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    Home»Pari opportunità»donne e filosofia»Io, qui, lo sguardo delle donne !
    donne e filosofia

    Io, qui, lo sguardo delle donne !

    Luciano AnelliBy Luciano Anelli03/03/2013Updated:13/03/2017Nessun commento5 Mins Read
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    lonzi3
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    Si è concluso il 2° Festival dei Saperi e delle Pratiche delle Donne, nel segno di Carla Lonzi, organizzato dal Centro di Documentazione e Clutura delle donne di Bari, con l’incontro al Cineporti di Puglia , presso la Fiera del Levante di Bari.

    L’incontro si è incentrato nella visione e discussione di due Videonarrazioni di Costanza Quatriglio.

    Durante l’incontro, coordinato da Valentina D’Elia, responsabile dell’Ufficio Stampa del CDC Donne, sono stati proiettati i lavori “Io, qui, lo sguardo delle donne” e “Il mio cuore umano” e ne ha discusso con laRegista anche Antonella Gaeta, Presidente di Apulia Film Commission. Ha collaborato alla riuscita dell’incontro anche il Centro Studi AFC.

    Costanza Quatriglio , nata a Palermo nel 1973, si è laureata in Giurisprudenza e diplomata in Regia al Centro Sperimentale per la Cinematografia. Nel 2003 esordisce nel lungometraggio con L’ISOLA, presentato al Festival di Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs e distribuito in Italia, Francia, Belgio, Canada, Spagna e America Latina.
    Vite difficili, ispirate da grandi passioni, Vite al femminile quelle raccontate in “Io, qui. Lo sguardo delle donne” da Costanza Quatriglio e prodotto da Provincia di Roma e Indigo Film. Realizzato per l’evento “Lo sguardo delle donne – Un altro modo di vivere la capitale metropolitana”, è in effetti un insieme di ritratti brevissimi di donne. Quindici minuti per riflettere. Fermarsi un attimo e pensare.
    Schegge in libertà., nuovi modi di concepire e vedere il lavoro senza perdere l’identità e la centralità della persona, sono focalizzati il lavoro, la maternità, il welfare, i pregiudizi, la fiducia in sé stesse e nel proprio futuro. Ogni storia una metafora, dirompente per il solo fatto di esser narrata. A partire dalla filippina, laureatasi in Canada e ora Dirigente di una multinazionale con 400.000 collaboratori in tutto il mondo, che ha scelto di lavorare da casa a contatto con i figli e viene scambiata, ancora, come la Tata, perché filippina; la bambina che gioca a “Barbie Precaria”, vedendo il modello della madre “Conservatrice di manoscritti”, professione non riconosciuta e quindi precaria, senza però orari fissi; Samhanta ricercatrice all’Università di Tor Vergata che, dopo aver accompagnato tutta la famiglia, la mattina, spesso per il traffico si ferma ai parcheggi per lavorare al computer e viene presa in giro dai colleghi per il ritardo e la voglia di tornare a casa in Famiglia; alla Nonna a tempo pieno che, dopo aver iniziato a lavorare a40 anni per i pregiudizi familiari ed aver fatto del volontariato, ha scelto la famiglia; fino alla giovane italiana, Antonella, proveniente dalla provincia di Taranto, di seconda generazione, visto che il padre è del Ruanda, laureanda in Scienze dell’educazione con specializzazione in teoria e tecnica in relazioni culturali, educatrice in un Centro di accoglienza per giovani donne straniere o vittime di sfruttamento sessuale, orientata ad occuparsi di orientamento lavorativo per ravvivare l’autostima con l’intento di arrivare ad una vita soddisfacente e non solo dal punto di vista lavorativo. In mezzo altre vite, altre testimonianze. Quindici minuti per riflettere. Fermarsi un attimo e pensare. Ma soprattutto agire con una concezione di lavoro diversa, senza penalizzare la persona e la famiglia, ma alla ricerca dell’autostima.

    “Il Mio Cuore Umano“, titolo preso a prestito dal romanzo autobiografico della cantante, è un viaggio attraverso i luoghi e le emozioni di Nada, la parabola artistica ed esistenziale di una donna, che con generosità e piglio sincero ripercorre la propria vita, che fin da bambina viene votata allo spettacolo per volere della madre. Il lungometraggio ci racconta quello strappo dal mondo rurale e fa i conti con la vita e le contraddizioni di un mestiere profondamente amato per arrivare all’amore profondo, sofferto per una mamma che, malata, non l’ascolta più !
    Amore di donna per la sua terra, per il suo lavoro, per la sua mamma !
    “Quando ho capito che l’idea di Costanza era nata dall’interesse vero e profondo per il mio libro e per il mio lavoro di cantante e autrice mi sono convinta e mi sono lasciata guidare in un percorso intimo raccontando anche il privato con sincerità e verità, e ne è venuta fuori una storia umana e piena d’emozione. Grazie a Costanza e alla sua delicatezza e sensibilità”. NADA

    Costanza Quadriglio ha da poco terminato di girare la storia delle cinque operaie morte nel laboratorio di maglieria a Barletta. Con un richiamo al tragico incidente alla Triangle di New York in cui il 25 marzo del 1911 morirono 146 persone, per la maggior parte giovani operaie di origine italiana. Due storie lontane nel tempo, 100 anni, ma denuncianti entrambi una condizione di lavoro femminile sfruttato e senza diritti. A New York schiave di padroni, a Barletta schiave di familiari, ma sembra nulla sia cambiato per il lavoro femminile. Una denuncia della sudditanza del lavoro delle donne senza riconoscimenti.
    Antonella Gaeta ha descritto il suo lavoro in un CdA tutto al maschile, ma con un piglio verso celte indiscriminanti e votate al meglio.
    Sono intervenuti nel dibattito Vito Palmisani e Luciano Anelli e Francesca Romana Recchia Luciani, una delle tre organizzatrici del Festival dei saperi e delle pratiche delle donne, che ha ripercorso le tappe di questa seconda edizione, promossa dal Centro di Documentazione e Cultura delle donne di Bari, con presidenta Antonella Masi, e dato appuntamento alla prossima edizione.

    Carla Lonzi sguardo femminile
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    luciano anelli
    Luciano Anelli
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    Nato a Bari, nel 1947, Laureato in Ingegneria trasporti, dopo 11 anni trascorsi a Roma a progettare e costruire Aeroporti in tutta Italia per conto del Ministero dei Trasporti, si è lanciato nell’avventura gestionale in Puglia, costituendo la Società di Gestione aeroportuale. Dopo 9 anni trascorsi come Direttore Generale della SEAP-SpA, passa a fare il Libero professionista, consulente nel settore aeroportuale. Si inserisce nella Federmanager, Federazione dei dirigenti di aziende industriali, diventando Segretario della sede di Bari, consigliere nell’Unione Regionale, e qui anche come Direttore della rivista “Dirigenti in Puglia. La sua nuova propensione è nel campo delle Pari Opportunità. ha anche iniziato un’attività di tutoraggio, mentore e couching per neo imprenditrici e dirigenti donne, caratterizzando anche la rivista che cura nella valorizzazione del lavoro di vertice al femminile nella diversità di genere e creando una vera rete di donne impegnate.

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