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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Film»Vermiglio di Maura Delpero
    Film

    Vermiglio di Maura Delpero

    Erica ArosioBy Erica Arosio25/09/2024Nessun commento4 Mins Read
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    Regia di Maura Delpero

    Con Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli

    Orietta Notari, Carlotta Gamba, Santiago Fondevila Sancet
    per la prima volta sullo schermo
    Rachele Potrich, Anna Thaler, Patrick Gardner, Enrico Panizza, Luis Thaler, Simone Benedetti
    e con
    Sara Serraiocco

    1944, ultimo anno di guerra, ma la gente ancora non lo sa. Per il momento patisce e anche in un piccolo paese come Vermiglio, sperduto sulle montagne della Val di Sole, in Trentino, si avvertono le conseguenze del grande conflitto. In un ambiente naturale aspro, filmato con un gusto da pittura fiamminga, Maura Delpero si addentra nella storia. I figli sono lontani e ogni lettera che ritarda è un colpo al cuore.

    Qualcuno si salva, come il giovane tornato al villaggio grazie a un commilitone siciliano che lo ha portato sulle spalle e che è stato adottato dalla comunità, dove tutti sono imparentati. Alcuni storcono il naso, perché sottrarsi alla guerra è roba da disertori. A Vermiglio si vive da sempre di poco, ma anche quel poco ora manca, ci sono i campi e le bestie, bisogna accontentarsi, i figli sono tanti e crescono senza troppe parole e senza abbracci. A quei tempi, anche prima della guerra, non si usavano i discorsi ma i fatti.

    C’è una sola classe che raccoglie alunni di tutte le età, il maestro è un ottocentesco, colto Tommaso Ragno che di suo ha una nidiata di figli e dietro l’austerità nasconde vizi da maschi, compresa una raccolta di foto sconce che tiene chiuse a chiave nel cassetto della scrivania. Al bar gli uomini giocano a carte, bevono, e fanno discorsi da uomini, in bilico fra pregiudizio e banalità.

    Le vere protagonista del film di Maura Delpero sono però le donne e le bambine. La moglie sfinita dai parti, la figlia che si innamora del soldato siciliano e lo sposa, la bambina più piccola, la più intelligente, l’unica che il padre farà studiare mandandola a Trento e l’altra, che avrebbe tanto voluto ma ha solo la buona volontà e troppe ossessioni religiose. Finirà in convento?  

    I maschietti sono vivaci, ingenui ma furbi, e tutti, ragazzini e ragazzine, sanno come “si comprano i bambini”, ma sono cose di cui non si parla. Non si parla neppure del ciclo, ogni adolescente lo scoprirà da sé, come qualcosa di cui vergognarsi: con occhi bassi la madre infilerà nella gonna due straccetti raccomandando di “girarli quando saranno sporchi”.

    Le ragazze hanno sguardi sognanti, una confidenza intrisa di luccicanza che diventa a seconda delle occasioni solidarietà, curiosità, affetto o anche solo l’accarezzarsi con una piuma.

    Anche quando la guerra finisce la vita non migliora e i piccoli grandi problemi di ogni giorno riempiono l’esistenza e a volte sembrano insormontabili. L’unica ragazza libera è quella un po’ strana, che fuma, sta seduta scomposta e dice cose che non dovrebbe dire. Tutti sanno che finirà male.

    Il peso della sopravvivenza grava su questa comunità chiusa che Maura Delpero racconta per il desiderio più che per il bisogno di guardare al suo passato, lei che, originaria di questi luoghi, vive fra l’Italia e Buenos Aires col marito, un attore argentino.

    Un racconto etnologico? Una ricerca storica? Anche, ma quello che si apprezza di più in questo film che rappresenterà l’Italia agli Oscar e che ha vinto il Leone d’Argento a Venezia, è la capacità di raccontare il femminile.

    Quello più intimo e arcaico, impresa in cui Maura Delpero si era già cimentata col suo primo lungometraggio, Maternal. L’occhio della regista è libero, indenne da trappole ideologiche o femministe, interessato a sondare l’aura misteriosa del femminile, riportando alla memoria film come Il giardino delle vergini suicide e Picnic a Hanging rock. L’essenza della femminilità, qui come nei film di Sofia Coppola e Peter Weir, resta sospesa, potente, magica.

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    Erica Arosio

    Erica Arosio, milanese, una laurea in filosofia, giornalista, scrittrice, critico cinematografico, è mamma di due figli meravigliosi, Mimosa e Leono. è stata a lungo responsabile delle sezioni cultura e spettacolo del settimanale «Gioia» e ha curato per vari anni la rubrica cinema di «Radio Popolare». Autrice di una biografia su Marilyn (1989 Multiplo, poi 2013 Feltrinelli Real cinema, in cofanetto con il dvd «Love, Marilyn»), ha collaborato a varie testate, fra cui «la Repubblica» e «Il Giorno». Nel 2012 esce il suo primo romanzo, “L’uomo sbagliato” (La Tartaruga, poi Baldini & Castoldi, 2014). Con Giorgio Maimone scrive una serie di gialli ambientati nella Milano degli anni 50 e 60: “Vertigine” (Baldini & Castoldi, 2013), “Non mi dire chi sei”, “Cinemascope” , “Juke-box” e il racconto “Autarchia” nell’antologia “Ritratto dell’investigatore da piccolo” (tutti per Tea), “Macerie” (2022, Mursia), “Mannequin” (2023, Mursia) Sempre con Giorgio Maimone ha scritto “L’Amour Gourmet” (Mondadori, 2014), un romanzo sentimentale ambientato nella Milano degli anni Ottanta, il mémoire sul ’68 “A rincorrere il vento” (2018, Morellini) e i gialli ambientati in Liguria “Delitti all’ombra dell’ultimo sole” (2020, Frilli) e “La lista di Adele” (2021, Frilli). A gennaio 2024 è uscita l’audioserie originale Faccia d’angelo, storia di Felice Maniero e della mala del Brenta, disponibile sulle principali piattaforme. E’ autrice di ”Carne e nuvole” (Morellini, 2018) una raccolta di 101 racconti brevi e della favola ”La bambina che dipingeva le foglie” (Albe edizioni, 2019). Ha pubblicato diversi racconti in antologie collettive ed è fra gli autori in Delitti di lago 3, 4 e 5 (Morellini editore).

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
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L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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