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    Home»Costume e società»Cultura»Film»Finalement
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    Finalement

    Erica ArosioBy Erica Arosio24/09/2024Updated:24/09/2024Nessun commento4 Mins Read
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    Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte

    di Claude Lelouch

    con Kad Merad, Sandrine Bonnaire, Elsa Zylberstein, Barbara Pravi, Françoise Gillard, e Michel Boujenah

    Strampalato fin dal titolo, ecco un film fantasioso, anarchico, imbevuto di follia, ma di quella buona, la follia dei sentimenti che è poi la temerarietà del vivere, ovvero la capacità di assaporare l’esistenza con tutte le sue bellezze (e le sue difficoltà) fino all’ultimo istante.

    Senza ubris, senza arroganza, con umiltà e empatia. Si invidia Claude Lelouch che a 87 anni (li compirà il 30 ottobre) ha diretto un film pimpante, con la libertà di chi ormai non deve più dimostrare nulla a nessuno. Ed è nata così una fiaba musicale, una storia tenera, assurda e in certi tratti fin demenziale, dove il regista di Un uomo e una donna mescola i generi, infila note autobiografiche, regala passioni, spezzoni di vecchi film da lui diretti, rende omaggio ai suoi attori feticcio, a cominciare da Lino Ventura.

    Il protagonista si chiama non a caso Lino mentre il vero Lino Ventura appare sia in vecchie scene di film che come uno degli amori della madre, interpretata da Françoise Fabian, altra attrice che ha lavorato spesso con Lelouch.

    Insomma, un crocevia di personaggi, un’autobiografia fantasiosa, ma soprattutto una dichiarazione d’amore per la vita dove non hanno spazio né i rimorsi, né i rimpianti, ma solo la gioia per il tempo che si è vissuto e la trepidazione delicata per quello che gli dei pagani avranno la benevolenza di conceder.

    Un film al tempo stesso senile e infantile che in questi tempo grami farà apparire un sorriso sul volto degli spettatori quando lasciano la sala.

    Cerco di ricostruire la trama che soprattutto nella prima parte è disordinata, perché anche noi spettatori siamo travolti dalla “follia” del protagonista, Lino, appunto, uno splendido Kad Merad nel ruolo della vita. Lo incontriamo mentre vaga per la Francia, muovendosi da nord (si arriva anche al mitico Mont Saint Michel) verso sud (finirà ad Avignone in pieno festival).

    Lino, sguardo sornione e faccia simpatica, gira con bagaglio leggero, in un autostop fuori tempo, trovando passaggi da francesi coi piedi per terra, gente che lavora, gente della Francia rurale. Ascoltiamo le chiacchierate e ci stupiamo perché ad ognuno si racconta in modo diverso, una volta è un prete spretato, un’altra un trombettista, poi un regista di film porno, infine un avvocato.

    Mente? Non proprio, perché Lino è affetto da una degenerazione fronto-temporale che lo porta ad essere esageratamente sincero e a fare tutto quello che gli viene in mente, senza filtri. Una follia dei sentimenti, l’ha definita un medico, che può durare per sempre o può anche “guarire”.

    I suoi incontri si trasformano così in qualcosa di imprevisto e sorprendente, anche romantico quando trova riparo in un fienile e conosce la contadina, dando inizio a una storia che assomiglia tanto a quella di I ponti di Madison County ed è proprio in quella occasione che la tromba si innamora del pianoforte. Non dico di più, lo capirete vedendo il film. Ne vale la pena, fidatevi, fatevi questo regalo.

    Parallelamente seguiamo le vicende della famiglia di Lino, in ansia per la sua fuga improvvisa, anche perché in un momento ancora più libero degli altri ha buttato il telefono nel fiume. E a poco a poco apprendiamo la storia, da un altro punto di vista, quello della “banale” verità razionale.

    Ma noi preferiamo la storia vorticosa, l’acrobazia spericolata fra i generi, il viaggio senza soluzione di continuità fra passato, presente e futuro. Quantomeno quel futuro che ancora resta a un uomo come Lino coi suoi sessanta anni abbondanti o quello che resta a Lelouch, che di anni ne ha 87. Mai vinti, né Lelouch, né il suo protagonista, animati da tanta voglia di guardare il mondo col sorriso riconciliato di chi è felice di tutto e non si oppone al destino. Si fa quel che si può, se ne è orgogliosi ed è bello che sia così.

    claude lelouch
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    Erica Arosio

    Erica Arosio, milanese, una laurea in filosofia, giornalista, scrittrice, critico cinematografico, è mamma di due figli meravigliosi, Mimosa e Leono. è stata a lungo responsabile delle sezioni cultura e spettacolo del settimanale «Gioia» e ha curato per vari anni la rubrica cinema di «Radio Popolare». Autrice di una biografia su Marilyn (1989 Multiplo, poi 2013 Feltrinelli Real cinema, in cofanetto con il dvd «Love, Marilyn»), ha collaborato a varie testate, fra cui «la Repubblica» e «Il Giorno». Nel 2012 esce il suo primo romanzo, “L’uomo sbagliato” (La Tartaruga, poi Baldini & Castoldi, 2014). Con Giorgio Maimone scrive una serie di gialli ambientati nella Milano degli anni 50 e 60: “Vertigine” (Baldini & Castoldi, 2013), “Non mi dire chi sei”, “Cinemascope” , “Juke-box” e il racconto “Autarchia” nell’antologia “Ritratto dell’investigatore da piccolo” (tutti per Tea), “Macerie” (2022, Mursia), “Mannequin” (2023, Mursia) Sempre con Giorgio Maimone ha scritto “L’Amour Gourmet” (Mondadori, 2014), un romanzo sentimentale ambientato nella Milano degli anni Ottanta, il mémoire sul ’68 “A rincorrere il vento” (2018, Morellini) e i gialli ambientati in Liguria “Delitti all’ombra dell’ultimo sole” (2020, Frilli) e “La lista di Adele” (2021, Frilli). A gennaio 2024 è uscita l’audioserie originale Faccia d’angelo, storia di Felice Maniero e della mala del Brenta, disponibile sulle principali piattaforme. E’ autrice di ”Carne e nuvole” (Morellini, 2018) una raccolta di 101 racconti brevi e della favola ”La bambina che dipingeva le foglie” (Albe edizioni, 2019). Ha pubblicato diversi racconti in antologie collettive ed è fra gli autori in Delitti di lago 3, 4 e 5 (Morellini editore).

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    Caterina Della Torre

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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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