Dicono di TE ….
Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.
Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
Suggerimenti di lavoro
- Fai un elenco di ciò che dicono gli altri di te:
Ad esempio:
- quella che ha gli occhi verdi;
- quella che ha la pelle spessa;quello che è sempre di umore nero;
- Per ogni affermazione trova una comparazione e poi trasformala in una metafora:
Ad esempio:
- gli occhi sono verdi/ la foglia è verde = occhi di foglia;
- la pelle è spessa/la terra è spessa = pelle di terra;
- l’umore è nero/il cielo notturno è nero = Umore di cielo notturno;
- le guance sono rosse/il sole al tramonto è rosso = tramonto di guance, ecc…
3. Quando avrai un elenco abbastanza consistente scrivi la tua poesia:
Ad esempio:
Io, per voi,
occhi di foglia
pelle di terra
tramonto di guance
Io, per voi,
cielo notturno
deserto d’estate
……
Cos’è una metafora?
In realtà quelle con cui ho composto la piccola poesia non sono proprio delle metafore. Ma cos’è una metafora?
Vi ricordate il film con Troisi “Il postino di Neruda” e i bellissimi discorsi sulla poesia e sulle metafore?
“Il postino disse ‘grazie’, angosciato non tanto per la somma quanto per l’imminente congedo. Quella stessa tristezza parve immobilizzarlo al punto da allarmare il poeta, che si accingeva a rientrare e che non poté fare a meno di interessarsi ad una staticità così ostinata.
‘Che ti succede?’
‘Don Pablo?’
‘Te ne stai lì ritto come un palo’
Mario torse il collo e cercò gli occhi del poeta, dal basso.
‘Inchiodato come una lancia?
”No, immobile come la torre degli scacchi.’
‘Più quieto di un gatto di porcellana?’
Neruda abbandonò la maniglia del portone e si accarezzò il mento.
‘Mario Jiménez, oltre a Odi elementari [il libro da cui sono tratte le metafore precedenti] ho scritto libri molto migliori. È indegno che tu mi sottoponga a questo tipo di paragoni e metafore.’
‘Don Pablo’?’
‘Metafore, diamine!’
‘E cosa sarebbero?’
Il poeta posò una mano sulla spalla del ragazzo.
‘Per spiegartelo più o meno confusamente, sono modi di dire una cosa paragonandola con un’altra’.
‘Mi faccia un esempio ‘.
Neruda guardò l’orologio e sospirò.
‘Be’, quando dici che il cielo sta piangendo, cos’è che vuoi dire?’
‘Semplice! Che sta piovendo, no?’
‘Ebbene, questa è una metafora.’
‘E perché, se è una cosa così semplice, ha un nome così complicato?’
‘Perché gli uomini non hanno nulla a che vedere con la semplicità o la complessità delle cose. Secondo la tua teoria, una cosa piccola che vola non dovrebbe avere un nome lungo come farfalla. Pensa che elefante ha lo stesso numero di lettere di farfalla, ed è molto più grande e non vola, concluse Neruda esausto.”
A.Skàrmeta, Il postino di Neruda, Garzanti 1993; tit. or. Ardente paciencia, pp. 15-16
O ancora..dallo stesso libro, p.18:
“ -Come posso spiegarmi? Quando lei recitava la poesia, le parole andavano di qua e di là-.
– Come il mare, allora!
-Sì, ecco si muovevano come il mare.
-E questo è il ritmo.
-E mi sentivo strano, perché con tutto quel movimento mi veniva il mal di mare.
-Il mal di mare.
– Certo! Ero come una barca cullata dalle sue parole.
Le palpebre del poeta si scollarono lentamente.
-Come una barca cullata dalle sue parole.
-Sicuro!
-Lo sai cos’hai fatto, Mario?
-Che cosa?
-Una metafora.
-Però non vale, perché mi è venuta così, per caso.
-Non c’è immagine che non sia casuale, figliolo.”
La definizione tradizionale di metafora è di “contrazione di un paragone” cioè la sostituzione di una parola con un’altra il cui senso letterale ha una qualche somiglianza con il senso letterale della parola sostituita. (un’acqua cristallina: un’acqua chiara e trasparente come il cristallo). Ma questa definizione non spiega tutte le metafore.
Nel momento in cui nasce la metafora è un atto creativo della mente umana: si trasferisce il significato di una parola da un contesto a un altro per spiegare qualcosa (la “coda del discorso”, “le zampe del tavolo”, ecc..); poi se “funziona”, se è condivisa, rimane come parola in più del vocabolario e la usiamo senza più chiederci se sia una metafora o no. Si dice che è una “metafora morta”..sarebbe più bello dire che è “una parola con nuova vita”!
Molte delle parole che usiamo normalmente, nascono da metafore. La sai, ad esempio, l’origine della parola “muscolo”? Proviene dal latino “musculus” che vuol dire “topolino” ed è stata trasferita a quella parte del corpo per spiegare quella “fora che guizzava qui e là” sotto la pelle, proprio come l’animaletto!
Insomma, la metafora è “una marcia in più” al nostro pensiero, alla nostra creatività e alla nostra libertà. Nascono continuamente metafore nuove e questo gioco non avrà mai fine….inviaci la tua poesia o le metafore che hai creato!

Renata Balducci – Insegnante nella scuola primaria per 40 anni in Italia e all’estero, amante delle parole e delle diversità.
Ha pubblicato il libro “Scrivere di sé” con Sonda nel 2005. Ha lavorato alla redazione di testi didattici per Giunti Scuola oltre a collaborare alla “Vita Scolastica” per diversi anni con le programmazioni mensili di lingua, italiano L2 e intercultura. Ha collaborato anche con ICDL (International Children’s Digital Library), Traduttori per la Pace, Radio Mundo Real e Selvas. Attualmente lavora in un CPIA (Centro per l’istruzione degli adulti) di Torino.