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    Home»Vie e disparità»Tracce femminili a Guidonia Montecelio
    Vie e disparità

    Tracce femminili a Guidonia Montecelio

    Livia CapassoBy Livia Capasso03/01/2017Updated:04/01/2017Nessun commento5 Mins Read
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    Montecelio-tracce-femminili
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    Tracce femminili visibili e nascoste nelle strade e nei cieli di Guidonia Montecelio

    di Livia Capass0

    montecelioGuidonia Montecelio, più noto semplicemente come Guidonia, è un comune italiano in provincia di Roma, situato a pochi km a nord est della capitale, nella Sabina romana, il terzo comune più popoloso del Lazio dopo Roma e Latina.

    Guidonia si rifà alla città di fondazione fascista dedicata al generale Alessandro Guidoni, ingegnere e pilota della Regia Aeronautica, che vi morì nel 1928 durante un test sperimentale su un nuovo tipo di paracadute. Il secondo termine si collega invece all’antico paese di Monticelli, che prese il nome dalle due cime su cui era adagiato: la zona era ricca di ville agricole e residenziali già nell’antica Roma, diventò malarica e inospitale nel Medioevo, e riprese vita solo verso la fine del Millennio. l due Comuni vennero accorpati nel 1937.

    Tra le più interessanti opere conservate nel museo archeologico cittadino c’è la raffigurazione scultorea della Triade capitolina, proveniente da una delle suddette ville, con le tre divinità protettrici di Roma affiancate sul trono in un ruolo di pari dignità: Giove, al centro, con scettro, fulmini e aquila sacra; Giunone, velata e incoronata da petali di rosa, siede alla sua sinistra, con scettro, diadema (mentre è andata perduta la patera) e il pavone ai suoi piedi; sulla destra Minerva, priva di un braccio, porta l’elmo corinzio, sorregge l’asta ed è accompagnata dalla tipica civetta.

    1-triade_capitolinaLa Triade capitolina

    La datazione colloca l’opera tra il II e il III secolo dopo Cristo, ai tempi di Caracalla, ma la sua importanza deriva soprattutto dal fatto che costituisce la sola scultura pervenutaci della Triade capitolina. Eppure, nonostante la condivisione paritaria del trono, non ci sono strade o piazze a Guidonia intitolate a Minerva o a Giunone, mentre Giove è presente nell’odonomastica cittadina.

    Su 961 aree di circolazione, 368 sono intitolate a uomini, solo 9 portano il nome di donne, e sono 4 Madonne (Santa Maria, S. Maria di Loreto, S. Maria del Popolo, S. Maria della Pace), 2 Sante (Santa Lucia e Santa Scolastica), 1 letterata (Grazia Deledda), 2 figure storiche (Cornelia e Cecilia Metella).

    Cornelia, secondogenita di Scipione l’Africano e moglie di Tiberio Sempronio Gracco, fu donna colta e di sani principi ed è passata alla storia come la “madre dei Gracchi”.

    Cecilia Metella, altra nobildonna romana, sposata con Publio Cornelio Letulo Spintore, ebbe una relazione con Publio Cornelio Dorabella, di fazione politica opposta a quella del marito; ripudiata e fortemente criticata da Cicerone, fu costretta a tornare dalla sua famiglia che se ne servì come seduttrice a fini cospirativi.

    Grazia Deledda, scrittrice sarda, vinse il Nobel per la letteratura nel 1926.

    Molti toponimi, come Acque Sparse, Pantano, Pantanelle, Bollente, ricordano invece la natura paludosa della città, sottoposta ad una vasta opera di bonifica nel corso di secoli.

