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    i DIRITTI DELLE DONNE

    Anche le donne hanno fatto la storia – Prime donne volanti

    Ester RizzoBy Ester Rizzo06/08/2017Updated:07/08/20171 commento9 Mins Read
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    Sicuramente le più famose sono Amelia Earhart e Samantha Cristoforetti ma prima ce ne sono altre…

    Le donne nei loro mille ruoli di  loro di madri, lavoratrici amiche o compagne sono state molto spesso solo comparse o spalle di chi la storia la dominava, gli uomini e le loro figure sono andate perdute nella storia del nostro secolo. Anche i libri parlano poco spesso loro.
    E per questo  motivo che dobbiamo ringraziare Ester Rizzo che in collaborazione con Barbara Belotti ha coordinato ”Le Mille“, un appassionante compendio che si prefigge di raccogliere in un’unica opere le vite e le vicende di mille donne che per la prima volta hanno raggiunto un riconoscimento in un mondo dominato dagli uomini.

    precedente

    E allora, forse, ha fatto bene una pilota brasiliana che, nel 2012, ha buttato fuori dall’aereo a calci, un passeggero sessista.
    Sempre a proposito di sessismo, nel 2011, un passeggero della compagnia IndiGo, quando ha scoperto che il pilota era una donna, ha iniziato ad urlare dicendo: “Io non voglio morire! Se lei non può prendersi cura della casa, allora come potrà curarsi dell’aereo?”.
    Nonostante le proteste di questo esagitato, oggi molti aerei sono pilotati da donne.
    Yasmeen Fraidoon è la prima capitana della compagnia di bandiera del Bahrain, la Gulf Air; Niloofar Rahmani è la prima pilota dell’Afghanistan dopo il regime dei talebani. Niloofar in un’intervista ricorda come durante il regime dei talebani era proibito studiare alle donne e i suoi familiari la istruirono di nascosto in casa. Ha studiato l’inglese per potere essere ammessa alla scuola di volo. Svolgere il suo lavoro non è stato per niente facile: prima avvertimenti telefonici “smetti o muori”, poi nel 2013 una lettera. “Non hai preso le minacce sul serio. L’Islam invita le donne a non lavorare con americani o britannici. Se continui col tuo lavoro sarai responsabile della distruzione tua e della tua famiglia”. Oltre alle minacce Niloofar viene allontanata dai parenti, isolata con l’accusa di infangare l’onore della famiglia. La sorella è stata costretta a divorziare, il padre ha perso il lavoro e il fratello è stato aggredito per ben due volte dai fondamentalisti religiosi. Il sogno di Niloofar di far parte dell’aviazione afghana per ora non è realizzabile.
    Nerin Salem, egiziana, è la prima donna pilota di aerei civili del mondo arabo e nel 2006 Alessandra Lima diventa la prima pilota dell’Angola.
    Nell’ottobre 2010, Amsale Gualu Endegnanew diventa la prima comandante della compagnia aerea del suo Paese, l’Ethiopian Airlines; nel 2015 Ossebi Baza è la prima pilota del Congo.

