Close Menu
    Facebook X (Twitter) Instagram
    Trending
    • Lavoro temporaneo e iziwork
    • Eternal – Odissea negli abissi
    • Lucia Tilde Ingrosso e quanto è bello scrivere
    • IL MAESTRO E MARGHERITA
    • Jurassic World – La rinascita
    • Tutto in un’estate
    • Archivio Sentimentale: la Casa di Famiglia
    • F1 il film
    Facebook Instagram
    Dol's Magazine
    • Pari opportunità
      • DIRITTO
      • DONNE E POLITICA
      • DONNE E SPORT
      • PARITA’ DI GENERE
      • DONNE E FILOSOFIA
    • Lavoro
      • BANDI, CONCORSI E PREMI
      • DONNE E ARTE
      • DONNE E ARCHITETTURA
      • DONNE E DENARO
      • MAMME E LAVORO
      • IMPRENDITORIA FEMMINILE
      • RISORSE UMANE
    • Donne digitali
      • ARTE DIGITALE
      • INNOVAZIONE
      • TECNOLOGIA
    • Salute e benessere
      • FOOD
      • GINECOLOGIA
      • NUTRIZIONE
      • MENTAL TRAINER
      • PSICOLOGIA
      • SESSUOLOGIA
    • Costume e società
      1. AMBIENTE
      2. ATTUALITA’
        • Good news
        • Think positive
        • Bad news
      3. CULTURA
        • Libri
        • Film
        • I racconti di dols
        • Mostre
      4. LIFE STYLE
      5. SOLIDARIETA’
      6. VIAGGI
      7. FACILITIES
      Featured

      Eternal – Odissea negli abissi

      By Erica Arosio02/07/20250
      Recent

      Eternal – Odissea negli abissi

      02/07/2025

      IL MAESTRO E MARGHERITA

      30/06/2025

      Jurassic World – La rinascita

      30/06/2025
    • INIZIATIVE
      • CONDIVIDI CON DOL’S
      • EVENTI
        • Calendario eventi
      • TEST
      • LE DONNE ITALIANE
      • SCRIVILO SU DOL’S
        • Scritti su dol’s
    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»La tradizione del pizzo: in memoria di mia madre
    Costume e società

    La tradizione del pizzo: in memoria di mia madre

    DolsBy Dols21/04/2016Updated:22/04/2016Nessun commento8 Mins Read
    Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    merlettaie
    Share
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    L’immagine della merlettaia è quella trasmessa da vari dipinti di Vermeer, che la rappresenta china sui fuselli, intenta a intrecciare fili in un motivo forse tramandatole dalla nonna.

    di Nadia Boaretto

    L’immagine della merlettaia è quella trasmessa da vari dipinti di Vermeer, che la rappresenta china sui fuselli, intenta a intrecciare fili in un motivo forse tramandatole dalla nonna.
    La postura suggerisce un tono di raccoglimento, di interiorità di sé e dell’ambiente domestico. La figura assume valore di metafora nel film LA MERLETTAIA di Claude Goretta (1977), dove una giovanissima Isabelle Huppert appare ripiegata su se stessa, racchiusa nel suo bozzolo di persona timida, introversa, di aspirazioni semplici e casalinghe.

    vermeer
    La merlettaia di Vermeer (foto tratte da internet)

