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    Home»Vie e disparità»La toponomastica femminile a convegno
    Vie e disparità

    La toponomastica femminile a convegno

    Maria Pia ErcoliniBy Maria Pia Ercolini10/10/2012Updated:16/06/2014Nessun commento7 Mins Read
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    di Livia Capasso

    per chi non ha potuto partecipare

    Il 6 e il 7 ottobre a Roma alla Casa Internazionale delle Donne si è svolto il I Convegno di Toponomastica Femminile, che si è concluso con una buona partecipazione di pubblico e l’orgogliosa soddisfazione delle organizzatrici. Nelle due mattinate hanno preso la parola rappresentanti delle istituzioni e di associazioni, docenti universitari/ie, referenti regionali, mentre nel pomeriggio di sabato ampio spazio è stato dedicato al resoconto del lavoro svolto, attraverso la formalizzazione di gruppi divisi per aree tematiche: didattica, partigiane e costituenti, rapporti con istituzioni e media, estero.

    L’elenco dei relatori è lungo, ma doveroso: Irene Giacobbe (Power and Gender), Gigliola Corduas (FNISM ), Paola Petrucci, Francesca Beneduce (Commissarie e Consigliere di parità), Gemma Azuni (Comune di Roma), Adriana Valente e Tommaso Castellani (CNR), Serena Dinelli (Aspettare Stanca). Grande interesse ha suscitato la relazione di Enzo Caffarelli, direttore e fondatore della Rivista Italiana di Onomastica che, dopo aver chiarito la differenza degli odonimi in descrittivi, celebrativi e simbolici, ha fornito le percentuali della prevalenza di personaggi femminili nei capoluoghi italiani; ha inoltre indicato le linee guida per la richiesta di dedicazioni femminili e ha proposto la realizzazione di un’enciclopedia delle donne presenti nella toponomastica e di un osservatorio permanente sulla odonomastica urbana.
    Folta la rappresentanza di docenti universitarie.

    Prima a intervenire è stata Fiorenza Taricone (Università degli Studi di Cassino e Lazio Meridionale) che ha illustrato meriti e demeriti della celebrità femminile e criteri per “passare alla storia”, partendo da Aristotele, passando per i Padri della Chiesa, seguendo il codice inflessibile per cui agli uomini spetta la razionalità, la cultura scritta, gli incarichi pubblici, alle donne il carico del materno, la sentimentalità.

    Elisabetta Strickland (Università di Roma, Tor Vergata) ha denunciato un esempio eclatante di toponomastica sbilanciata, quello delle fisiche italiane. Su circa 450 premi Nobel scientifici, solamente 11 sono stati attribuiti a donne e in fisica le sole due premiate sono state Marie Curie e Maria Goeppert-Maye. Circa settanta strade romane sono intitolate a fisici e una sola è intitolata a una donna italiana, Rita Brunetti, mentre a Marie Curie è stato destinato un viale assieme al marito Pierre. Eppure esistono altre fisiche italiane a cui intitolare una strada, per esempio Giuseppina Aliverti e Massimilla Baldo Ceolin.

    Luisa Rossi
    (Università di Parma), riassumendo la biografia di Dora d’Istria, principessa erudita e scrittrice, vissuta a Firenze 18 anni, ha lamentato la costruzione a Firenze di un anonimo condominio al posto della sua elegante dimora: solo una targa nascosta da un gelsomino ricorda le eccelse virtù della donna che in quella casa trovò la morte. E la piazzetta che in un primo tempo gli amministratori del Comune avevano deciso di intitolarle, fu poi chiamata nel 1912 per ragioni politiche piazza Torino e oggi porta il nome di Isidoro del Lungo.
    Laura Moschini (Università di Roma 3) ha riferito l’esperienza dei laboratori universitari di etica sociale.
    Dopo l’intervento di Sofia Vega, che ha portato l’attenzione sui toponimi femminili nella strade di Cadice e Granada, si è passati alle sintesi dei censimenti italiani per macroaree (NW-NE-C-S-Isole).

    Irene Fellin ha annunciato che finalmente un nuovo disegno di legge regolamenterà la situazione linguistica della toponomastica altoatesina. Sarà istituito un Comitato Cartografico composto da sei membri, due per ogni gruppo linguistico (tedesco, italiano e ladino): di fronte alle “priorità” del bilinguismo sembra scomparire l’esigenza di rispettare anche la proporzione di genere.

