Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Battocletti vita forte
    • Downton Abbey: il gran finale
    • Jane Austen ha stravolto la mia vita
    • Lo spartito della vita
    • Elisa
    • Quando la violenza scende in campo
    • Jay Kelly
    • Un murale per Alan Kurdi
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Downton Abbey: il gran finale

      By Erica Arosio11/09/20250
      Recent

      Downton Abbey: il gran finale

      11/09/2025

      Jane Austen ha stravolto la mia vita

      09/09/2025

      Lo spartito della vita

      08/09/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»"D" come Donna»Rebecca, medaglia crocifissa
    "D" come Donna

    Rebecca, medaglia crocifissa

    Daniela TuscanoBy Daniela Tuscano06/09/2024Updated:06/10/2024Nessun commento4 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Si chiamava Rebecca, come la matriarca biblica. Come Rebecca aveva due figli, come lei era forte, determinata, vincente. Sì, la Rebecca attuale era una campionessa. Non proveniva dalla Mesopotamia ma dall’Uganda, di cognome faceva Cheptegei. Aveva collezionato tre medaglie, fra cui una d’oro, nel mezzofondo e nella maratona.

    Perché Rebecca amava correre. «È stata la sua passione fin da bambina», racconta ora il padre, che la descrive estroversa e generosa. La immaginiamo, Rebecca, col suo nervoso corpo di fatica, libera e pugnace, e chissà a cosa pensava quando le gambe sfioravano il suolo quasi a prenderne i succhi vitali. Probabilmente a nulla, la corsa era il suo volo e la comprendeva tutta, è così per ogni atleta, lo era di più per lei, donna e africana. Quella di Rebecca era una libertà condivisa, perché le sue vittorie garantivano ai fratelli più piccoli di proseguire gli studi. La corsa di Rebecca l’aveva portata fino alle Olimpiadi di Parigi per partecipare alla maratona.

    La medaglia non è giunta. Ma non ci sarà un’altra possibilità.

    Si chiamava Rebecca, come la matriarca biblica. Ma era ugandese con residenza keniana. E in Kenya è morta, il 5 settembre, giorno di santa Teresa di Calcutta. Era appena rientrata da Messa. Aveva 33 anni.

    L’ha crocifissa l’ex-compagno Dickson Ndiema Marangach, versandole addosso una tanica di benzina che le ha ustionato il 75% del corpo. L’ha uccisa «all’indiana», come un tempo si bruciavano (vive) le vedove sulla pira del marito. L’ha uccisa per cancellarla, si dice per avidità, sicuramente per viltà.

    «Codardo, sei solo un codardo» ha gridato Sharon Verzeni, essa pure 33 anni, a Moussa Sangare che le infliggeva quattro coltellate «senza motivo», in realtà con un motivo sotteso e profondo, il sesso. Rebecca e Sharon sono state assassinate perché donne, come vengono trucidate le iraniane «malvelate» e le afghane cui un nuovo editto talebano nega perfino il diritto di parola.

    «Se io non esisto, tu chi sei?» domanda provocatoriamente, in un video, un’attivista in esilio all’estremista che vorrebbe eliminarne persino la memoria. E mentre il mondo occidentale volta loro le spalle, mentre il presidente del Cio afferma senza tema del ridicolo che «non esistono criteri scientifici per stabilire “cosa” [e non “chi”] sia una donna» (nessun dubbio su «cosa» sia un uomo, ovviamente) le afghane si filmano mentre cantano, ridono, mostrano sui social i bei volti di sfida alla ferocia patriarcale.

    Non ci stiamo allontanando dal dramma di Rebecca. Lo stiamo comprendendo nel più ampio spettro della misoginia sanguinaria. I pretesti per uccidere una donna possono essere i più svariati. Ma il motivo di fondo è identico. È sul sesso e non sul genere che si esercita crudeltà. È dal sesso e non dal genere che si stabilisce la differenza, che il patriarcato vive come limite e contro cui, titanicamente e utopisticamente, si rivolta. Il sesso e non il genere comporta il “secare”, la divisione; sancisce l’incompletezza, il bisogno, anzi la necessità della relazione; è il sesso e non il genere che il patriarcato vuol negare, affinché il «modello» resti unico, la parzialità sia spacciata per totalità, l’omologazione diventi la norma. È il sesso e non il genere che spaventa il dominio maschile.

