E’ stata approvata la nuova legge sulla sicurezza, ed un capitolo specifico è stato dedicato alle borseggiatrici, considerate un grave problema sociale, tanto che si vuole mettere in galera anche i figli di queste donne, giudicate “indegne” di essere madri.
Se non a tutti, a molti è capitato di essere derubati da borseggiatrici e ladruncoli per strada, ma più facilmente sui mezzi pubblici, ed anche io ho il mio bagaglio di esperienze.
La prima volta ero sul bus, a Varese. Stavo andando a fare un versamento in banca, una quarantina di anni fa. Arrivo alla cassa e tiro fuori il bollettino di versamento, con gli assegni e i contanti, poi cerco il borsellino. Non so come, ma era sparito. Non c’erano facce strane sul bus. Qualche casalinga, qualche pensionato. Per fortuna non si sono accorti del bollettino, perché i soldi non erano proprio pochi, per quei tempi.
Una ventina d’anni dopo, forse più, c’era già l’euro, era quasi Natale. Per evitare di girare a lungo in cerca di un parcheggio prendo il bus, e al ritorno, zac… borsellino sparito. Anche in quel caso i passeggeri erano la gran parte anziani, aria da pensionati e casalinghe.
Da quella volta ho un cane come amico un portadocumenti, visto che in entrambe le occasioni erano spariti anche i documenti… I soldi, per quei pochi soldi che tengo in borsa…
Poi c’è stata quella volta, in metropolitana a Milano, ma era una ladruncola da strapazzo. Mi sono accorta subito che da sotto il soprabito portato sul braccio usciva una manina curiosa che si dirigeva verso la mia borsa. E’ bastata una occhiata truce per farla desistere.
Ma la faccenda più divertente è successa a Venezia. Qualche anno fa non c’era, per fortuna, la “sentinella” che urla quando vede le borseggiatrici. Per fortuna, perché mi verrebbe un accidente a sentire quell’urlo improvviso nel brusio e scalpiccio delle calli… La tizia ha decisamente delle buone tonsille.
Ma veniamo ai fatti. Ero in vaporetto, lo zainetto piccolo sulla spalla. Piccolo per non disturbare gli altri passeggeri, e su una sola spalla perché sono abituata così. C’è calca, come il solito, sono in piedi, fra tanti turisti in piedi, ed improvvisamente sento una manina, ascolto cosa vuole. Sono un po’ troppo vecchia, per pensare ad un approccio, ecco, il leggero rumore della cerniera. Con uno scatto felino mi giro e schiaffeggio l’audace manina, che appartiene ad uno sparuto vecchietto, e lo invito a non toccare la mia borsa.
Il poverino sussulta e si avvia prontamente a scendere, mentre saracca in veneziano DOC. “Ciò, va remengo, la dise che ghe volevo robar in borsa, ma va in mona.” Si allontana, ed io provo un po’ di tenerezza nei suoi confronti. Ecco, questa è la mia esperienza di vita in fatto di borseggiatori. Ma ora hanno un capitolo del decreto sicurezza tutto per loro.