SARAH, CHE CORREVA CON NOI

0

Lettera alla giovane egiziana suicidatasi in Canada

di Daniela Tuscano

Lo so, ti sento. Sei su di me, sei mia; ho visto la tua immagine solo due giorni fa, ma mi eri sorella da sempre. Non ti ho scoperta, ti ho ritrovata.

Conosco il fremito dell’erba nell’aria azzurra. Il piacere tutto fisico di appropriarsene. E quel che segue, sogni, invenzioni, paure, corse, ferite, baci. Quel sorriso diretto, le sopracciglia argute, il taglio dei capelli, corto e lucido; così esposto; così, ecco, inerme; mai sazio di vita, febbrile di scoperte. L’ho visto tante volte; ogni volta che mi specchiavo. Eri me, ero te, eravamo le mille e più donne di Qabbani: tutte noi. Ribelli loro malgrado, ribelli perché siamo.

sarah3Non hai mai smesso di correre, carissima Sarah. La prima volta, quando nel tuo entusiasmo – il tuo allarmante, magnifico entusiasmo – hai sventolato un bandierone arcobaleno più grande di te. Stavi a un concerto, “quel” concerto, Mashrou Leila, musica e libertà. Spericolata e ingenua come tutti i giovani, pensavi davvero che l’arte poteva fermare la violenza o, forse, intenerire il violento. Convincerlo che non esiste un amore senza diritto di cittadinanza. La fiducia nell’intima bontà dell’uomo (A. Frank): è stato questo, non l’omosessualità, il tuo vero “coming out”.

Hai continuato a credere a quella bellissima illusione anche quando ti hanno arrestata, picchiata, torturata, anche quando decine di uomini ti sono passati sopra come rulli, brutali e indifferenti, in nome del Decoro, dell’Onore, della Morale. E, soprattutto, di Dio.

Ma “nemmeno Dio è dalla tua parte!”. Nemmeno lui! – esclama la prostituta Aicha al suo migliore amico, l’omosessuale Jamal, nel romanzo di Bahaa Trabelsi “Une vie à trois”. Al che egli replica: “Il mio Dio è misericordioso. Io mi fido di lui”. Ancora la fiducia, sempre la fiducia!

E la misericordia, che tutti invocano, meccanicamente, sciattamente. Senza crederci sul serio, anzi diffidandone, anzi respingendola. “Nel nome di Dio il misericordioso il clementissimo”. Sì. Ma andiamoci piano. La misericordia gioca brutti scherzi. Vola dove vuole. È mistica e scivolosa. Meglio il castigo – non significa, in fondo, “rendere puri”? –, la giustizia retributiva. Specialmente con determinati peccati, così manifesti, così logicamente innaturali!

E così hai ripreso a correre, a correre malgrado te, fuori di te. Lontana da certi dedali di vie che, però, ti scoppiavano dentro, da certe persiane abbassate, dai profumi a volte aridi, a volte lussureggianti, ma tuoi, incisi nella carne, nel respiro. Fuori, altrove, c’era libertà. Ma quale libertà! Quale felicità per il corpo, se l’anima restava prigioniera, cancellata da un mondo che pur sentiva suo?

Già, il mondo. “Sei stato davvero crudele, ma io perdono”; “Il cielo è più dolce della terra! E io voglio il cielo, non la terra”. Questo il messaggio che ci hai lasciato. Sono blasfema se, a me cristiana, quella frase, quel verbo “perdono”, ricordano le ultime parole di Cristo in croce? Se quell’invocazione, quella pretesa di cielo, mi sembra già paradiso? Ti hanno dato dell’atea, non sanno nemmeno dove e se ti seppelliranno, e tu ti sei già fatta sacrificio. Ti sei sentita fragile, sconfitta, quando sono altri ad averti stremata, quelli che hanno confinato Dio nei loro perimetri umani, legiferando in nome suo, credendosi lui.

Adesso, Sarah, la corsa è finita. Adesso hai trovato quella misericordia che il tuo gesto, tremendo e vertiginoso, ha anticipato. Sei stata nostra sorella perché ogni donna, in Oriente o in Occidente, a Sud come a Nord, cristiana o laica, musulmana o buddista, eterosessuale o lesbica, è vasta; contiene moltitudini; e c’è sempre qualcun altro pronto a tarparle il volo, bestemmiando, egli sì, il frutto della creazione, quella sua originale diversità, l’imprevisto ridente: noi.

© Daniela Tuscano

PER APPROFONDIRE:

https://www.vanityfair.it/news/diritti/2020/06/16/sarah-hijazi-attivista-egiziana-lgbt-suicidio-regeni-zaki

https://www.internazionale.it/opinione/chiara-comito/2015/02/12/concerto-mashrou-leila-torino

sarah4

 

CONDIVIDI

Profilo Autore

Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

Lascia un commento


7 + tre =