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    Home»Costume e società»Viaggi»Rabatana, Anglona, Tursi e i calanchi IV
    Viaggi

    Rabatana, Anglona, Tursi e i calanchi IV

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre19/09/2017Updated:20/09/2017Nessun commento5 Mins Read
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    palazzo-dei poeti-rabatana
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     Tursi con le sue strade assolate  che s’ inerpicano con pendenze ripide è una città che ha una lunga storia di cui restano le vestigia antiche. In effetti  il primo nucleo abitativo di Tursi si chiamava Rabatana ed è da lì che cominceremo.

    Molti diranno che non hanno mai sentito parlare di questa cittadina lucana. In effetti Tursi  è un piccolo comune italiano di solo 5 032  della provincia di Matera in Basilicata. Vi ha sede la Comunità Montana Basso Sinni. Solo il 4 maggio 2006 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito il comune di Tursi del titolo onorifico di Città. Eppure Tursi con le sue strade che inerpicano con pendenze ripide ed assolate è una città che ha una lunga storia di cui restano le vestigia antiche. In effetti  il primo nucleo abitativo di Tursi si chiamava Rabatana ed è da lì che cominceremo.

    RabatanaRabatana-Tursi-calanchi

    Rabatana è letteralmente circondato per ogni lato da profondi e inaccessibili burroni e questa è ciò che più intimorisce e meraviglia il visitatore. È stato il primo nucleo abitativo di Tursi.. Intorno alla metà del V secolo i Goti costruirono il Castello, attorno al quale sorsero le prime case in pietra e si costituì il nucleo primordiale di Tursi, che crebbe a seguito dello spopolamento di Anglona (ora frazione di Tursi).
    Verso l’anno 850 la zona fu abitata dai Saraceni, che lasciarono profonde tracce nell’architettura e nel dialetto locale. A ricordo dei loro villaggi arabi, i Saraceni denominarono il luogo Rabatana, da Rabat o Rabhàdi o Arabum.
    La Rabatana, per l’ottima posizione di difesa, continuò a ingrandirsi anche sotto il dominio bizantino che nell’890 scacciarono i Saraceni.
    Fino alla metà del XIX secolo è stato un centro popolato e importante, custode di tradizioni e propulsore di cultura.

    La Rabatana è diventata meta turistica soprattutto per via del poeta Albino Pierro,  poeta nato a Tursi che ha fatto della Rabatana la fonte ispiratrice della sua poesia.
    Nella Rabatana si possono ripercorrere le stradine dei ruderi del nucleo primordiale e visitare quel che resta delle antiche abitazioni, spesso di un solo vano a pianterreno.

    Famoso per la sua cucina a Rabatana è il Palazzo dei poeti ricco di poesia e antiche leggende.

     

    palazzo-dei poeti2
    Qui arrivarono anche i Doria. Infatti Carlo Doria, nipote di Andrea Doria, signore di Tursi, nel 1600 la fece costruire a sue spese al posto di un pericoloso viottolo, con lo stesso numero di gradini di un suo Palazzo a Genova che in seguito denominò ‘Palazzo Tursi’.

    Carlo Doria fece costruire, a sue spese, nel rione Rabatana una enorme scalinata in pietra, tuttora utilizzata, che ha la particolarità di possedere lo stesso numero di gradini della scalinata presente nel Palazzo Turs

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    Anglona

    Sulle rovine di Pandosia  una città della Magna Grecia che, grazie alla favorevole posizione geografica, oltre a dominare le valli dei fiumi Agri e Sinni, nei primi secoli della cristianità, tra VII-VIII secolo, nacque la città di Anglona il cui nome deriva da agno, dimunuitivo di agnone, che significa, corso d’acqua, rifacendosi alla grande ansa che l’alveo del fiume Sinni forma ai piedi della collina.Il  Santuario Maria SS. di Anglona è imperdibile. Meta di innamorati che festeggiano le loro nozze o di pittori che entusiasticamente ne ritraggono i profili del santuario è  ineguagliabile per i mosaici e le pitture che vi trovano posto

     

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    santuario-anglona

     

     

     

     

     

     

     

     

    Dopo la definitiva distruzione di Anglona, venne risparmiato solo il santuario, nel 1400 i restanti cittadini si rifugiarono nella fiorente Tursi.

    Tursi

    Dopo la definitiva distruzione di Anglona, venne risparmiato solo il santuario, nel 1400 i restanti cittadini si rifugiarono nella fiorente Tursi.

    Nel 1656 la peste invase le strade di Tursi e quelle dei paesi limitrofi, la popolazione si ridusse drasticamente anche a causa dell‘emigrazione. Nel 1769 i Doria persero i terreni che furono acquistati da altre nobili famiglie.
    Centro medievale (circa V secolo) a 243 m s.l.m., nato originariamente attorno al castello e successivamente sviluppatosi nella vallata sottostante assumendo una singolare forma allungata. Il punto più alto del centro abitato è costituito proprio dal castello con un’altitudine di 346 m s.l.m..
    Di prevalenza collinare è ubicato al centro dei due grandi fiumi della Lucania, l’Agri e il Sinni, navigabili  all’epoca della costruzione della città, ma  attualmente i corsi dei fiumi sono interrotti da due grosse dighe artificiali, il bacino artificiale di Gannano interrompe il corso del fiume Agri e la diga di Monte Cotugno, il più grande bacino artificiale in terra battuta d’Europa, nei pressi di Senise, interrompe il corso del fiume Sinni.
    Diga_Monte-Cotugno

     

     

     

     

    Il terreno circostante è di origine argillosa, un notevole impatto paesaggistico è da attribuire ai calanchi che con l’erosione del tempo hanno assunto forme davvero bizzarre.
    donando alla nuova zona il nome di Tursikon o Tursicon[15].
    Altre fonti, invece, affermano che l’attuale nome derivi da Turris, facendo chiaro riferimento alla torre del castello.

     

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    Tursi  ha conosciuto un’ampia emigrazione durante il Novecento, prima verso le Americhe, successivamente verso l’Europa settentrionale  e l’Italia nord-occidentale (soprattutto Genova, dove si contano alcune migliaia di tursitani), oggi invece è diventata una destinazione per immigrati extracomunitari, cominciata con l’esodo albanese.

    Tuttavia alcuni tursitani sono tornati a casa con i loro sogni realizzati. Ne abbiamo conosciuto alcuni che hanno aperto bar e locali di ristorazione che abbelliscono e ringiovaniscono a cittadina.
    Come è il caso de simpaticissimo Max Santagata  ed il suo Bar del Corso trovato per caso nella calura pomeridiana  ci  ha fatto assaporare, una buonissima  cucina tipica con prodotti bio di produzione propria, e ottimi gli spaghetti alla Juan-les-Pins!

    bar-del-corso

     

     

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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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