di Dani de la Orden
con Emma Vilarasau, Alberto San Juan, María Rodríguez Soto, Enric Auquer
Non ci ho mai creduto che le famiglie siano tutte uguali, che di felicità o infelicità si tratti, perché ognuno la vive a modo suo. Anche i problemi sono totalmente soggettivi e in certi casi una piccola incomprensione può originare un grandissimo disagio. Sarà per questo che c’è sempre spazio per raccontare una storia con al centro una famiglia e funziona ancora di più se la storia è in mano a un regista come lo spagnolo Dani de la Orden, abile nell’alternare tanti piani narrativi, surfando lieve dalla commedia al dramma. Se poi gli attori sono in sintonia e aderiscono al ruolo, la ricetta riesce alla perfezione e il risultato è un film bello e intelligente.

Montse, una donna di mezza età, si sta preparando per un week end con tutta la famiglia nella sua casa di Cadaqués, sulla Costa Brava. Da tanto tempo non si riuniscono più in quello che per tanti anni era stato il luogo delle loro estati. Il marito è ormai ex, i figli sono grandi. Ma Montse è convinta che saranno dei giorni belli, anche se ha deciso di vendere la casa: i soldi servono a tutti. A lei per pagare la casa di riposo alla madre anziana, al figlio David per produrre il suo nuovo album, alla figlia Julia per acquistare un terreno.

Il ritorno nella casa dei ricordi non andrà però secondo i piani.
Nessuno di loro ha problemi insormontabili, tutti potrebbero essere se non felici, almeno sereni, ma sono insicuri è un po’ pasticcioni e nessuno dice agli altri (neppure a se stesso) tutta la verità. In un girotondo benissimo ritmato tutte le crepe affioreranno.

David si presenta con l’ennesima fidanzata: chissà perché tutte le sue storie finiscono. Eppure è un bel ragazzo, un amante generoso e un artista, che cosa ha di sbagliato? E perché tocca sempre alla madre e alla sorella raccogliere i cocci? Julia potrebbe essere contenta della sua vita, ha un marito forse noioso ma presente e due belle bambine. Ma è inquieta, mai indulgente con se stessa e forse ha un amante. Il padre, impenitente seduttore, Peter Pan mai diventato grande, si presenta con la nuova compagna. E forse non è una buona idea.

Le piccole bugie sono destinate a essere scoperte, una dopo l’altra. Ma in sottotraccia sopravvive il vecchio legame, quel passato che fa da collante fra i membri di una famiglia e che non muore mai, anche quando tutti sono convinti di averlo dimenticato.
Montse, la “matriarca” osserva i suoi cari, capisce più di loro dove sono le falle dei loro comportamenti ma soprattutto li ama. E non riesce più a sentirsi ricambiata. Ed è disposta a tutto pur di ritrovare la purezza del loro affetto di quando erano bambini, di quelle estati in cui c’era sempre il sole.

Nella bella casa spuntano tracce del passato, la barca è quella dei vecchi giri e la baia è la stessa dove facevano sempre il bagno. Gli adulti chiacchierano, ricordano, litigano e le due nipotine sono testimoni muti di una girandola di emozioni troppo grandi per loro. In quanto alle relazioni d’amore, non c’è niente da fare: ma quanta fatica facciamo a capire l’altro?
Quasi una terapia di gruppo, qualcosa di simile a una costellazione familiare, ma soprattutto un bel film intelligente che apre ad ogni scena lo spazio per una riflessione su quanto sia difficile fare le cose giuste in ogni famiglia.