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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Grazie Capitana!
    Costume e società

    Grazie Capitana!

    Ester RizzoBy Ester Rizzo27/06/2019Updated:27/06/2019Nessun commento5 Mins Read
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    Ci sono stati e ci sono tutt’ora momenti, nella vita di un popolo, in cui la “disobbedienza civile” è necessaria.

    La disobbedienza , a volte, serve per affermare principi morali universali, per rimanere umani, per fronteggiare ingiustizie.
    Carola Rackete che oggi sta attuando questa disobbedienza ha la solidarietà di tanti e tante.
    Trentuno anni, una laurea in Scienze Nautiche, Master in Conservazione Ambientale, da sempre impegnata in attività di volontariato in diverse parti del mondo, parla cinque lingue ed è stata Comandante di rompighiaccio nei Mari del Nord.
    Ma tutto ciò ha poca importanza nel nostro Paese: titoli,studi, qualifiche, sensibilità…non sono qualità da mettere al servizio degli altri e men che meno della politica.
    I migranti che muoiono nel nostro mare sono solo un lieve fruscio di onde.
    Non fanno rumore anche se sono migliaia.
    Inghiottiti dall’acqua salata e dall’indifferenza.
    Confessiamolo: anche se siamo solidali con loro, anche se ci indigniamo per le decisioni prese dal Governo, noi dormiamo nei nostri comodi letti e se c’è troppo caldo utilizziamo l’aria condizionata. Al risveglio consumiamo abbondanti colazioni, gettando gli avanzi nella spazzatura e continuiamo, più o meno tristi, le nostre vite di sempre.
    La Capitana Carola no.E’ lì, su quella piccola imbarcazione a condividere con i migranti l’arsura del sole e del sale ed anche la rabbia e lo sgomento di essere ostaggi della propaganda politica, di quattro omuncoli che invece di occuparsi realmente e seriamente del problema, cercano di attirare, con i loro insensati proclami, orde di facinorosi, ignoranti e repressi che vomitano sui social tutto il loro disagio emotivo.
    Connazionali che non si sono mai indignati per la corruzione dilagante, per le ruberie negli appalti pubblici, per le stragi e uccisioni perpetrate da tutte le mafie. Che hanno girato la testa da altra parte di fronte alle ricostruzioni mai avvenute nelle zone terremotate, di fronte al crollo del ponte Morandi, di fronte all’impunità di chi ha seminato terrore nella nostra Italia. Che non vedono connivenze, bustarelle e raccomandazioni, che non si curano dello scempio edilizio delle nostre terre e del loro avvelenamento. Connazionali che non capiscono che la mafia di alcuni immigrati, in particolar modo quella nigeriana, è avallata da quella italiana in tutte le sue forme, dalla ‘ndrangheta alla camorra.
    E la Capitana Carola sta invece lì: ferma in mezzo al mare, a ricevere i loro insulti e ad aspettare soluzioni che non arrivano.
    E poi decide di disobbedire, di onorare solo la legge del mare che ti impone di salvare la vita a chi è in difficoltà.
    Questa giovane donna decide di caricare sulle sue gracili spalle quintali di responsabilità , di odio, di razzismo.
    Carola non invoca il cuore immacolato di Maria, né mostra rosari ma decide di portare la croce di quei 49 migranti i cui occhi invocano un approdo sicuro, invocano la fine di un cammino, di un penoso cammino irto di disperazione ,umiliazione e spesso di atroci torture.
    E così Carola ci ricorda Antigone, Lisistrata, Bertha Von Sutter, Jane Addams, Irene Sandler, Wangari Maathai…e mille altre, obliate dalla storia, che si sono opposte a guerra e violenza e che hanno vinto importanti battaglie con coraggio e tenacia.
    Oggi, invece, qualche donna, arrivata ai vertici politici seguendo modelli maschili, grida di tenere i porti chiusi, di affondare la Sea Watch…..sa che per restare a galla, per guadagnare consensi deve comportarsi così, insensibile di fronte alle leggi della coscienza.
    Piccole donne che in cambio del potere barattano dignità e onore per inserirsi nella giostra vergognosa della propaganda politica.
    E Carola intanto continua a stare in mezzo al mare, sicura che i confini sono solo delle fragili invenzioni umane e che basterebbe un meteorite dispettoso a scompaginarli tutti.
    Sicuramente le sirene hanno raccontato a Carola che in migliaia le siamo vicini e che ammiriamo la sua determinazione e siamo solidali con lei e con i migranti che la sorte le ha affidato. E quelle sirene le infondono coraggio. Poi , quando di notte alza gli occhi al cielo, le stelle le sorridono e le indicano la giusta rotta.
    La rotta universale della solidarietà umana, di chi ancora ha cuore e sensibilità.
    Sarebbe bello , fra qualche anno, raccontare ai nostri e alle nostre nipoti la storia di Carola, la Capitana coraggiosa che ha affrontato le tempeste razziste, le onde dell’odio, le saette di piccoli omuncoli pseudopolitici.
    Sarebbe bello vivere in una Italia multietnica di pace, sorellanza e fratellanza. Perché, anche se nessuno lo dice, questo è il nostro futuro dettato da algoritmi e curve di natalità.
    E a questo futuro non possiamo sottrarci, che piaccia o no al nostro attuale Governo. E se fossero persone intelligenti e responsabili inizierebbero da subito ad occuparsi di integrazione pacifica senza seminare odio e violenza per manciate di voti.
    Carola, la Capitana, con il suo bellissimo gesto di disobbedienza civile, ci ricorda che nonostante il fango che tentano di buttarci addosso per obnubilare le nostre coscienze, ci sono strade bellissime da percorrere : quelle del cuore e della resilienza.
    Strade su cui forse cammineremo a piedi nudi , ma con coraggio, fieri e a testa alta.
    Grazie Capitana!

    Carola Rackete
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    ester-rizzo
    Ester Rizzo

    Ester Rizzo giornalista e scrittrice nata a Licata nel 1963. Socia fondatrice dell’Associazione Toponomastica femminile. Socia S.I.L (Società italiana letterate). Curatrice del volume “Le Mille: i primati delle donne” (2017) Autrice di “Camicette Bianche “ (2014) “Le ricamatrici “ (2018) “Donne disobbedienti “ ( 2019) “Il labirinto delle perdute” (2021) e “Trenta giorni e 100 lire”(2023).

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

⸻
    Regia di Guido Chiesa Prodotto da Iginio Straffi e Regia di Guido Chiesa
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai
Con Micaela Ramazzotti, Edoardo Leo, Gloria Harvey, Andrea Pisani, Anna Bonaiuto
Al cinema dal 17 aprile
https://www.dols.it/2025/04/15/30-notti-con-il-mio-ex/
    https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-mil https://www.dols.it/2025/04/14/shirin-neshat-a-milano-al-pac-con-body-of-evidence/

E’ la prima ampia mostra personale in Italia dell’artista iraniana; che attraverso le sue opere filmiche e fotografiche esplora le rappresentazioni identitarie del femminile e del maschile nella sua cultura.
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