Una storia d’amore, farina e coraggio: Brado e le Strie
Il titolo può sembrare strano e incomprensibile, ma questa è la storia di Francesca Magri, la pastaia (e non solo) che ho conosciuto per caso a un mercato contadino a Milano.
Brado e le Strie è oggi un progetto agricolo, artigianale e sociale: parte da farine prodotte da grani antichi coltivati con cura e arriva in tavola sotto forma di pane, pasta e dolci preparati a mano. Ma è anche una storia di scelte coraggiose, legami familiari e solidarietà concreta.
Ho ripetutamente degustato i prodotti preparati e confezionati dalla sua azienda. Mi sono incuriosita e ho indagato su questi sapori sempre buoni e variegati, fatti con grani antichi, che avevano qualcosa in più: il sapore, il calore e la passione di qualcuno che li fa col sole nel cuore.

Ho chiesto quindi a una delle dipendenti che vendevano la pasta di saperne di più e di poter intervistare la proprietaria del marchio, intuendo che dietro questo nome ci fosse una storia interessante.
Tuttavia, dopo aver inviato le mie domande, mi sono sentita rispondere con l’invito a leggere un libricino che raccontava parte della storia di Brado e le Strie. Credevo che la lettura non mi avrebbe appassionata. Invece è stata una vera e propria scoperta. Ho terminato il libro in due mezze giornate, e molte delle mie domande hanno trovato le risposte.

Brado è il soprannome del figlio unico di Francesca Magri, cresciuto da lei da sola, senza un padre che aveva lasciato la famiglia poco dopo la nascita. Andrea veniva così chiamato dagli amici per la sua natura selvaggia. Le Strie, invece, significa “le streghe” in mantovano.
Con un viaggio a tre (Francesca, Andrea e il padre) in Kenya cercarono di ricucire i rapporti familiari persi, ma senza successo. La trasferta non sortì i risultati sperati, ma aprì nuove conoscenze: un mondo ignoto, pieno di caos, colori e povertà, tra Mombasa e Watamu. Da lì, attraverso mille inimmaginabili traversie (che non racconterò, ma se siete interessati a saperne di più potreste acquistare il libricino “Siamo di chi ci sceglie”), nacque l’affido del piccolo Baraka, un bambino kenyota, e l’incontro con l’associazione di volontariato Pamoja Watoto: un’organizzazione senza scopo di lucro, attiva in progetti scolastici, sanitari e di sviluppo locale.
E a questo punto, cosa c’entrano le paste?
Dalle preziose farine di grani antichi coltivati in Italia – come farro, Senatore Cappelli, Gentil Rosso e segale – i fornai dell’azienda preparano il pane, le focacce e i grissini. Con le mani, e seguendo le ricette delle nonne, realizzano pasta fresca semplice e ripiena, dolci e il Chisulin, il tradizionale pane mantovano senza lievito, pensato per durare a lungo, anche dieci giorni.
Un ritorno alle origini dell’agricoltura e della cucina: sapori autentici, lavorazioni lente, materie prime rispettate. Forse per questo sono così buoni…
Una parte dei proventi dell’attività va all’associazione Pamoja Watoto, insieme alle donazioni raccolte e ai fondi ottenuti dalla vendita del libro, disponibile su Amazon.
Quindi, amiche e amici, avete più strade per sostenere questa bellissima realtà: acquistare il libro, fare una donazione, oppure – perché no – tutte e due le cose.

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