    Il riferimento al cinema non è casuale. Chi visita il Musée des Dentelles et Broderies a Caudry (Francia) potrà lustrarsi gli occhi con le foto dei costumi valorizzati da varie attrici e in vari film. Nel 1953 Marilyn Monroe appare in un bustier di pizzo bianco della maison Sophie Hallette. Nel 1962 la rivista LOOK mostra in copertina Jackie Kennedy con mantiglia di pizzo nero di produzione locale. Sotto i riflettori anche l’abito da sposa di Kate Middleton, che il 29 aprile 2011 si unisce in matrimonio al principe William d’Inghilterra portando un modello Alexander McQueen con strascico in pizzo di Solstiss. Nel 2014 Sophie Hallette fornirà a Oscar de la Renta il pizzo bianco per le nozze di Amal Alamuddin con George Clooney.
    Nel film KILL BILL del 2004 l’abito da sposa di Uma Thurman era una creazione dell’azienda Beauvillain Davoine, già produttrice del pizzo per l’indossatrice Heather Mills che nel 2002 impalmava Paul McCartney dei Beatles. La stessa maison nel 2013 vestirà la principessa Maddalena di Svezia. La Solstiss ha avuto l’esclusiva sulla fornitura dei pizzi utilizzati per IL GRANDE GATSBY (regia Baz Lurhmann) da Catherine Martin, che conquisterà il premio per i migliori costumi al 66esimo festival di Cannes. Nel 2015 Madonna lancia l’album REBEL HEART in un modello di pizzo André Laude, un produttore spesso presente nei défilé d’alta moda, tra cui immancabili quelli di Christian Dior.
    Alla maison Jean Bracq si deve l’abito che Michelle Obama esibisce nel maggio 2009 per la cerimonia di insediamento del marito Barack come presidente degli Stati Uniti.
    Nella storia della moda i pizzi hanno sempre trionfato per adornare con preziosità e maliziose trasparenze. Nel XX secolo non esiste couturier che non vi abbia fatto ricorso. La mostra al primo piano del museo testimonia una passerella di nomi prestigiosi: Coco Chanel, Christian Dior (1947 collezione Corolle), Yves Saint Laurent (linea Trapezio), Hubert de Givenchy (linea Sack prediletta da Audrey Hepburn).
    I materiali cambiano per soddisfare nuove esigenze di durata e praticità. Si inventano fibre sintetiche come poliestere, poliammide e acrilico. Di queste si avvale la Op Art, che sostituisce i motivi geometrici a quelli floreali. Siamo negli anni Sessanta del Novecento e sfondano gli emergenti André Courrèges, Paco Rabanne, Pierre Cardin. La novità proviene dalla plastificazione del pizzo, su un solo lato o su entrambi. E non mancano gli effetti di losanghe, pois, scacchi e righe, giocati su vuoto/pieno, più o meno opaco o trasparente.
    Persino la moda punk ricorrerà ai pizzi, magari senza le perle e le paillette inserite sul tulle dai macchinari Cornely, che sovrappongono motivi di ricamo. In parallelo i movimenti Disco e Hippie sviluppano tendenze diverse, finché Vivienne Westwood sbaraglia il mercato con le lacerazioni, i tagli, gli sfregi. Una provocazione, non solo di lusso. E poi e poi… la moda è in continua evoluzione e non cessa d’introdurre scoperte, senza mai trascurare il merletto.
    Qui siamo comunque già in epoca moderna.

     Foto di Nadia Boaretto, Musée des Dentelles et Broderies, Caudry

    Foto di Nadia Boaretto, Musée des Dentelles et Broderies, Caudry

    Nel XIX secolo la grande novità è la rivoluzione industriale, che nella fattispecie si riassume nei due nomi di Leavers (telai meccanizzati, 1891) e Jacquard (schede perforate antesignane dei computer, quindi collegabili alle ricerche di Ada Lovelace autrice delle note sulla macchina analitica di Charles Babbage e “prima programmatrice”).
    Oggi le tappe della filiera sono: 1) creazione, 2) preparazione, 3) fabbricazione, 4) finissaggio.
    1) Il disegnatore, manodopera qualificata con almeno 5 anni di formazione, traccia il bozzetto, annota i passaggi dei fili su una scheda cartonata successivamente codificata dal tabulato, che verrà letto dalla perforatrice guidata da un pantografo. Le varie schede sono poi unite per consentire il ciclo continuo.
    2) Il funzionamento si basa su tre tipi di rulli o bobine, che creano l’immagliatura grazie a 10.000 fili intrecciati (filo di “bobina” e filo dell’ordito di fondo).
    3) Il telaio produce 2 metri all’ora e può dare il tulle senza motivi oppure con motivi.
    4) Il finissaggio consiste nel controllo di eventuali difetti (derivanti da interruzioni del funzionamento) e, in caso di bisogno, nell’intervento manuale per correggere l’errore. Seguono il lavaggio e l’inamidatura (con gradi più o meno rigidi di appretto). Si passa poi alla rifilatura del contorno e al taglio dei fili superflui. Talvolta è richiesta la separazione delle strisce di pizzo e si rende necessario il ricamo con paillette, perle, nastri… Si sta affermando anche la tintura.

