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    Home»"D" come Donna»L’insegnante che ha cambiato la scuola italiana
    "D" come Donna

    L’insegnante che ha cambiato la scuola italiana

    DolsBy Dols14/02/2017Updated:14/02/2017Nessun commento5 Mins Read
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    MIRELLA ANTONIONE CASALE - L'insegnante che ha cMIRELLA ANTONIONE CASALE - L'insegnante che ha cambiato la scuola italian
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    MIRELLA ANTONIONE CASALE – L’insegnante che ha cambiato la scuola italiana

    di Vittoria De Marco Veneziano

    Mirella Antonione Casale, classe 1925, appartiene a una genìa di donne forti e sensibili che sacrificano con serenità le proprie energie per il bene degli altri, mettendo da parte il proprio egoismo. Una ricca storia di vita dedicata alla scuola con una particolare attenzione vero le persone più deboli. Lei è un’insegnante ed è la donna che ha cambiato la scuola italiana. È stata proprio lei a promuovere, tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta, l’inserimento nel sistema scolastico dei bambini svantaggiati e “speciali”.
    Laureata in lettere classiche, insegnante nelle scuole medie e negli istituti tecnici, nel 1968 vince il concorso di preside nella scuola media. La decisione di occuparsi di disabilità intellettiva e relazionale lo deve a una dolorosa esperienza personale che segnerà, inesorabilmente, la sua vita. Il 26 ottobre 1957 la figlia Flavia, di appena sei mesi, si ammala di influenza “asiatica” con febbre molto alta, convulsioni e sviluppa una grave encefalite virale, seguita da coma. Per i medici non ci sono speranze. Tuttavia Mirella non si arrende, porta la bambina a casa – oramai in fin di vita – e contatta un altro pediatra che cambia la terapia e la piccola esce dal coma. Si riprende, tuttavia i danni cerebrali sono molto estesi e gravi.
    Quando Flavia compie sei anni Mirella prova a iscriverla a scuola ma tutti gli istituti di Torino la rifiutano, sono disposti ad accoglierla solo le scuole speciali e private dove i bambini vengono, sovente, abbandonati a se stessi e non migliorano affatto. Da quel momOpera di Mirella Antonione Casaleento Mirella decide di impegnarsi per permettere ai ragazzi con disabilità di frequentare le classi ordinarie. Nel 1964 si iscrive all’ANFFAS, un’associazione che si occupa di bambini con disabilità – l’attuale Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale – fondata a Roma nel 1958 dalla dottoressa Maria Luisa Ubershag Menegotto.
    In quegli anni la situazione dei ragazzi svantaggiati era grave e precaria con uno scarso rispetto alle richieste. Nel 1967 Mirella diventa Presidente dell’ANFFAS di Torino e insieme all’associazione e alle famiglie con figli disabili inizia una lotta con manifestazioni e proteste. Si batte, con determinazione, contro le scuole differenziali che confondono disabilità con disagio, arriva a far chiudere un istituto psichiatrico dove i bambini con handicap venivano segregati. Apre un centro diurno che intraprende la sperimentazione per far studiare i ragazzi disabili, ed entra in contatto con vari esponenti politici ai quali propone le sue innovative teorie inclusive. Convince la Provincia a occuparsi di questi problemi e con uno psicologo e un loro funzionario si reca in Francia e in Svizzera – dove già si attua l’inclusione – per visitare centri diurni per persone disabili di diverse capacità e maturare idee per aprire un centro simile in Piemonte.
    L’inclusione diventa un metodo e trae profitto dall’ondata innovativa del ’68, un importante momento storico in cui esplose il mondo e successe di tutto. In quel periodo la cultura si diffuse e democratizzò con una maggiore apertura a tutti i ceti e il tema della tolleranza trovò una inedita propulsione come anche quello del volontariato e dell’ecologia, senza dimenticare che gli spazi per le donne aumentarono come anche l’incredibile sentimento di solidarietà, amicizia e speranza che animò il movimento. Il tutto alimentato dal “soffio” di vita di un’opera di don Milani, “Lettera a una professoressa”: un atto di accusa contro il sistema scolastico. Un testo nel quale il priore denunciava l’arretratezza e la disparità nella scuola italiana che scoraggiava i più deboli e portava avanti i più forti.
    In questo clima di profondo rinnovamento sociale, nella scuola media Camillo Olivetti di Torino, dove Mirella Antonione Casale era preside, partì la sperimentazione del progetto di inclusione dei ragazzi “svantaggiati”. Venne, altresì, istituita una commissione parlamentare sulle problematiche degli alunni disabili guidata dalla senatrice Franca Falcucci (1926-2014 ), ministra della Pubblica Istruzione.
    Fu una vera rivoluzione. Occorreva modificare i programmi, cambiare sistema di insegnamento, spiegare ai bambini e ai loro genitori di non avere paura del “diverso”. Un grande cambiamento.
    In seguito, dopo vari anni di sperimentazioni, nel 1977 la Legge n° 517 decretò l’integrazione per tutti gli alunni disabili nella scuola elementare e media dai sei a quattordici anni, con l’impegno di una programmazione educativa da parte di tutti gli insegnanti della classe che venivano affiancati da un insegnante specializzato per il sostegno didattico.
    Un cambiamento importante, soprattutto un fatto di grande civiltà.
    All’intensa vita di Mirella Antonione Casale – autrice di un interessante testo: Il bambino handicappato e la scuola (1998) – è liberamente ispirato il film: “La classe degli asini“, prodotto nel 2016 con la regia di Andrea Porporati.

     

    Vittoria De Marco VenezianoVittoria De Marco Venezian, insegnante, scrittrice, narratrice e saggista ha pubblicato per la Erga edizioni La farfalla dalle ali spezzate (2008), L’isola a forma di quaglia (2010), il saggio Tante Donne (2013), adottato come testo di lettura nelle scuole, e il romanzo …Sensazioni (2016). I suoi libri sono stati presentati presso Biblioteche, Comuni, Librerie, Scuole. É intensa la sua attività di conferenziera. Collabora con quotidiani e periodici. Tiene incontri e testimonianze sulla diversità e lo svantaggio nelle scuole e associazioni.

    www.vittoriademarcoveneziano.it

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    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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