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    Home»Donne digitali»Tecnologia»OrBItaly, la tecnologia al servizio della società
    Tecnologia

    OrBItaly, la tecnologia al servizio della società

    Mariella ColonnaBy Mariella Colonna01/11/2016Nessun commento4 Mins Read
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    donne-ricerca-scientifica
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    L’ultima scoperta di bioelettronica organica dell’università di Bari

    Dispositivi biomedicali impiantati o semplicemente iniettati, ma anche ingoiati e riassorbili dall’organismo umano (dopo aver esaurito la loro azione) basati su fibre naturali come la seta che controllano il rilascio di farmaci a distanza o l’abbattimento di infezioni in vivo. Ma anche dispositivi che – nella grande distribuzione – segnalino sofisticazioni degli alimenti. Come anche sistemi che negli spazi pubblici (aeroporti, stazioni ferroviarie, luoghi di aggregazione sociale) indichino la presenza di sostanze pericolose (stupefacenti o esplosivi) attraverso la rilevazione del loro odore. In generale, congegni in grado di rivelare sostanze che possono nuocere all’incolumità collettiva, come, per esempio, gli inquinanti atmosferici.

    Sono questi alcuni dei temi discussi durante la seconda edizione di ‘OrBItaly – Organic Bioelectronics Italy’, il simposio internazionale organizzato da due docenti dell’università di Bari, Luisa Torsi e Gianluca Farinola, del Dipartimento di Chimica dell’ateneo barese.

    Torsi_luisaLa prima edizione di OrBItaly è nata nel 2015 dall’idea del prof. Fabio Biscarini, docente di Chimica all’università di Modena e Reggio Emilia, di dare organicità e rappresentatività alla comunità degli studiosi italiani operanti nel campo della bioelettronica organica (Organic Bioelectronics Italy), la più numerosa al mondo in questo settore, che si incontrava in giro per il pianeta ma mai in Italia. Perciò dopo Modena (l’anno scorso), ricercatori provenienti oltre che dall’Italia, anche dagli States, Austria, Germania, Svezia, Spagna, Francia e Regno Unito, si sono incontrati nel Salento, in Puglia, a Santa Cesarea terme, per confrontarsi con un uditorio molto selezionato sui risultati più rilevanti ottenuti nei loro laboratori.

    Gli argomenti di cui si è ampiamente discusso sono stati i più recenti risultati nel campo della bioelettronica organica che potrebbero rivoluzionare alcune prassi medico/scientifiche e di salvaguardia sociale. Questo nuovo settore dell’elettronica – grazie all’utilizzo di nuovi materiali funzionali (polimeri, biomateriali, sistemi nanostrutturati) – consente ai dispositivi elettronici di interfacciarsi e ‘dialogare’ con gli organismi viventi. ‘Ispirandoci ai sistemi biologici che Madre Natura mette a nostra disposizione, siamo in grado di mimarli e utilizzarli’, spiega l’accademica Luisa Torsi.

    In questo settore, il Dipartimento di chimica dell’università di Bari – da diversi anni – svolge ricerca di eccellenza riconosciuta negli ambienti scientifici internazionali che riguarda una tecnologia con enormi potenzialità di impatto. Infatti, spazia dalla diagnosi precocissima di patologie e sistemi sensoristici avanzati alla realizzazione di nuovi materiali a basso impatto ambientale per l’approvvigionamento energetico grazie ad un approccio all’avanguardia, interdisciplinare ed innovativo. Tali studi, aggiunge il prof. Gianluca Farinola ‘offrono sbocchi applicativi e tecnologici nell’àmbito non soltanto della diagnosi clinica e dello screening di massa mediante biosensori che sfruttano l’elettronica integrata con sistemi biologici, ma anche nella terapia attraverso la realizzazione di meccanismi intelligenti per il rilascio controllato di farmaci. I nuovi sensori, inoltre, hanno importantissime applicazioni nella salvaguardia della sicurezza agroalimentare’.

    Insomma, l’ambizioso obiettivo che s’intende raggiungere è riuscire a far comunicare tra loro strutture biotiche (organismi viventi) e abiotiche (materia artificiale) per analizzare o controllare un sistema biologico. Per esempio, ‘uno dei dispositivi messi a punto nei nostri laboratori è in grado di registrare la presenza di bio-marcatori in un organismo umano a seguito dell’insorgenza di una patologia. L’uso di tali dispositivi permetterebbe alla medicina di anticipare la diagnosi e l’eventuale terapia’, chiarisce Luisa Torsi, docente di chimica all’università di Bari e presidente della società europea di Scienza dei Materiali. I risultati raggiunti nei laboratori dell’ateneo barese ‘dimostrano inoltre che è possibile creare una nuova elettronica basata su materiali prodotti da microorganismi come le alghe ed i batteri con la prospettiva di una tecnologia “verde” a zero impatto ambientale’ aggiunge Gianluca Farinola, professore di chimica organica nel medesimo Dipartimento.

    In altre parole, la tecnologia si mette al servizio della società per migliorarne la qualità della vita. Tutto ciò può essere reso possibile e fruibile dalla comunità anche con il supporto del mondo imprenditoriale impegnato nell’innovazione tecnologica che pur mostra interesse per queste scoperte, ma la realizzazione di tali dispositivi e la loro immissione sul mercato richiede uno sforzo ulteriore in sinergia con programmi nazionali che finanzino lo sviluppo di queste tematiche.

     

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    Mariella Colonna

    Mariella Colonna - giornalista professionista, laurea in Lettere moderne e master in Pubbliche relazioni. A lungo nelle redazioni di Barisera e de Il Quotidiano della Basilicata di Matera. Per la testata online Affaritaliani.it gestisce il blog 'la Colonna Infame'. Si è occupata di comunicazione istituzionale per la Regione Puglia, Unioncamere, Cineham, Comune di Alberobello. Esperienza pluriennale nella comunicazione web con progetti europei con la Camera di Commercio di Bari ed alcune Fondazioni. Dall’insediamento del Parlamento europeo del 2009, al quale il Trattato di Lisbona conferisce poteri di co-decisione, ha collaborato con le Commissioni Cultura e Bilancio e con l’intergruppo Sky&Space per interlocuzioni con competenti Direzioni generali della Commissione europea per la presentazione, definizione e approvazione di progetti elaborati di concerto con gli organismi pubblico/privati e società. Communication manager e startup di Boscolo Hotels Bari. Docenza in ‘Comunicazione scientifica’ per la facoltà di fisica dell’università di Bari. Ha collaborato con Rai2/Voyager. Sì è occupata dell'ufficio stampa della Scuola di Medicina dell'università di Bari. Attualmente si occupa della comunicazione del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari e collabora con il programma Mediaset Freedom Oltre il confine di Roberto Giacobbo.

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La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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