel giardino di via Montello 6, davanti al fortino del clan dei Cosco. L’atmosfera è diversa rispetto a quella del mattino, quasi spensierata. L’evento è interamente gestito da ragazze e ragazzi di Libera. Canti, musica, recitativi… Sono presenti molti consiglieri di Zona 1, tra loro Elena Grandi che ha fortemente voluto la bonifica di questa ex discarica ora divenuta giardino. Non manca Lucia Castellano, una delle protagoniste dello sgombero del fortino della ‘ndrangheta, che nel 2009 aveva rapito e torturato Lea Garofalo per la sua attività di testimone di giustizia, bruciandone infine il corpo. Per il delitto il 30 marzo 2012 sono stati condannati all’ergastolo sei imputati, tra cui l’ex convivente Carlo Cosco, uno degli occupanti abusivi di viale Montello.
    Nando Dalla Chiesa, che insieme a don Ciotti, al sindaco Pisapia e a Mario Calabresi (scelte emblematiche) il mattino ha trasportato la bara di Lea Garofalo, conclude il pomeriggio dicendo quanto fosse leggera quella bara che conteneva solo le poche ossa rimaste del corpo di Lea. Infine tutti sfiliamo davanti alla targa dedicata a Lea e lasciamo un fiore. Io ho lasciato anche il suo ritratto con i ringraziamenti di Toponomastica Femminile.
    Avevamo appena piantato i bulbi di Lea. Li coltiveremo e coltiveremo soprattutto la memoria. Noi non dimentichiamo.

    SAMSUNG CAMERA PICTURES

    Lea Garofalo
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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    Redattora del sito internet www dols.it

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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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    https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lin https://www.dols.it/2025/05/21/lo-studio-delle-lingue-porta-dappertutto/

Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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Recensione poetica emozionale di Lezione d’amore. Sinfonia di un incontro.

Spettacolo scritto e diretto da Andrée Ruth Shammah, con Milena Vukotic, Federico De Giacomo e Andrea Soffiantini. Visto al teatro Franco Parenti Maggio 2025.
    La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio La regista Elisabetta Sgarbi, che con Eugenio Lio ha anche scritto la sceneggiatura, spiega: «I personaggi sono nati e si sono sviluppati, per lo più, già con il volto di chi li avrebbe interpretati, il loro corpo, i loro modi. Questo ci ha aiutato molto nello scrivere il film, perché, laddove la sceneggiatura non poteva e non doveva dire, potevamo immaginare un colpo d’occhio, un movimento, un gesto, una espressione che riempissero quel “vuoto”. 

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