    Mariam Al Mansouri è la prima donna araba “top gun” al comando di uno squadrone. Nata ad Abu Dhabi, è laureata in letteratura inglese. Nelle interviste rilasciate ha sempre dichiarato che è stato l’amore per il suo Paese e la voglia di sfide a farle prendere la decisione di arruolarsi nell’aeronautica. Anche lei è stata una vittima della misoginia, in questo caso giornalistica; un giornalista, commentando la sua prima missione così si è espresso: “Possiamo considerarla come le ‘prime tette’ in un’azione militare”.
    E le italiane? Abbastanza conosciuta Rosina Ferrario la prima ad ottenere il brevetto di pilota il 3 gennaio del 1913. Nata nel 1888, quando scoppia la Prima Guerra Mondiale vuole rendersi utile e chiede di poter pilotare un aereo in soccorso dei militari feriti per conto della Croce Rossa ma la sua domanda viene respinta in quanto donna. Scrive allora al Ministro della Guerra chiedendo di essere integrata nel corpo aeronautico, ma il ministro per iscritto così risponde: “Non è previsto l’arruolamento di signorine nel Regio Esercito”. Del resto, qualche anno prima, un maggiore dell’esercito, complimentandosi per la sua bravura, le aveva scritto: “Tutte le mie più vive congratulazioni signorina, ma preferirei saperla più mamma che aviatrice”.
    Carina Massone Negrone è stata la prima donna, nel 1935, a battere il record di volo d’alta quota con un biplano. Era nata a Bogliasco, in provincia di Genova, nel 1911. Era una nobildonna che “conseguite le ali” batté molti record di volo, conquistando ben sette primati mondiali. Nel 1951 partecipò al “Giro d’Algeria” volando su seimila chilometri di deserto insieme ad un’altra aviatrice: Ada Marchelli. È stata inoltre la prima italiana a compiere in volo il “Giro d’Europa”. A Genova ricoprì la carica di presidente dell’aeroclub della città e fondò una scuola di pilotaggio. È morta il 19 marzo del 1991. Nel 1996 le è stato dedicato un francobollo della serie “Donne famose” e nella sua città natale le è stata intitolata una piazzetta.
    Tra le prime donne italiane ci sono anche due religiose: suor Maria Cleofe e suor Maria Innocenza sono le prime suore a prendere nel 1953 la licenza di volo per portare aiuto ed assistenza ai bisognosi in India e in Pakistan.
    Paola Del Din è stata la prima ed unica donna a lanciarsi con il paracadute il 19 aprile 1945 durante la Liberazione Partigiana, era nata a Pieve di Cadore nel 1923 e il suo nome di battaglia era Renata. Portò a compimento numerosi incarichi rischiosi come staffetta ed informatrice. Laureata in Lettere all’Università di Padova, dopo la Liberazione, vince una borsa di studio e si reca negli Stati Uniti. Tornata in Italia si dedica all’insegnamento nelle scuole medie. Nel 1957 ha ricevuto una medaglia d’oro al valor militare con questa motivazione: “Bellissima figura di partigiana, seppe in ogni circostanza assolvere con rara capacità e virile ardimento i compiti a lei affidati, dimostrando sempre elevato spirito di sacrificio e sconfinata dedizione alla causa della libertà”. Certo fa un po’ sorridere quel “virile ardimento”.
    Fiorenza De Bernardi è stata, nel gennaio del 1967, la prima italiana pilota di un volo di linea. Nel 1969 divenne la prima comandante. Ha fondato l’Associazione Pilote Italiane che oggi si chiama Associazione dell’Aria. Racconta che preferiva indossare sempre i pantaloni ma quando diventò pilota indossò una gonna perché tutti capissero che a guidare l’aereo era una donna: quell’indumento esibito con orgoglio aveva un forte valore simbolico.
    Nel 1971 Maria Concetta Micheli, nata a Mercatale di Cortona, diventa la prima italiana ad ottenere nel 1971 il brevetto di volo per elicottero. Nel 2009, al Museo dell’Aria e dello Spazio di San Pelagio in provincia di Padova, la “sala degli elicotteri” è stata a lei dedicata.
    Si chiama Elisabetta Satta la prima operatrice di volo della guardia costiera. È nata nel 1984 e sin da ragazza si è distinta per l’impegno prestato nella Protezione Civile. Mentre la tenente Donatella Caforio, nata a Grottaglie nel 1976, è la prima pilota dell’Aeronautica Militare impiegata nell’attività di soccorso con l’elicottero. Daniela Giordano, tarantina, è la prima pilota della Marina Militare..

    Ed ora andiamo più su… dal cielo passiamo allo spazio.
    Iniziamo ovviamente con Valentina Tereškova la prima donna lanciata nello spazio il 16 giugno del 1963. Aveva ventisei anni e la missione durò tre giorni effettuando quarantanove orbite terrestri. Valentina ebbe grande popolarità, le fu dedicato un francobollo ed in suo onore una linea di apparecchi fotografici sovietici fu chiamata Caika, che significa gabbiano, come il nomignolo che lei si era scelta per i collegamenti via radio con la terra.
    Era nata nel 1937 da una famiglia bielorussa e prima di essere assunta come cosmonauta aveva lavorato in una fabbrica di pneumatici ed era stata anche sarta e stiratrice in un’industria tessile. Sulla luna c’è una valle che porta il suo nome.
    Svetlana Savitaskaya, cosmonauta, nel 1984, è stata la prima donna a “passeggiare” nello spazio, e
    nel 1970, Marjorie Townsend la prima a dirigere il lancio di una navicella spaziale per la NASA. Marjorie è stata anche la prima donna a laurearsi in Ingegneria alla George Washington University nel 1951.
    La prima donna degli Usa ad andare nello spazio a bordo dello Space Shuttle Challanger il 18 giugno 1983, fu Sally Kristen Ride. Sally era nata nel 1951 ed è morta nel 2012. Era omosessuale, anche se era stata sposata con un uomo, ed insieme alla sua compagna ha scritto libri divulgativi per l’infanzia. Insieme fondarono la Sally Ride Science, un’associazione con lo scopo di promuovere la carriera scientifica tra le ragazze.
    La prima astronauta afroamericana è Mae Jemison che, nel 1992, varcò le soglie dello spazio. È nata in Alabama nel 1956. Oggi è impegnata a promuovere una maggiore partecipazione delle donne e soprattutto delle afroamericane, allo studio ed alla pratica delle scienze, così che “nessun preside di periferia possa dire: speravo che la NASA mi mandasse un uomo a promuovere la partecipazione dei giovani al programma spaziale. Una donna come astronauta non è credibile”.
    La prima a guidare uno Shuttle nel 1995 è stata l’americana Eileen Collins e sempre americana è Peggy Whitsonm, la prima donna, nel 2008, ad ottenere alla NASA il comando della Stazione Spaziale Internazionale.

