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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Cultura»Film»Another end
    Film

    Another end

    Erica ArosioBy Erica Arosio17/03/2024Nessun commento4 Mins Read
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    Regia di  Piero Messina

    con   Gael García Bernal, Bérénice Bejo), Renate Reinsve, Olivia Williams

    In sala dal 21 marzo

    Le metropoli oggi si assomigliano tutte: grattacieli di vetro, piazze vuote, geometrie eleganti e tanta  freddezza con un senso incombente di estraneità. Proprio in una metropoli anonima del futuro prossimo Piero Messina, nove anni dopo  L’attesa, ambienta il suo nuovo film, che ha un primo merito: non assomiglia per niente alle produzioni italiane a cui siamo abituati ma vola alto, con grandi aspirazioni, un prezioso cast internazionale e la capacità di gestire il genere science-fiction come in un kolossal hollywoodiano. La sfida mi piace, le emozioni non mancano come le riflessioni a fine film, quindi pazienza se non tutto è proprio perfetto.

    Fin dalle prime inquadrature veniamo portati in un contesto fantascientifico caratterizzato da un senso di rarefazione che per tutto il film mi ha ricordato le atmosfere di Gattaca. Ovvero quei territori dove la fantascienza tracima nella metafisica. Siamo subito messi di fronte ai corpi sui quali interviene un’azienda con la sua tecnologia e immediato arriva un interrogativo: basta il corpo a definire un essere umano o in noi c’è qualcosa di più? Intorno a questa domanda si snoda tutto il film.

    Chi manipola i corpi è un’azienda che sfrutta le fragilità umane e il dolore ma al tempo stesso tiene presente il lato caritatevole: Aeterna infatti utilizza una tecnologia che rende possibile impiantare i ricordi di chi non c’è più nel corpo di un “locatore”, un host retribuito che restituisce a chi ha patito una perdita la possibilità di passare ancora qualche giorno con la persona amata. L’aspetto fisico non sarà uguale a quello di chi ci ha lasciato, ma i ricordi sono quelli veri, originali. La sostituzione però non può durare all’infinito, quindi chi ricorre a “Another end”, a una nuova fine, deve sfruttare ogni istante per recuperare il tempo perduto, porre domande, chiedere scusa, abituarsi all’assenza, elaborare il lutto, in una parola dare un senso al dolore della mancanza e ricominciare.

    Sal (Gael García Bernal) non si rassegna alla perdita dell’amata moglie Zoe morta in un incidente automobilistico. Guidava lui e il senso di colpa lo perseguita. Sua sorella Ebe (Bérénice Bejo), scienziata di Aeterna, fa di tutto per convincerlo a ricorrere a Another end e poter ritrovare così la donna. Sal non ne è convinto, preferisce trovare consolazione nei ricordi veri, guardare il vecchio walkman di Zoe, oppure ascoltare le canzoni amate da tutti e due, finché la disperazione vince e  cede alla proposta della sorella. Nella sua vita irrompe così una rinata Zoe (Renate Reinsve) ma come sempre la tecnologia non è così facilmente controllabile,  i ricordi immessi artificialmente in un corpo estraneo possono lasciare cascami e le emozioni non sono completamente governabili dalla tecnologia. L’incontro fra Sal e la locatrice prende strade impreviste in cui tutto si confonde.

    L’ho detto, il film è ambizioso e temerario perché nel contenitore di quello che si potrebbe definire un mélo fantascientifico immette a piene mani dubbi etici e addirittura tentazioni filosofiche, aspirando a raccontare la fragile materia di cui sono fatti i sogni. E pure noi umani che in fondo siamo il nostro sogno e i nostri ricordi.

    Il racconto procede con momenti ipnotici e qualche colpo di scena. I ricordi sono delicati come carta velina, il déjà vu è una sensazione che tutti abbiamo provato e che nessuno sa spiegare con esattezza, il dolore della perdita è famigliare a ciascuno anche se le reazioni sono diverse e vanno dalla disperazione alla rimozione.

    Nella linea della storia principale si innestano altre vicende tutte con il retrogusto della mancanza. C’è la vecchia signora che si accontenta di vedere di nuovo il marito seduto in poltrona, in silenzio, c’è una madre che pur di avere ancora la figlia accanto accetta di rivivere le angosce della sua tossicodipendenza.

    Aeterna, l’azienda produttrice della tecnologia, è attraversata da slanci umanitari e il lavoro svolto è qualcosa di più complicato di un semplice business. Anche perché è nelle mani di uomini e donne che, come tutti, hanno conosciuto il senso della perdita e cercano di rimediare come possono.

    Si esce dal film con un misto di languore e speranza perché l’illusione di poter tenere in vita chi amiamo fino a quando saremo davvero pronti a dirgli addio è consolatoria e ci viene voglia di rivalutare i ricordi, i nostri e quelli di chi abbiamo vicino: sarebbe bello cristallizzarli in un chip per non perderli mai.

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    Erica Arosio

    Erica Arosio, milanese, una laurea in filosofia, giornalista, scrittrice, critico cinematografico, è mamma di due figli meravigliosi, Mimosa e Leono. è stata a lungo responsabile delle sezioni cultura e spettacolo del settimanale «Gioia» e ha curato per vari anni la rubrica cinema di «Radio Popolare». Autrice di una biografia su Marilyn (1989 Multiplo, poi 2013 Feltrinelli Real cinema, in cofanetto con il dvd «Love, Marilyn»), ha collaborato a varie testate, fra cui «la Repubblica» e «Il Giorno». Nel 2012 esce il suo primo romanzo, “L’uomo sbagliato” (La Tartaruga, poi Baldini & Castoldi, 2014). Con Giorgio Maimone scrive una serie di gialli ambientati nella Milano degli anni 50 e 60: “Vertigine” (Baldini & Castoldi, 2013), “Non mi dire chi sei”, “Cinemascope” , “Juke-box” e il racconto “Autarchia” nell’antologia “Ritratto dell’investigatore da piccolo” (tutti per Tea), “Macerie” (2022, Mursia), “Mannequin” (2023, Mursia) Sempre con Giorgio Maimone ha scritto “L’Amour Gourmet” (Mondadori, 2014), un romanzo sentimentale ambientato nella Milano degli anni Ottanta, il mémoire sul ’68 “A rincorrere il vento” (2018, Morellini) e i gialli ambientati in Liguria “Delitti all’ombra dell’ultimo sole” (2020, Frilli) e “La lista di Adele” (2021, Frilli). A gennaio 2024 è uscita l’audioserie originale Faccia d’angelo, storia di Felice Maniero e della mala del Brenta, disponibile sulle principali piattaforme. E’ autrice di ”Carne e nuvole” (Morellini, 2018) una raccolta di 101 racconti brevi e della favola ”La bambina che dipingeva le foglie” (Albe edizioni, 2019). Ha pubblicato diversi racconti in antologie collettive ed è fra gli autori in Delitti di lago 3, 4 e 5 (Morellini editore).

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Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
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C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
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