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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»25 aprile e le partigiane
    Costume e società

    25 aprile e le partigiane

    Marta AjòBy Marta Ajò24/04/2021Updated:24/04/2021Nessun commento5 Mins Read
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    partigiane520
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    25 aprile. Una celebrazione necessaria e non uno stereotipo storico

    Per riposizionare ogni fatto, ogni testimonianza, ogni cronaca nella sua verità e dare sostanza e credibilità al racconto orale, dovremmo riflettere sull’ uso-abuso della parola guerra come metafora ricorrente.
    Di questi tempi la parola “guerra” viene applicata (per esempio) alla difesa dalla diffusione di un virus e alla resistenza che dobbiamo ad esso opporre. Ma si tratta di una estensione illegittima.
    Intanto il soggetto e i soggetti. La guerra intesa comunemente come conflitto armato, in attacco o in difesa, vede contrapporsi il fondamentale ed ultimo interesse del vincitore sul vinto, condizione questa che non appare essere presente nella difesa dalla pandemia.
    Inoltre, i protagonisti della guerra possono variare per formazione e numero, sia nel confliggere come nell’allearsi.
    Ma nella guerra non ci sono solo tattiche e dinamiche militari, elementi tecnici e rapporti materiali di forza. In una guerra di Liberazione come quella che ricordiamo, ci sono fattori e rapporti umani spesso più decisivi di quelli tradizionali.
    Per questo, senza retorica, serve accostarsi alla ricorrenza del 25 aprile come l’ unica, vera e sola data che rammenta e storicizza il dramma unico della nostra guerra e il giorno della sua fine.
    Per questo, da 76 anni la Nazione ricorda il giorno della Liberazione con la caduta dell’ultimo baluardo fascista e la fine dell’occupazione nazista, conquistata anche grazie alla resistenza della sua popolazione e al valore di partigiani di ogni tendenza che compresero in un unico fronte comune donne, uomini, operai, contadini e giovani.
    Un giorno speciale per la storia del Paese che tutte le Istituzioni celebrano per dovere verso la storia, la Nazione, i militari caduti, i numerosi civili, di ogni età, genere e purtroppo razza.
    Dal punto di vista storico generale la data significativa sarebbe quella della fine della guerra, successiva di qualche giorno al 25 Aprile, con la resa dell’armata tedesca. Dal punto di vista della coscienza collettiva risulta però ancora più importante la festa del 25.

    Ed è necessario ripetere questo rito per dare valore al senso della Patria, specialmente nel passare degli anni, che ne affievoliscono il significato insufficiente nello studio, vissuto con scarso sentimento nella valutazione collettiva, perché non assuma un tono impersonale quanto obsoleto.
    D’altronde la platea a cui questa celebrazione si rivolge oggi è formata per lo più da giovani e giovanissime generazioni, private della memoria familiare o condizionata da un’informazione mediatica pressappochista.
    Abituati a respirare venti di guerre lontane a cui si è assistito negli ultimi anni dello scorso secolo insieme a quelle proliferate in questo scorcio del nuovo. Vissute con una percezione di quotidianità esse appaiono lontane, inafferrabili, purtroppo a volte affascinanti fino a sentire il bisogno di sostenerle, come nel fenomeno dei foreign fathers.

    La crescita dissennata nel mondo di economie e poteri, l’aumento della violenza, di conflitti sono vissuti come normalità. Il cattivo uso, abuso della tecnologia, ancora troppo fuori da regole, alimentano ipotesi di ulteriori tensioni senza confini, dove tutto può essere ancora possibile e la conta delle sofferenze e dei morti ininfluente.
    Senza percepire realisticamente che dietro ogni numero, ogni fatto, ogni conflitto ci sono persone e sofferenze.
    Per questo oggi, per risvegliare coscienze sopite, ravvivare i ricordi, dare speranza di futuro è necessario più che mai ritrovarsi in questo spirito unitario di libertà e di Patria, per rendere onore a chi ci ha preceduto e a coloro che con il loro sacrificio hanno consentito di vivere in un Paese libero e democratico, di ottenere diritti, di emanciparsi.
    Riprendono valore le parole “ideale, ricostruzione, coraggio” che definiscono i sentimenti che spinsero negli anni post bellici gli italiani a ricostruire le basi per fare ripartire un paese distrutto, in cui abbiamo tutti avuto la possibilità di crescere e vivere da cittadini liberi.
    E alle molte celebrazioni che in quel giorno si programmano in tutto il Paese, un particolare significato avranno quelle che le donne svolgeranno nel ricordo dell’impegno che svolsero nella guerra di Liberazione. Un ruolo che è ben lontano dagli stereotipi con cui la loro partecipazione è stata spesso rappresentata in un ruolo marginale, che una vetero cultura maschilista ha preferito conservare nel tempo.
    Eppure allora, come oggi, come sempre e da sempre, le donne sono state essenziali.
    Dobbiamo ricordare che 35 mila donne furono le partigiane che fecero la Resistenza e che pagarono il loro impegno anche con la vita. Ancora delle 70 mila quelle che aderirono ai gruppi di difesa della donna, 1859 furono vittime di violenza e stupro, 4635 vennero arrestate torturate condannate, 2750 deportate, 623 fucilate o cadute in azione. Al loro valore furono o assegnate 19 medaglie d’oro al valore militare, di cui 15 alla memoria. Le donne come sempre e in ogni circostanza, hanno svolto una parte importante della storia in eguale misura e con uguale coraggio di tutti gli altri. Non sembra giusto doverlo rivendicare ogni volta, come fosse un’eccezionalità, il bisogno di trovare loro un’identità, uno spazio nella storia oltre che nel presente.
    Infine un 25 aprile non simbolico, non convenzionale.
    Che mantenga inalterato e alto lo spirito di libertà e di riconciliazione sociale dopo una guerra patita e causata da volontà di dominio e di conquista, di sopraffazione e supremazia razziale che non aveva sostanza allora come oggi.
    La memoria infine, come antidoto universale, indispensabile di mali passati e avvertimento per altri che volessero distruggere le conquiste raggiunte. Un monito di cui c’è ancora bisogno.

    25 aprile
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    Marta Ajo
    Marta Ajò
    • Website

    Marta Ajò, scrittrice, giornalista dal 1981 (tessera nr.69160). Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Direttrice responsabile della collana editoriale Donne Ieri Oggi e Domani-KKIEN Publisghing International. Ha scritto: "Viaggio in terza classe", Nilde Iotti, raccontata in "Le italiane", "Un tè al cimitero", "Il trasloco", "La donna nel socialismo Italiano tra cronaca e storia 1892-1978; ha curato “Matera 2019. Gli Stati Generali delle donne sono in movimento”, "Guida ai diritti delle donne immigrate", "Donna, Immigrazione, Lavoro - Il lavoro nel mezzogiorno tra marginalità e risorse", "Donne e Lavoro”. Nel 1997 ha progettato la realizzazione del primo sito web della "Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità" della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il quale è stata Editor/content manager fino al 2004. Dal 2000 al 2003, Project manager e direttrice responsabile del sito www.lantia.it, un portale di informazione cinematografica. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio.

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    Caterina Della Torre

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    Redattora del sito internet www dols.it

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    Rose di maggio Rose di maggio
    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
https://www.dols.it/2025/04/30/il-valore-del-rispetto-in-un-mondo-che-ha-dimenticato-lumanita/
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