Noi, la quarantena e quei momenti difficili senza respiro

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C’e’ un’immagine che mi ritorna spesso in mente in questi giorni di quarantena forzata che alterna  torte  e canti dal balcone a pensieri  contingenti verso chi versa in situazioni al limite  per  spazi  , convivenze  e relazioni.
L’immagine di me in uno di quei momenti difficili che la vita  propone.Ma per difficili  intendo qualcosa di veramente pesante . Qualcosa del tipo ” lutto per  tua madre , marito da vent’anni che ti molla per un’altra venti giorni dopo quel lutto  (ed e’ pure Natale) , due bimbi piccoli ,  trasloco , lavoro nuovo e  la tua famiglia lontana “.
Ecco una cosa cosi.
Allora, ripensando ad un momento difficile della vita cosi, vi dicevo che  mi rivedo in questi giorni in un flashback ricorrente di quel periodo.
Ci sono io, al buio, seduta nella macchina appena parcheggiata sotto casa

donna macchina

Io alla fine di  una giornata di lavoro nuovo , bello ma  pesante perche’ comportava a volte anche  200 klm al giorno, che respiro.
Si,respiro. Profondamente e in silenzio.
Ricordo nettamente che sarei dovuta scendere dalla macchina , prendendo la spesa fatta al volo magari in tre citta’ diverse dove ero stata quella giornata appena finita , andando  su velocemente dai bimbi che mi aspettavano.
Ma ,altrettanto nettamente ,ricordo che non ce la facevo  subito.
Quel momento lì al buio , quel momento di decompressione per me era fondamentale.
Respiravo  profondamente e riprendevo fiato  in  quello spazio, sia pure di un minuto, “per me”.
Lì c’ero ancora io. Io come mi sentivo anche se era impossibile mollare del tutto ogni sensazione per la paura  di aprire troppo al dolore e allo smarrimento di tutto quel marasma capitatomi sulle spalle e non riuscire a ricompormi velocemente
Una volta scesa da quella macchina tornava ad essere su di me l,infatti,la maschera , in senso buono e necessario, della mamma. Quella che doveva avere la forza anche per loro due che mi aspettavano.
Quella che doveva riempire quel vuoto creatosi in famiglia trasformandolo, dopo tanti cambiamenti e tanto dolore,  in quella  nuova ,piu piccola e bella nostra famiglia.
Niente lacrime da far vedere, niente dolore o quasi.Insomma forza per tutti e sorriso per tutti.
Allora..questa digressione personalissima e rara che credo di fare per la prima volta dopo ormai tantissimi anni trascorsi “perché” mi chiederete?
Perche’ oggi, oggi che tanta strada e’ trascorsa, oggi che sono serena nella mia casa , con i miei spazi, le cose che amo e, soprattutto, forte dei miei affetti cresciuti e piu cari…oggi che posso essere libera di manifestare i miei sentimenti  come e quando voglio, oggi penso a tutte quelle donne che non hanno neanche in questi giorni quello spazio per “respirare”.Per riprendere fiato.
Che non possono neanche stare quel momento che avevo io in quella macchina la sera al buio a respirare .Profondamente.

casa donna bimbi
Quelle che non hanno un angolo per sé in casa dove nascondersi se soffrono, se sono maltrattate, se si sentono deboli e sperse.
Quelle che che devono “farsi forza per” e la convivenza forzata costringe ora a non aver piu’ spazio ed ancora meno tempo.
Non so a voi, ma a me questo pensiero fa stringere  il cuore in questi giorni.
Fa stringere il cuore  perche’ sono convinta che neanche saranno fra voi che leggete quelle donne.
Non ci saranno perche’ e’ difficile anche fermarsi a leggere qualcosa  in certi momenti davvero difficili .Non sei a pensare a come occupare il tempo,impastare,disegnare o fare bricolage.
Non puoi fermarti a leggere in quelli davvero difficili.
Sei con l’acqua ed il cuore alla gola..e non riesci “a respirare”.
Cosa possiamo fare allora ? Mi chiedo pensando con tenerezza anche a quella me di un bel pò di anni fa .
Non so, forse guardarci intorno meglio cercando chi potrebbe stare cosi in questo momento…e dargli una mano.
Dargli una mano metaforicamente anche solo facendo capire che sappiamo.
Che la loro fatica e la loro difficoltà è compresa.
Si puo’ sollevarle anche con piccoli gesti,senza dire niente.Per esperienza so che nei momenti difficili, quelli difficili davvero, ci sono estranei che ti sorprendono, sorprese che ti fanno allargare il cuore e tirar fuori un sorriso che  ti fa sentire meno  solitudine e fatica .
La quarantena non e’ democratica. Non ha spazi uguali, balconi per tutti, stanze per tutti.
Non ha spazi per tutti  in cui raccogliersi  e riprendere fiato.
Non e’ un caso che si stia lanciando in questi giorni proprio una campagna per divulgare la  app da scaricare sul  cellulare del 1522 il numero verde collegato con i centri antiviolenza per  le segnalazioni.app-donneCon la app si puo’ messaggiare.Senza farsi sentire che a volte anche in casa una telefonata non e’ facile .
Raccontano in questi giorni le operatrici di chiamate appena sussurrate, nascoste da radio ad alto volume se non anche di un crollo delle chiamate stesse perchè magari anche quel sussurrare diventa impossibile.
Ma restano anche le altre situazioni. Quelle dei momenti difficili che sembrano normali.
Quelle  con le quali abbiamo iniziato che narrano  di stanchezza , di fiato corto e maschere   che si indossano  perche’ ” non puoi mollare” quando  non hai  neanche quello spazio, quel momento al  buio di cui vi ho raccontato , in quella macchina, prima di salire.
Qualcosa,pero’, per queste  situazioni forse possiamo fare .Anche di piccolo in queste  strane giornate.che si chiami empatia,solidarieta’ o vicinanza ora non importa. Guardiamoci intorno e cerchiamo quella mamma,
quella donna che non ha respiro e facciamole capire che ci siamo.

Che “abbiamo capito” e, magari, la prossima torta che sforniamo potrebbe essere  per lei .
empatia luce

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Profilo Autore

Milene Mucci

Milene Mucci. Nata il giorno della Befana ad Arezzo vive a Carrara fra le Apuane e il mare . Scrive per Dols ( da anni) , per Exibart e Huffington Post. E' Counselor Professionista formata in Aspic (Scuola Superiore Europea di Counseling Professionale) con specializzazione in Art Couseling ed e' iscritta alla Reico. Formatrice di Metodo Caviardage per la RdA ,conduce laboratori di scrittura e mediazione artistica per lo sviluppo delle risorse personali e la crescita personale, soprattutto in relazione all'empowerment femminile. Sua e' la rubrica su Dols dal titolo "Donne si nasce assertive si diventa" Gia' impegnata in battaglie per i diritti civili con Ignazio Marino ,è membro della Fondazione "Antonino Caponnetto" ,che si occupa di lotta alle mafie ,cittadinanza attiva , legalita' e Costituzione. Ha due figli ormai adulti ed in giro per il mondo ed un gatto di nome Sheva che le fa da assistente e che , per ora, e' ancora a casa .. :-)

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