Donne e Covid-19: Storia di chi accoglie

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Non è da tutti essere donna, è un privilegio. 

È dunque un atto di verità promuovere e supportare le azioni volte al riconoscimento e alla valorizzazione della popolazione femminile, quando si narra la drammatica storia della pan- demia da Covid 19. 

Si sono levati appelli affinchè il ruolo delle donne in ambito lavorativo, famigliare, decisionale nelle strategie di gestione della crisi sanitaria, venga riconosciuto e non solo da un punto di vista meramente numerico. 

L’appello delle giornaliste della 27 Ora e le voci di scienziate, politiche, professioniste e donne della società civile, hanno portato all’attenzione del Governo la colpevole e sorprendente as- senza nella Task Force e Comitati tecnico scientifici della Protezione Civile nazionale e regio- nale di figure professionali femminili di cui il nostro Paese è ricchissimo. 

Sorprende e sgomenta che aspetti fondamentali della sfera medico scientifica, sociale ed economica non vengano condivisi e discussi con le donne, non solo perché rappresentano la metà della cittadi- nanza italiana, ma occupano, in tutti i settori della vita pubblica e privata, un ruolo fondamentale emerso ancor più durante l’emergenza Coronavirus. 

Si parla molto dei diversi dati di mortalità tra uomini e donne (circa il doppio per i primi), dato pe- raltro che si riduce nelle fasce di età più avanzata delle donne, ma poco del fatto che quest’ultime presentano una percentuale di contagio maggiore: circa il 70% degli operatori sanitari e socio assi- stenziali sono donne, da sempre impegnate nella cura della collettività e dei singoli. 

Inadeguatamente viene messa in luce la massiccia ed esperta presenza di professioniste nel mondo del lavoro, della politica, della scuola, delle università, degli ospedali e istituti di ricerca. A titolo di esempio basta sottolineare che il 56% dei medici iscritti all’Albo e il 77% degli infermieri sono donne. 

Ciò rende conto di quale può essere stato l’impatto dell’epidemia da Covid-19 sulla popolazione femminile, ulteriormente aggravata dalla cura, ognuna, delle proprie famiglie, dei bambini e delle bambine, degli anziani e delle anziane. 

Alcuni valori collegati da sempre alla gestione della sfera privata quali, i rapporti tra le generazioni e le relazioni di affetto reciproco nelle famiglie, la salute ma anche la solitudine e l’isolamento, il rapporto economico tra privato e pubblico, mai come ora devono essere rivalutati come valori pub- blici e valorizzati nella sfera decisionale. 

Tutto ciò è quanto ha dimostrato l’emergenza Covid: ancora una volta, la forte presenza femminile, l’albero portante del nostro Paese che sostiene, accoglie ma troppo spesso disconosciuto. 

Ben venga quindi l’intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, anche se in extremis e dopo non poca indignazione, per una maggiore presenza delle donne nelle task force per affiancare il Governo nella gestione dell’emergenza coronavirus e nella fase due, ma il senso della “conces- sione” non dovrebbe più essere consentito. Le donne non possono solo dare, ma devono ricevere, avere il loro riconoscimento e valorizzazione nella rappresentanza pubblica. Non a caso, nelle nu- merose task force istituite dal Governo, la presenza delle donne è sempre sottorapprentata e sarebbe 

necessaria approvare una legge affinché in ogni commissione, organo, tavolo tecnico di nomina isti- tuzionale e pubblica ci sia reale parità, come da più voci richiesto. 

Donne – Forum per il Diritto alla Salute

Donatella Albini, Marzia Frateschi, Elisabetta Papini, lucilla Tedeschi, Daniela Vangieri
Direttivo-Donne Forum per il Diritto alla Salute

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

1 commento

  1. Galleri Alfredo on

    Condivido la battaglia per arrivare a quel punto di equità salariale per il lavoro, di rappresentanza a governo del paese (città, regioni, parlamento ecc.) nelle istituzioni perché la preparazione delle donne è superiore a quella dei maschi sicuri di avere più possibilità di entrare in tutti i settori e quindi meno interessati a dare il massimo. Vi appoggio e vi appoggero’sempre voi donne autentiche e non quelle che accettano il sistema.

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