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    Home»Costume e società»Attualità»DI ALBERI, CANI, BAMBINI E SANGUE
    Attualità

    DI ALBERI, CANI, BAMBINI E SANGUE

    DolsBy Dols30/12/2017Updated:30/12/2017Nessun commento4 Mins Read
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    egitto-natale
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    L’anno si conclude con questo sangue; ed è sangue povero. Eppure essi hanno fede. In noi, oltre noi.

    di Daniela Tuscano


    Fa pena Spelacchio, l’abete rosso che illuminava (si fa per dire) il Natale di Roma, giunto agonizzante alla mèta e dichiarato ufficialmente morto. Fa ancor più pena adesso, nella seconda parte delle feste.

    Per taluni i suoi rami poco fronzuti sono un’allegoria del degrado in cui versa la capitale. In realtà quel simulacro di natura non rappresenta altro che se stesso, ed è già troppo. Non c’è mai stata pietà per l’abete piangente, come non ce n’è per i suoi compagni di sventura, all’apparenza floridi, che adornano le piazze del mondo. Anch’essi, dopo il fulgore delle feste, giungeranno esausti al macero e nessuno vi baderà più.

    poveri-natale

    Nessuno ha mai badato nemmeno a Bruno, un cagnone di nove anni che un manto l’aveva, soffice e inutilmente copioso. Numerosi fruitori di social network ne avevano condiviso più volte la fotografia. Ma lo sguardo dolcissimo di Bruno, alla fine, s’è arreso. È morto là dov’era nato, forse ignorato, forse compatito da altri sguardi senza fortuna, che l’avrebbero voluto ma non ce l’hanno fatta. Perché ce ne sono tanti di problemi e tu sei un eccesso di dolore, il tuo spazio fuori misura, i tuoi anni un’escrescenza.

    Vegetali e animali se ne vanno senza sfogo, col nudo esistere e per questo la loro dipartita lacera il cuore. Gli umani non sono mai così inermi se non quando s’affacciano al mondo – o l’abbandonano. E lì, in quell’attimo di pura dipendenza, la parentela con gli altri viventi emerge tragicamente uguale. Dovremmo rammentarlo sempre. Ma siamo figli ingrati, e generiamo figli traditi. È il caso di Karim, neonato siriano rimasto orbo e orfano di madre a seguito d’un bombardamento. La Siria in guerra è sparita dai notiziari, come una Betlemme contemporanea. Karim ha perso tutto, se non la sua bellezza che rifulge tanto più intatta nella parte immacolata del volto. Ma lo sfregio, quell’atroce virgola al posto dell’occhio rammenta la casualità disattenta del destino. Ci dice precisamente che si è Karim quando i congeneri smettono di pensarci. Allora, come le piante e gli animali, diveniamo numeri, danni collaterali o semplicemente fatica. Karim il monocolo svela la nostra cecità interiore.

    Il Natale esiste per i Karim, per i numeri, per gli accidenti della storia, per chi non ha potere né riscatto. Il fanciullo divino non è un Dio dolciastro, ma condivisione dell’estrema fralezza; l’attimo più puro della vicenda umana ma anche il più prossimo allo stato naturale, dove la casa è una grotta o una stalla, con armenti e fieno.
    Natale non si esaurisce in un giorno. È giunto come un rifiuto delle gerarchie e dei grattacieli mentali che l’uomo erige quando s’illude di saperne di più, e prevarica sugli altri.
    Abbiamo visto tanti presepi viventi in questi ultimi anni. L’immagine più veridica, che riassume le storie di tutti i dimenticati, è oggi quella dei cristiani mediorientali. Ecco dunque, nei campi profughi, numerose Marie con bambino, anch’esse strappate alla loro terra, perfino da una Betlemme in cui oggi i fedeli in Cristo, perseguitati e scacciati, si contano sulle dita d’una mano. Se della Siria non si parla più, di costoro i “mass-media” non hanno mai parlato. Tantomeno in Occidente, più occupato a smontare (e profanare) presepi di gesso che a badare a quelli autentici. L’Egitto, terra d’esilio, la Menfi del Tasso, è attualmente, essa stessa, terra di martirio. A pochi giorni di distanza le chiese copte hanno subito due attentati. L’anno si conclude con questo sangue; ed è sangue povero. Eppure essi hanno fede. In noi, oltre noi. Ma a noi è demandato il compito di non spegnerla, di tornare in basso, alla pianura, alla relazione. Altrimenti saranno soltanto feste collaterali. Snaturate, come ha denunciato papa Francesco.

    © Daniela Tuscano
    (Foto: thanks to Aiuta un Cane dal Canile, Syria Charity, Aiuto alla Chiesa che Soffre, This is Christian Assyria)

    bambini cane copti fede Siria
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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    La solitudine dei non amati, firmato e diretto dal La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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