    Foto di Nadia Boaretto, Musée de la Dentelle, Calais
    Foto di Nadia Boaretto, Musée de la Dentelle, Calais

    Attualmente il doppio marchio Calais-Caudry si è unificato, specializzandosi in due settori distinti: rispettivamente lingerie e abbigliamento. Calais detiene il primato mondiale di produzione dei pizzi Leavers e conta la presenza di circa 1000 telai sui 1200 presenti in tutto il mondo. Un patrimonio raro, soprattutto se si considera che dall’inizio del XX secolo i telai Leavers non vengono più costruiti a causa dei procedimenti molto complessi e costosi che richiedono. Si fabbricavano in Inghilterra (in origine a Nottingham) ma dopo la prima guerra mondiale l’attività è cessata.
    Alla domanda su che cosa succederà in futuro la risposta è che si tratta di strutture in ghisa e acciaio, praticamente indistruttibili. Con una buona manutenzione costante e il recupero di pezzi da macchine fuori uso non c’è limite di tempo. Speriamo!
    Il cambio dei rulli eseguito dal “tulliste” è un’operazione molto pesante, quindi la manodopera è esclusivamente maschile. Tranne per le “finezze”, che rimangono appannaggio delle donne (vedi sopra, fase 4).
    I telai Jacquard prendono il nome dal costruttore Joseph-Marie Jacquard e sono molto presenti nell’industria tessile. La loro caratteristica per quanto riguarda i pizzi è il punto tricot, molto più semplice e veloce dell’intreccio di trama e ordito dei telai Leavers, ma con risultati meno fini, motivi meno definiti, un fondo piuttosto uniforme e un aspetto “piatto” privo di spessore.
    A Calais rimangono 6 ditte produttrici e a Caudry altre 7.
    Ne esistevano in Spagna e Usa, ma ormai non c’è più convenienza a tenerle operative. Anche in Italia ormai prevale la produzione industriale, per esempio presso la ditta Pizval, di Somma Lombardo (Va).
    Ci resta il rimpianto per l’atmosfera, ben descritta da Barbara Belotti nella mostra di Toponomastica Femminile dedicata ai lavori femminili:
    “Merletti, pizzi e trine sono termini che indicano prodotti realizzati senza alcun supporto di tessuto, accostando i punti con ago e filo, oppure intrecciando un certo numero di filati trattenuti da particolari rocchetti chiamati fuselli.
    Le mani esperte e agili delle merlettaie hanno intrecciato, nel corso del tempo, fili sottili di lino, di seta, di argento e d’oro sostituiti in parte, nel XX secolo, dal cotone.
    L’abilità, la creatività e la pazienza di numerose donne, molte delle quali rimaste nell’anonimato, hanno prodotto forme bellissime e delicate utilizzate per i paramenti sacri dei prelati che raggiungevano alte cariche, per i capi di abbigliamento indossati da sovrani e sovrane, per la biancheria utilizzata da uomini e donne dell’aristocrazia italiana e europea.
    La lavorazione del merletto è un’attività femminile che si è diffusa in molti paesi d’Italia. Per alcune realtà geografiche questa cultura materiale si è sviluppata fra le mura dei conventi, dove migliaia di giovani donne vennero costrette dalle famiglie alla vita di clausura. In altri casi la tradizione dei merletti si è tramandata di madre in figlia, divenendo sostegno significativo delle incerte risorse economiche familiari.
    Le donne si dedicavano al merletto dopo aver compiuto molte altre mansioni, dalla cura della casa e della famiglia al lavoro nei campi; la loro attività si svolgeva spesso nei vicoli, di fronte alla porta di casa, insieme ad altre donne del paese, condividendo l’intreccio dei fili con quello del racconto e dei commenti delle notizie quotidiane.
    La bellezza dei prodotti creati non deve far dimenticare le precarie condizioni di lavoro cui erano sottoposte le merlettaie, pagate poco a fronte di molte ore di lavoro, svolto perfino di notte per riuscire a rispettare le richieste di commercianti e venditori.
    Anche quando le donne furono impiegate come operaie in ditte specializzate nella produzione del merletto, le loro condizioni lavorative non migliorarono”.

