di Mehdi M. Barsaui
con Fatma Sfar, Nidhal Saadi, Yasmine Dimassi, Hela Ayed
nelle sale dal 24 luglio
Aya è una bella trentenne che avrebbe voglia di vivere felice, ma di piacevole nelle sue giornate c’è ben poco. Figlia unica, ha genitori si rivolgono a lei solo per chiederle aiuto e soldi, non concedono nessuna intimità e ancor meno affetto. Il lavoro è faticoso, a volte umiliante. È cameriera in un hotel di lusso, i clienti sono arroganti e maleducati, senza nessun rispetto per gli impiegati. Ancora meno ne hanno i padroni e il direttore dell’hotel. Nonostante gli affari vadano bene, la società vara un piano di licenziamenti. Aya conserva il posto, perché il direttore ha un occhio di riguardo nei suoi confronti: hanno una relazione, anche se lui è sposato. Una relazione che umilia Aya ancor più del lavoro, per l’egoismo dell’uomo, per le sue bugie e le continue promesse mancate.

La cittadina nel sud della Tunisia dove Aya è nata non offre molto altro. Ma il destino le riserva una sorpresa. Un’occasione insperata per ricominciare tutto daccapo. Il bus che la sta portando con altri dipendenti al lavoro ha un incidente, precipita in una scarpata e prende fuoco. Lei, miracolosamente, riesce a salvarsi. Se tutti la credono morta, potrebbe fuggire lontano e rifarsi una nuova vita? Non ha niente da perdere e tutto da guadagnare. Così, dopo una serie di azioni che non vi racconto ma che rendono la trama credibile e “rotonda”, Aya arriva a Tunisi.

Senza documenti, senza lavoro, deve mettere in campo tutta la sua intelligenza e la sua arguzia per sopravvivere nella grande città.
La sceneggiatura è perfetta e mescola il ritratto della Tunisia alla vigilia della rivoluzione del 2011 con una trama gialla molto ben congegnata che sorprende lo spettatore ogni volta che si chiede: e adesso, da qui, come può cavarsela Aya? Inserendo anche una serie di dettagli che ben evidenziano le contraddizioni del Paese.

Scopriamo molta corruzione, la grande voglia di vivere di tutti i giovani ancora lontani dalla recrudescenza dell’integralismo e anzi molto vicini ai riti dell’Occidente, vediamo giovani donne volitive che cercano di affermarsi, con mezzi leciti e

meno leciti. E una polizia dove accanto a funzionari nobili ce ne sono molti altri indegni di ogni fiducia.
Aya attraversa tante prove, come l’eroina di una fiaba, e ogni volta che sta per cadere, riesce a risorgere. Scende a compromessi e poi li rifiuta, aspira al riscatto, fa i conti col passato e soprattutto pensa al futuro. Niente per lei sarà facile, tutto avrà un prezzo.
Girato con grande mestiere, il film ha una protagonista di grande talento: bravissima in ogni istante del film.