Emma Chiaia dal giornalismo alla politica

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La strada percorsa da Emma Chiaia è multiforme dal giornalismo alla politica per abbracciare Europa Verde.

Sono in treno, in viaggio da Milano verso Bari. L’Adriatico alla mia sinistra è una pennellata verde, continua. Innumerevoli volte ho percorso questa tratta, eppure stavolta il viaggio ha un significato particolare, come se fosse giunto il momento di unire tutti i puntini della mia vita.
Un ritorno diverso: mi sono candidata alle elezioni europee. Sono emozionata, felice, intimorita.
“Raccontami come è nata questa avventura, come hai deciso” mi ha scritto Caterina Della Torre. E allora, mentre viaggio, una serie di flash mi compaiono davanti agli occhi.
Il primo mi fa sorridere. Sono gli anni della mia adolescenza, a Bari, al Flacco. Nel 77 avevo sedici anni, e ho vissuto quel periodo con passione: il movimento studentesco, le prime assemblee, i cortei, il femminismo.
Poi, come molti baresi, sono andata a studiare fuori: la scelta è caduta su Firenze, dove mi sono laureata in Storia della Scienza.
Un altro flash mi mostra qualche anno dopo, impegnata con l’Arci a organizzare una marcia contro il reattore PEC del Brasimone…
Altri anni, altro flash: siamo nel ’91. Ho appena pubblicato dei libri di educazione sessuale per adolescenti. Collaboro come giornalista con le riviste nazionali, L’Europeo, Amica, D – la Repubblica delle donne, Cosmopolitan, Salve. Sono gli anni dell’impegno al femminile: le riviste fanno informazione, cambiano i costumi, aiutano davvero le donne in quelle lotte che forse le ragazze di oggi danno un po’ per scontate.
Scrivo anche di salute, spesso. Mi colpisce come dietro molte patologie diverse ci siano le stesse abitudini sbagliate, abitudini alimentari, innanzitutto. Mangiare regolarmente carne, scopro, fa male al corpo in tanti modi. Ma fa male anche all’ambiente. Al contrario, la piramide alimentare dei cibi per la salute corrisponde, guarda caso, alla piramide dei cibi sostenibili per l’ambiente. “Good for the Planet, Good for You”.
Mi rendo conto sempre più di come ogni cosa sia interconnessa: non possiamo essere sani, se facciamo ammalare il mondo. Cerco di diffondere questo genere di informazioni il più possibile, le riviste sono un ottimo canale.
Altri anni, altro flash. Non faccio più la giornalista: è arrivata la crisi, la vita da freelance, un tempo ricca di soddisfazioni e gratificazioni, è diventata frustrante. Mi metto a fare la counselor: lavoro con le donne, sulla loro autostima. E nel frattempo mi interesso sempre più all’ambiente.
Qualcuno mi chiede cosa abbia a che fare l’ambientalismo con l’autostima e l’amore di sé. Direi che ha molto a che fare… Se ci stimiamo, se ci amiamo, siamo nel nostro potere. Allora siamo meno propensi ad accettare che rovinino il mondo sotto i nostri occhi. Allora pensiamo che la nostra voce conti, e diciamo forte e chiaro che i cambiamenti climatici non ci stanno bene. Allora smettiamo di angosciarci per il problema, e agiamo, diventando parte della soluzione. Una piccola parte? Non credo. Il contributo di ciascuno è importante e decisivo.
Il lavoro di counseling mi lascia un po’ di tempo libero, e finalmente posso fare quello che sogno da tempo: scrivere un romanzo. Ci penso da un po’, penso a una storia ambientalista, che parli al cuore della gente. L’ispirazione si fa corteggiare a lungo, poi all’improvviso, di notte, arriva l’idea: a una ragazza sedicenne (in circostanze che non vi dico per non svelare troppo la trama), viene assegnata la missione di aiutare il Futuro, minacciato dalle azioni degli uomini del tempo presente. Dopo prove ed errori, la ragazza riesce a mandare un messaggio che diventa virale in tutto il mondo.
Il romanzo, dal titolo Per Fortuna Ho Scelto Te (per cambiare il mondo) (Amazon Kdp). https://tinyurl.com/lsh35en, ha un buon successo, sono contenta.
Ennesimo flash. 2018, l’allarme per il clima non si può più ignorare. Greta Thunberg, l’adolescente svedese, inizia i suoi scioperi. Il 14 dicembre a Milano un’americana, Sarah Marder, decide di raccogliere il suo appello. Sono con lei sin dalla seconda settimana dei Fridays for Future: siamo solo in cinque in piazza della Scala, a Milano. Ma ci crediamo, e facciamo bene.
Oggi il movimento conta più di duecento città italiane, ha dato vita al grande sciopero globale del 15 marzo, ne progetta un altro per il 24 maggio. Ogni venerdì sono in piazza, vado alle assemblee, faccio parte di quegli adulti che mettono a disposizione dei ragazzi esperienza, capacità comunicativa, passione. Studio sempre di più, seguo dibattiti, incontri, seminari di formazione sui cambiamenti climatici.
Nel frattempo accade una cosa strana: molti lettori del mio romanzo iniziamo a scrivermi, perché notano incredibili somiglianze tra la mia protagonista sedicenne che lancia un messaggio per salvare il futuro e la storia di Greta. È vero… E non ho certo copiato: ho pubblicato nel 2017, la giovanissima svedese non aveva ancora iniziato i suoi scioperi. Sono stata profetica, e ne sono orgogliosa. Accade quando su un tema si forma davvero un sentire comune profondo.
Tra i lettori che mi contattano, un amico di quaranta anni fa. È Nicola Conenna, fisico, presidente della Fondazione H2U The Hydrogen University. “Ho letto il tuo libro, siano in sintonia”, mi dice, e mi racconta che ha scritto una proposta di legge di iniziativa popolare sulla transizione energetica alle energie rinnovabili.
Credo nel progetto, e inizio a collaborare con la Fondazione. All’inizio di aprile sono con Nicola Conenna e altre venti persone in Cassazione a firmare per la presentazione della legge.
Il viaggio inizia, la racconta di firme promette di essere un grande successo.
Quando arriva la proposta di candidarmi, ho un momento di esitazione. Concordo pienamente con il programma di Europa Verde e il progetto mi entusiasma.
Ormai la battaglia contro i cambiamenti climatici è centrale nella mia vita, e sto pensando di scrivere un libro sull’argomento, un saggio, stavolta.
Esito perché non sono un tecnico, non sono un avvocato, non sono un fisico o un ingegnere… ma poi mi dico che la battaglia per il clima ha bisogno anche di pensiero creativo, di valori, di comunicazione e di visione.
E allora sì, mi dico che posso propormi per dare una mano.
Il programma di Europa verde non è solo clima, naturalmente: sono dodici punti, li trovate qui https://www.europaverde.it/programma/. Io lo sottoscrivo in pieno. In ogni caso, la questione della lotta al cambiamento climatico è per me per prioritaria. Dalle soluzioni – o dalla mancanza di soluzioni su questo tema – dipendono tanti aspetti: salute. Disponibilità di acqua e cibo per tutti negli anni futuri. Pace. Migrazioni. Giustizia sociale. Economia.
Non mi piace suscitare paura, ma la questione è molto seria. La formula che riassume quello penso è semplice: “Sono in arrivo notizie bruttissime. Per contrastarle, dobbiamo fare cose bellissime”.
Cerchiamo allora davvero, tutti insieme, di fare queste cose belle che possono ancora creare un domani felice. Partiamo da una legge per la Transizione Energetica. Partiamo da un voto che punti sull’ambiente.

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