    La mattina di domenica il convegno si è aperto con l’esperienza romana, su cui hanno riferito Barbara Belotti e Maria Pia Ercolini: sono state illustrate le varie proposte rivolte al Comune di Roma, tra cui il progetto di un quartiere per le protagoniste dell’Assemblea Costituente, un concorso di scultura per eliminare la misoginia dai nostri colli, caratterizzati da allineamenti di busti maschili, e un’attività di orienteering lungo i viali femminili di villa Pamphili. Inoltre sono state comunicate le recenti intitolazioni a figure femminili di strade e di giardini, alcune delle quali individuate e proposte dal gruppo di Toponomastica femminile.
    A seguire, l’intervento di Maria Vincenzina Iannicelli, dirigente del Servizio coordinamento tecnico toponomastica del Comune di Roma che, oltre a riferire dell’attenzione dell’Ufficio verso i nomi femminili, ha risposto ad una serie di domande del pubblico sulle norme giuridiche che regolano le intestazioni delle aree di circolazione.
    Maria Antonietta Saracino (Università di Roma, Sapienza) ha affascinato l’uditorio raccontando la Londra delle “altre”, delle tante scrittrici, originarie dei paesi dell’ex impero britannico o da quelli divenuti da poco indipendenti, che vi arrivano in cerca di una vita migliore: la nigeriana Buchi Emecheta, Andrea Levy e Zadie Smith, giamaicane di seconda generazione.
    Laura Silvestri (Università di Tor Vergata) ha raccontato la Barcellona di Carmen Laforet, città nella quale Andrea, la protagonista del romanzo “Nada”, fuggendo da una casa dove dominano caos, soprusi e incomprensioni, si rifugia sentendosi a proprio agio.
    Giuliana Cacciapuoti (Università di Napoli) ha portato alla ricerca delle deboli tracce arabo-musulmane nella toponomastica del Meridione d’Italia, che pur deve alla presenza araba e musulmana tanta parte della sua nascente cultura, dalle arti, alla scienza, alla letteratura.
    Il Sud – e Napoli in particolare – è rimasto a fare da sfondo alla carrellata che Tiziana Concina ha fatto dei romanzi di Anna Maria Ortese: la Napoli degradata dei bassi tratteggiata come un universo buio dove non c’è pietà e nemmeno speranza; non sono da meno Milano, città del benessere non per tutti, che sembra condannare all’esilio e alla solitudine, e la città eterna dove la folla anonima abita le grandi piazze e le antiche vie.

    Sono stati presentati poi suggestivi itinerari di genere, che daranno vita a future pubblicazioni sulla scia delle guide dedicate a Roma da Maria Pia Ercolini: Mary Nocentini col suo appassionato entusiasmo ha ricordato le dame e le dee presenti nelle vie dei Castelli Romani; Maria Grazia Anatra ha illustrato un percorso di genere femminile nella toponomastica versiliese; Claudia Fucarino infine, partendo da un brano di uno storico siciliano che agli inizi del ‘900 lamentava l’occultamento del mondo femminile, ha ribadito che ancora oggi le donne palermitane, siciliane o straniere, sono emarginate dall’universo maschile, se è vero che andare alla ricerca di strade intitolate a donne equivale ad una caccia al tesoro.
    Irene Giacobbe ha introdotto l’ultimo intervento, quello di Cosimo Palagiano (Commissione Toponomastica Unione Geografica Internazionale) che ha disegnato un futuro per la Toponomastica Femminile internazionale. Il relatore ha infatti informato che nell’ultimo meeting tenutosi a Colonia la Commissione, nel gruppo di lavoro congiunto ICA e IGU (cartografi e geografi), tra le aree tematiche di discussione che si è data, ha esaminato anche i motivi che portano alla scelta dei nomi delle località, in particolare di quelli femminili; ha inoltre anticipato che inviterà a prendere parte al meeting del 2014 la squadra di Toponomastica femminile.
    Ha chiuso il convegno Maria Pia Ercolini, fondatrice del gruppo, ringraziando tutti i partecipanti, ma proponendo anche spunti di riflessioni per futuri sviluppi.

    Dulcis in fundo, è proprio il caso di dire, indimenticabili sono state le pause gastronomastiche, arricchite da prodotti regionali portati dalle partecipanti e da delizie culinarie offerte dalle padrone di casa.
    Il pubblico ha potuto poi visitare la mostra fotografica delle targhe stradali intitolate alle donne, organizzata in quattro diverse sezioni (nazionale, estera, romana, partigiane), frutto degli innumerevoli scatti pervenuti da tutta Italia e non solo, e votare la foto più bella.

    concorso convegno targhe toponomastica
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    Maria Pia Ercolini
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    Responsabile del progetto Sui Generis, insegna Geografia nella scuola superiore. Si occupa di mediazione culturale e didattica nei musei, orientamento scolastico e professionale, didattica e nuove tecnologie. Ha pubblicato numerosi reportage di geopolitica e condizione femminile su Geodes, Terra, Rinascita, Avvenimenti, Minerva. Alcuni suoi articoli sui temi del linguaggio e delle pari opportunità nella scuola sono recentemente apparsi sulla rivista Leggendaria. Cura la collana "Percorsi di genere femminile" per l'editore Iacobelli, nella quale ha pubblicato due volumi su Roma.

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

https://www.dols.it/2025/04/26/chiamatemi-francesco-il-papa-della-gente/
    Oratorio Filippo Neri a Torino Oratorio Filippo  Neri  a Torino
    Da Picasso a Wothol aTorino https://abbonamentomu Da Picasso  a Wothol aTorino https://abbonamentomusei.it/mostra/forma-e-colore/
    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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