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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Attualità»Quasi una tragedia del secolo scorso
    Attualità

    Quasi una tragedia del secolo scorso

    DolsBy Dols15/07/2016Updated:15/07/2016Nessun commento2 Mins Read
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    tragedia-ferroviaria
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    Una tragedia del secolo scorso. Qui dove il futuro tarda ad arrivare

    di Alessio Viola

    Quasi una tragedia del secolo scorso. Il treno, innanzitutto. Una modernità mai veramente compiuta. Le persone protagoniste, professioni, profili, identità orami desuete.

    Il ferroviere, lo studente, il contadino, l’operaio pendolare, e ancora il vigile, l’infermiere, il cittadino anonimo che dona il sangue, il poliziotto. Una tragedia declinata in italiano, niente smart traffic o project financing, nessun problem solving a pontificare, comunicatori finalmente silenti con nulla da suggerire ai committenti. Sindaci, presidenti, autorità di colpo sembrano normali, piccoli, perfino fragili.

    Uomini del Novecento, quando il politico era spesso per strada, a sporcarsi le scarpe o stare accanto ad un pozzo ad ascoltare la voce ed il respiro di un bambino caduto in un pozzo. Parole come destino e fato a scompaginare pagine di razionalismo post moderno, la debolezza dell’uomo riscoperta nel tempo in cui ci sentiamo quasi invincibili nel progredire di un mondo sempre più ipertecnologico, perennemente connesso, interattivo, previdente e onnipresente.

    Ritroveremo da domani i vizi della modernità, ne siamo certi. I verbi torneranno ad essere declinati al futuro: faremo, provvederemo, costruiremo. Oggi gli uomini di questa regione sono raccontati per sempre con il loro legame fisico, organico con la terra, i muretti della retorica, gli ulivi della vita e della morte. Sa di altri tempi, questa tragedia, ma non consola, non può che rendere invece tutto più amaro. Non serve il racconto del Sud vittima del vecchio.

    Questa è anche terra di modernità e di futuro, se solo riuscisse a realizzarlo. Aspettiamo con paura il domani, i rimpalli le lungaggini, le verità impossibili, i mille processi e gli anni che andranno persi. Come nell’eterno, ricorrente, maledetto Novecento del nostro inverno. Quello delle tragedie mai risolte, dei disastri senza colpevoli. La primavera del futuro tarda ad arrivare.

    Corriere del Mezzogiorno di giovedì 14 luglio

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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Donne di dols

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Stamattina mi sono svegliato con gli uccellini ch Stamattina  mi sono svegliato con gli uccellini che gorgheggiavano
    https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-20 https://www.dols.it/2025/06/10/musica-con-vista-2025/
    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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27.03 – 27.07.2025
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

https://www.dols.it/2025/05/22/fuori/
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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