    Offida (Ascoli Piceno). Foto di Barbara Belotti
    Offida (Ascoli Piceno). Foto di Barbara Belotti

    toponomastica02

     

     

    Di questo mondo in estinzione mi è caro il ricordo dei racconti di mia madre, che nella campagna padovana, con le sorelle, dopo una giornata di lavori agricoli, di sera nella stalla (unico locale caldo) ricamava su commissione. Lei si vantava di aver ricamato il velo da sposa della principessa Mafalda.

     Sono stati consultati:
    Dossier de Presse Musée Caudrésien des Dentelles et Broderies
    Info Cité Dentelle Mode, Calais
    http://www.pizval.com/
    https://www.slideshare.net/mobile/CarloRandone1/babbage-e-le-sue-macchine-carlo-randone-14-dic-2015
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Merletto
    http://www.solstiss.com/lace/history-of-leavers-lace/
    https://www.cs.arizona.edu/patterns/weaving/books/rv_ll_02.pdf

     

    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Email
    Avatar photo
    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

    Related Posts

    Eternal – Odissea negli abissi

    02/07/2025

    IL MAESTRO E MARGHERITA

    30/06/2025

    Jurassic World – La rinascita

    30/06/2025
    Leave A Reply Cancel Reply

    Captcha in caricamento...

    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Post su Instagram 18119879848467960 Post su Instagram 18119879848467960
    Post su Instagram 17987452709684962 Post su Instagram 17987452709684962
    Il Maestro e Margherita Il Maestro e Margherita
    Recensione di Erica Arosio Recensione di Erica Arosio
    Ci sono sedute e sedute Ci sono sedute e sedute
    Andar per boschi Andar per boschi
    Torgnon valle d l Cervino Torgnon valle d l Cervino
    Torgnon valle del Cervino Torgnon valle del Cervino
    Torgnon valle del Cervino Torgnon valle del Cervino
    Post su Instagram 17984240483696003 Post su Instagram 17984240483696003
    Tutto in un'estate recensione di Erica Arosio Tutto in un'estate recensione di Erica Arosio
    Marocchino da Illy Marocchino da Illy
    Intervista a Elena Guerrini da parte di Caterina d Intervista a Elena Guerrini da parte di Caterina della Torre
    Le stagioni della verità ultimo libro di Lucia ti Le stagioni della verità ultimo libro di Lucia tid ingrosso presentazione alla libreria Feltrinelli un aulenti
    Ultimo film con Brad Pitt.recensione di Erica Aros Ultimo film con Brad Pitt.recensione di Erica Arosio
    Libro di Annina Vallarino. Intervista su www.dols. Libro di Annina Vallarino. Intervista su www.dols.it
    Ieri al Bam a Milano Gae aulenti Ieri al Bam a Milano Gae aulenti
    Ieri al Bam a Milano Gae aulenti Ieri al Bam a Milano Gae aulenti
    https://www.dols.it/2025/06/22/puglia-e-dintorni/ https://www.dols.it/2025/06/22/puglia-e-dintorni/

Appunti di viaggio.

Di Alfredo Centofanti

Bari. La città vecchia è un labirinto di vie che raccontano infinite storie. Inarrestabile è il vociare degli abitanti nel dialetto locale, dei tanti turisti stranieri, dei pellegrini che da secoli vengono qui per venerare San Nicola, amato tanto dai cattolici quanto dagli ortodossi.
    Post su Instagram 18104628619530738 Post su Instagram 18104628619530738
    Carica altro Segui su Instagram
    Quando verrà la fin di vita

    non fu l’amore

    Non fu l'amore
    non fu l'amore

    Di cibo e di amore

    Di cibo e di amore - Marta Ajò - copertina

    CHI SIAMO
    • La Redazione
    • La storia di Dol’s
    • Le sinergie di dol’s
    • INFORMATIVA PRIVACY
    • Pubblicizza su Dol’s Magazine
    • Iscriviti a dol’s

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Questo sito non è una testata giornalistica e viene aggiornato secondo la disponibilità del materiale.
    Pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7.03.2001
    © 2025 Dol's Magazine. All Rights Reserved. Credits: Dol's Magazine

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.

    Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione.
    Per saperne di più clicca qui, procedendo nella navigazione o cliccando su OK acconsenti all’uso di tutti i cookie.
    OK