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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»La donna con il vestito di pasta
    Donna e lavoro

    La donna con il vestito di pasta

    DolsBy Dols15/10/2011Updated:21/06/2014Nessun commento4 Mins Read
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    di Daniela Accurso

    Un’ anta dell’ armadio di Loreta Lomuscio, oggi una donna di circa 35 anni, sposata con un medico taorminese e abitante a Fiumefreddo, è riservata a un guardaroba tutto speciale. Sta attenta, la donna, a non far prendere troppa aria, e neanche luce, a quei capi, ma sa già che a poco a poco quegli abiti si andranno a deteriorare perché sono fatti con la pasta.

    Per la precisione con tantissimi tipi di pasta, dai maccheroncini alle sigarette, alle farfalle, ai bucatini. Una vera vocazione, la sua. Che l’ ha portata ad accarezzare il sogno di diventare stilista di un insolito genere che magari avrebbe perfezionato, cercando sponsor e nuovi materiali. Si era fatta conoscere, in giro, fino ad approdare a Taormina, almeno diciotto anni fa, e poi anche a Giardini, dove aveva partecipato, da stilista, ad alcuni defilé, riscuotendo un grande successo. Era pronta a continuare, ma prima ha voluto seguire il consiglio di chi se ne intendeva più di lei. «Ho registrato il brevetto», ricorda Loreta, «proprio perché quell’ idea degli abiti confezionati con la pasta, rimanesse la “mia” idea». Sono passati tantissimi anni e anche rabbia è svanita. Racconta come dal nulla realizzava abiti da sposa, gilet, vestiti da sera, colorati con le bombolette a gas. «Per un abito ci volevano quattro o cinque chili di pasta, che venivano assemblati con il filo da pesca».

    Non sapeva cosa sarebbe venuto fuori perché non disegnava i modelli. Dava solo voce al suo estro improvviso e, per non lasciarlo sfuggire, si metteva subito all’ opera a qualunque ora del giorno o della notte. Prova dopo prova, Loreta si perfeziona, scegliendo una marca di pasta che risulta la migliore, quella più «infrangibile» e che resiste più delle altre all’ usura. Per confezionare i vestiti andava al supermercato e riempiva il carrello fino l’ inverosimile. Era la curiosità delle massaie che si chiedevano che cosa facesse con tutta quella pasta la ragazzina appena diciottenne che frequentava ancora l’ istituto d’ arte. Lei non si curava degli sguardi indiscreti. Tornava a casa, con i pacchi di bucatini e anelletti, e si metteva al lavoro. Quanto tempo impiegava per realizzare un vestito? Una settimana appena. I suoi erano capi veri e propri, di grande effetto, a cui Loreta accompagnava anche gli accessori: scarpe, borsette, orecchini e anche bouquet se si trattava di abiti da matrimonio. Ormai curava i particolari, era diventata una vera professionista, al punto che cominciava a farsi conoscere nel campo della moda locale.

    Un bel giorno, però, mentre seguiva una trasmissione in tv, vide il «suo» vestito che reclamizzava un marchio di pasta. «Non credevo ai mie occhi – racconta Loreta – perché era stata io, alcuni mesi prima, a parlare con i dirigenti di quel pastificio, proponendomi come stilista». La risposta però non arrivò mai. «Mi sono vista rubare – spiega – le mie creazioni». Ma Loreta non si diede pace e ricorse all’ avvocato. Tra carte bollate, denunce e udienze, venne a sapere che il brevetto non era mai stato registrato alla Camera di commercio di Roma. Che cosa era successo? Non se lo sa spiegare Loreta che però un dubbio ce l’ ha: «Evidentemente qualcuno troppo in alto avrà fatto sparire tutto il carteggio». Si rassegna la ragazza con il pallino della moda. La sua è rimasta una favola, senza lieto fine. Non ha più voglia di continuare. Potrebbe ritornare a pensare ai vestiti, ma, dice, «non sarebbe più un’ originalità». Le restano quegli abiti nell’ armadio che vorrebbe preservare dal tempo, anche se sa che a poco a poco si sfalderanno. E allora sarà il ricordo a tenere viva la sua memoria e un album con le foto in cui è ritratta con i suoi abiti che sembrano veri e invece sono fatti di pasta. Ma nessuno, a prima vista, ci crederebbe.

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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
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    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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