    «Dove sono i veri uomini?» incalza la nostra sorella esiliata. La violenza non è solo il rifugio degli incapaci come decretava Asimov: è anche l’arma dei vigliacchi, dei «codardi»; gli uomini autentici ne hanno ripugnanza.

    Rebecca che corre, Sharon che passeggia, le iraniane che si scoprono, le afghane che cantano. E tante, tantissime donne che narrano un altro vivere, un pentagramma di colori e respiro, un’alternativa che la cappa grigia del maschilismo intende pugnalare, zittire, bruciare.

    Rebecca è l’ultima Crista sacrificata dal neopaganesimo sessista, caduta in circostanze così simboliche da rimanere fissa, inchiodata nella mente come su una croce. È questa la sua quarta e ultima medaglia, quella definitiva, che mai avremmo voluto vederle sul petto, e che tuttavia risplende, e corre e canta e vola, spazzando via la cenere dell’odio.

    ULTIM’ORA. Deceduto anche Dickson, il killer di Rebecca. Le bruciature riportate mentre dava alle fiamme Rebecca non hanno risparmiato l’ex-compagno, morto una settimana dopo la maratoneta. Parigi dedica intanto alla memoria di Rebecca la sua pista di atletica.

    Rebecca
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Avatar photo
    Daniela Tuscano

    Daniela Tuscano, docente di italiano e storia all'IIS «Enrico De Nicola» di Sesto San Giovanni (MI), esponente di Radfem Nord Italia e del gruppo I-Dee, si occupa di storia delle donne, di arte e scrittura nonché di dialogo interreligioso. Organizza incontri interculturali nelle scuole e presso varie associazioni. È autrice di volumi di prosa e saggistica, tra cui ricordiamo: «Femmine e preti non sono poeti» (con Madre Maria Vittoria Longhitano) e «Maternità surrogata, utero in affitto e gravidanza

    Related Posts

    Battocletti vita forte

    14/09/2025

    Quando la violenza scende in campo

    05/09/2025

    Dall’ India a Fasano passando per Torino e Bolzano

    28/08/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Post su Instagram 18067089128335314 Post su Instagram 18067089128335314
    Post su Instagram 18056643248425137 Post su Instagram 18056643248425137
    Elisa recensione di Erika Arosio Elisa recensione di Erika Arosio
    Lo spartito della vita di Erica Arosio Lo spartito della vita di Erica Arosio
    Fuori cinema in Gae aulenti Fuori cinema in Gae aulenti
    Post su Instagram 17969264072791937 Post su Instagram 17969264072791937
    Post su Instagram 18524484466032075 Post su Instagram 18524484466032075
    Parco Nord a Milano Parco Nord a Milano
    Parco Nord milano Parco Nord milano
    Post su Instagram 18075304736483397 Post su Instagram 18075304736483397
    Post su Instagram 18102166543591351 Post su Instagram 18102166543591351
    Post su Instagram 18063120035036334 Post su Instagram 18063120035036334
    Warfare di Erica Arosio Warfare di Erica Arosio
    Fragilità e forza Fragilità e forza
    Aperitivo da Illy in Gae aulenti Aperitivo da Illy in Gae aulenti
    Post su Instagram 17977992797879651 Post su Instagram 17977992797879651
    Matera e Matera e
    Vista di Milano dalla Triennale Vista di Milano dalla Triennale
    Post su Instagram 17892342741296014 Post su Instagram 17892342741296014
    Trattoria a Sant'Ilario d'Enza in provincia di Reg Trattoria a Sant'Ilario d'Enza in provincia di Reggio Emilia da provare
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    le stagioni della verità

    Questo mio corpo

    Amazon.it : Questo mio corpo

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK