Filosofi?

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La Treccani.it definisce filosofo chi si dedica abitualmente alla filosofia, cioè allo studio di quei problemi che sono oggetto dell’attività del pensiero; questa attività intellettuale ha lo scopo di elaborare una concezione complessiva della realtà del mondo e dell’uomo che sia coerente e fondata su basi razionali.

Tutto bene, ma dobbiamo aggiungere che è il vero filosofo è colui che amando la sapienza (come da etimo) non dà nulla per scontato ma mette in discussione ciò che è oggetto della conoscenza. Come ci ha insegnato Socrate, il primo vero filosofo della filosofia occidentale, gli stereotipi ci obbligano a pensare non secondo ciò che pensiamo veramente, ma secondo ciò che ci è stato insegnato. Gli stereotipi, le idee preconcette, quelle venute prima dei concetti e quindi venute prima di noi, della nostra consapevolezza di esseri umani, hanno bisogno di elaborazione. Pena? Una vita non autentica brancolante nella confusione.

Venendo all’oggi, al contemporaneo pensiero dei filosofi, o almeno di alcuni cosiddetti tali, c’è da mettersi le mani dei capelli. Mi riferisco al super citato Massimo Cacciari, un docente di Filosofia molto preparato e dalla brillante carriera accademica che ho avuto l’idea di intervistare qualche fa (il video lo trovate in rete), del resto tutti i filosofi che ho intervistato durante il mio percorso di ricerca li ho scelti con precisa intenzione; bene, proprio lui sta dando un’immagine distorta del filosofo. Lo avrete ascoltato durante le sue performance televisive molto accese al limite della scarsa buona creanza quando si lamentava dell’eccessiva invadenza dello Stato nelle nostre vite in rifermento alle vaccinazione anti covid. Ora che ha fatto la terza dose c’è chi, tra i suoi ignari estimatori no vax è rimasto deluso definendolo traditore. Perché ignari? Perché non sanno che il nostro più che un filosofo si sta dimostrando un sofista, amico di quei straordinari incantatori che nell’antica Grecia insegnavano l’arte della retorica a pagamento. Come Gorgia, il più noto sofista della Grecia, anche Cacciari sa che la parola è un farmakon, uno straordinario filtro magico e al tempo stesso un veleno mortale. E di questa consapevolezza ne fa buon uso.

E che non si definisca un Socrate, non ha nulla in comune con il grande ateniese che cercava di aiutare gli esseri umani ad uscire dalla confusione e non a lasciarsene irretire. Come scrive Gramellini il 13 gennaio 2022 “Socrate sapeva di non sapere mentre per il Massimo della saggezza sono gli altri a non sapere nulla”. Eh, beh, ma Socrate era un filosofo mentre Cacciari nella nuova veste mi ha delusa: un filosofo non può venire meno al suo compito.

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Profilo Autore

Maria Giovanna Farina

Maria Giovanna Farina si è laureata in Filosofia con indirizzo psicologico all’Università Statale di Milano. È filosofa, consulente filosofico, analista della comunicazione, formatrice e autrice di libri per aiutare le persone a risolvere le difficoltà relazionali. Nei suoi saggi e romanzi ha affrontato temi quali l’amore, la musica, la violenza di genere, la filosofia insegnata ai bambini, l’ottimismo, la libertà, la relazione con gli animali da compagnia e col cibo. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, nel 2001 ha fondato Heuristic Institution dove si è dedicata, in collaborazione con il filosofo Max Bonfanti, anche alla ricerca di metodi e strategie da applicare alla risoluzione delle difficoltà esistenziali attraverso il TFAR (trattamento fenomenologico delle aree relazionali) da loro ideato. È creatrice della rivista on line “L’accento di Socrate”, scrive su varie riviste ed è intervenuta ed interviene in Radio e TV. Ha tenuto incontri e conferenze sulla violenza di genere a scuola e presso associazioni, taluni sponsorizzati da Regione Lombardia e patrocinati da vari Comuni italiani. Con un gruppo di studiosi ha chiesto, ottenendolo, alla Treccani.it di inserire la parola nonviolenza in un’unica forma verbale. Studiosa di relazioni, il suo sito è www.mariagiovannafarina.it

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