Regia Volfango De Biasi
Con Max Angioni, Diego Abatantuono, Nevia Leoni, Marco Messeri, Herbert Ballerina, Mariagrazia Cucinotta.
Tutto è cominciato con l’idea di fare un remake del film francese Il peggior lavoro della mia vita, grande successo con Gérard Depardieu. Altri due ingredienti della ricetta: Max Angioni, comico teatrale e televisivo amatissimo soprattutto dai giovani, e Diego Abatantuono, “gran maestro della risata”. Il risultato è una commedia piacevole, garbata, che fa ridere e sorridere. Ma anche riflettere.
Simone, interpretato da un Angioni esordiente nel cinema ma già a proprio agio sul set, è un giovane un po’ indisciplinato, che per evitare la prigione si trova costretto a svolgere lavori socialmente utili in una casa di riposo di lusso. Da qui l’incontro, prima conflittuale e poi sempre più piacevole per tutti, con un gruppo di anziani bizzarri e tenerissimi.
Ne seguono una serie di avventure, che portano il variegato cast dalla casa di riposo nel Friuli Venezia Giulia a una masseria in Salento.

Spiega il regista Volfango De Biasi all’anteprima per la stampa del film: «Dal film francese ho preso solo lo spunto iniziale, poi l’ho adattato alla realtà italiana. E ho cucito il film e le battute su misura per i due talenti: Max e Diego. Loro stessi hanno contribuito alla sceneggiatura e all’ideazione di alcune battute. Il rapporto tra loro è stato bellissimo: Diego è stato una chioccia, ha preso Max sotto la sua ala protettrice. Max alla prima esperienza è stato all’altezza del compito. È serio, intelligente, disponibile. Gli auguro di diventare il nuovo Pozzetto».

Molto soddisfatto dell’esperienza anche lo stesso Angioni: «Io, che sono figlio unico e che in teatro sono abituato a lavorare da solo, sul set ho trovato una famiglia. Ho lavorato con grandi attori, Abatantuono in testa. E ho imparato da tutti. Il lavoro sul set è anche faticoso: i tempi sono stretti, bisogna rispettare le scadenze, ci sono tanti soldi in ballo. Ma sono stati tutti gentili con me. Fare l’attore era il mio sogno e mi auguro che questo per me sia solo l’inizio».

Il regista il film lo sintetizza così: «In un mondo così brutto, in cui si succedano eventi negativi, raccontiamo un mondo ideale. Un mondo all’insegna del dialogo, dell’incontro tra generazioni, della solidarietà, della memoria e dell’amore. Basta telefonini! Riscopriamo il piacere dei rapporti umani. E ricordiamoci che non c’è un’età massima per esprimere, e realizzare, un desiderio».

Il film è stato realizzato con il contributo di una delle film commission più attive, quella del Friuli Venezia Giulia. Fondata nel 2000, è la terza in Italia per anzianità e la prima a dotarsi di un fondo alla produzione per incentivare le riprese sul territorio.
Nel film è stata realizzata un’operazione di marketing territoriale, grazie all’inserimento del vino Friulano, che diventa un vero e proprio elemento narrativo.