    Non c’è traccia invece nell’onomastica cittadina di tante donne che pure sono entrate nella sua storia, a cominciare da Zenobia, regina di Palmira, che qui trascorse in segregazione gli ultimi anni della sua vita. Zenobia Settimia, regina consorte del re di Palmira, e, dopo la morte del marito, reggente per conto del figlio, vi fu relegata per essersi sottratta al controllo di Roma, autoproclamandosi Augusta, nominando suo figlio Augusto e accrescendo i propri domini con l’occupazione dell’Egitto e della Bitinia.

    zenobiaLa regina Zenobia

    Nel 1976 morì a Guidonia Pina Madinelli, medaglia d’oro ai campionati europei di paracadutismo svoltisi nel 1975 a Portorose, nella ex Jugoslavia, oggi Slovenia. L’anno successivo, durante un periodo di allenamenti sull’aeroporto di Guidonia, in previsione del campionato mondiale, Pina perse la vita a causa di un malfunzionamento in apertura del suo paracadute.

    Sempre nel 1976 sull’aeroporto di Guidonia si svolse il campionato mondiale di stile e precisione. Per la prima volta le donne paracadutiste italiane vi presero parte. La rappresentativa era composta da Donatella Barsotti, Rita Draghi, Patrizia Parisi, Sandra Rizzi e Ornella Rosso.

    In considerazione di tale evento, Toponomastica femminile propone a Guidonia di ricordare la prima donna in Italia e l’ottava al mondo a ottenere un brevetto di aviatrice civile: Rosina Ferrario (Milano, 28 luglio 1888 – 3 luglio 1957). Poco più che ventenne, prese lezioni di volo alla scuola di aviazione di Vizzola Ticino. Conseguito il brevetto, partecipò a diverse manifestazioni e voli dimostrativi. Al Meeting Aviatorio di Napoli fece cadere una pioggia di garofani rossi sulla folla; si esibì a Busseto per il centenario della nascita di Giuseppe Verdi, atterrando in mezzo alla nebbia su un campo di granoturco. Invitata in America del Sud per alcuni voli di propaganda turistica, dovette però rinunciare al viaggio per l’incombere della guerra. Rosina voleva rendersi utile, soprattutto per il trasporto dei feriti, ma dovette rassegnarsi perché non era previsto l’arruolamento di signorine nell’ Esercito. Finita la guerra, si sposò, insieme al marito aprì un albergo a Milano ed ebbe due figli. Non avrebbe mai più volato. Per realizzare il suo sogno, aveva lottato contro l’ostilità della famiglia, contro i pregiudizi radicati anche tra colleghi e anche contro un’ottusa burocrazia che, durante la guerra, aboliti i voli civili, le aveva impedito di volare.

    3-rosina-ferrarioRosina Ferrario

    Infine, come non suggerire all’amministrazione locale di intitolare una strada, una piazza, un giardino all’indimenticabile Anna Magnani, protagonista del film drammatico del 1962, Mamma Roma, scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini. L’attrice vi interpreta la parte di una prostituta, “Mamma Roma” appunto, che ha un figlio, Ettore, ignaro della professione della madre, cresciuto nella cittadina di provincia di Guidonia e per il quale lei è disposta ad atti di amore infinito.

    4-mamma_roma_anna_magnaniAnna Magnani in “Mamma Roma”

     

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    Livia Capasso

    Livia CAPASSO, laureata con lode alla “Federico II” di Napoli in Lettere con indirizzo storico-artistico, ha insegnato Storia dell’arte in vari Licei, dal Nord al Sud del paese. Attualmente risiede a Roma, e coltiva molteplici interessi, coniugando la passione per la Storia dell’arte alle rivendicazioni femministe. Cofondatrice dell’associazione “Toponomastica femminile”, partecipa a progetti didattici per diffondere una cultura di parità tra le giovani generazioni, scrive articoli per testate giornalistiche sulle donne a cui i comuni italiani hanno dedicato o dovrebbero dedicare strade, interviene come relatrice a convegni, organizza mostre sul tema della memoria femminile. Presiede la giuria del Concorso nazionale “Sulle vie della parità”. Mantiene rapporti con le Istituzioni per rivendicare una parità di diritti anche nella odonomastica cittadina. Per piattaforme elearning ha preparato un corso completo di Storia dell’arte e varie lezioni sull’arte di genere. Ha scritto e pubblicato due romanzi, Fotoricordo per una smemorata, in parte autobiografico, e “Donne in trincea”, una raccolta di racconti che hanno per protagoniste donne, eroine del quotidiano.

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