    Speriamo vivamente che il passeggero terrorizzato dal fatto che una donna pilotasse un aereo,non si sia trovato, nel 2015, a bordo del velivolo della compagnia Aeromexico , quando è stato effettuato il primo volo transoceanico, dal Messico alla Cina con un equipaggio tutto al femminile: una pilota, due copilota e dieci hostess. Nel 2016, un altro equipaggio composto da sole donne ha avuto anche, un aereo della Ethiopian Airlines che è volato da Addis Abeba a Bangkok. Oltre all’equipaggio anche la squadra del personale di terra che ha ispezionato l’aereo prima del decollo era composta da sole donne. La compagnia aerea ha dichiarato che questo fatto può servire per “ispirare le giovani studentesse africane a credere nei loro sogni”, mentre la comandante di volo Amsale Gualu ha detto: “Questo volo ci mostra che se le donne ottengono le pari opportunità, possono ottenere quello che vogliono in tutti i campi, tra cui l’industria dell’aviazione”. Per ironia della sorte, sempre nel 2016, tre pilote del Brunei, sono state il primo e l’unico equipaggio tutto femminile ad atterrare in Arabia saudita, l’unico paese al mondo dove alle donne è proibito guidare. Ai comandi del Boeing 787 della Royal Brunei Airlines c’erano Sharifah Czarena, Sariana Nordin e Dk Naddiah Pg Khashiem. Il volo è partito dal Brunei per atterrare a Gedda.
    Per concludere ci pare doveroso ricordare Touria Chaoui, marocchina, che era diventata pilota nel 1952 ma che venne tragicamente assassinata da un uomo che non sopportava l’idea che una donna potesse pilotare un aereo.

    DA “Le mille i primati delle donne” dell’Associazione Toponomastica femminile a cura di Ester Rizzo

     

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    Ester Rizzo

    Ester Rizzo giornalista e scrittrice nata a Licata nel 1963. Socia fondatrice dell’Associazione Toponomastica femminile. Socia S.I.L (Società italiana letterate). Curatrice del volume “Le Mille: i primati delle donne” (2017) Autrice di “Camicette Bianche “ (2014) “Le ricamatrici “ (2018) “Donne disobbedienti “ ( 2019) “Il labirinto delle perdute” (2021) e “Trenta giorni e 100 lire”(2023).

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    1 commento

    1. RED on 23/07/2021 00:44

      Salve
      ecco come rovinare un bel articolo con inesattezze storiche

      “Assassinata da un uomo che non sopportava l’idea che una donna potesse pilotare un aereo”

      Touria Chaoui ha scampato a tre attentati tra 1954 e il 1955 prima di essere assassinata da uno dei servizi segreti francese secondo il giornalista marocchino Lahcen Laasibi لحسن لعسيبي.

      il primo attentato fu da un Organicazione terroristica francese con una bomba davanti a casa sua che esplosa senza causare danni.
      La seconda: furono sparati 8 colpi ma non venne colpita
      La terza: due poliziotti francese aprirono il fuoco contro la sua macchina mentre era in auto con suo padre, ma ricucirono a fuggire senza subire danni. L’ultima fu da un uomo sconosciuto a spararle in testa.

      Anche se poi si parlava di Ahmed Al-Taweel come primo sospettato, ma è più probabile che fu uccisa dei francesi perché stava diventando un simbolo nazionale in un Marocco sotto il protettorato fanese.

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    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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