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    Home»Pari opportunità»Parità di genere»La spettatrice»Uomini e Donne aperto alle coppie gay
    La spettatrice

    Uomini e Donne aperto alle coppie gay

    Daniela AstreaBy Daniela Astrea01/04/2016Updated:01/04/20161 commento5 Mins Read
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    Il lungo percorso delle donne nelle fiction
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    Fa rumore l’ apertura del programma Uomini e Donne di Maria De Filippi ai partecipanti gay.

    La spettatrice

    Da due giorni una notizia rimbalza prepotentemente sui siti di informazione, passando per i quotidiani cartacei e finendo col tenere desta l’attenzione anche su forum e pagine di attualità. No, non parlo delle dimissioni della ministra Guidi in seguito alle intercettazioni che sono state rese note e l’hanno incastrata. Mi riferisco all’annuncio – accolto come fosse la manna dal cielo – dell’apertura del programma Uomini e Donne di Maria De Filippi ai partecipanti gay.

    Riavvolgo velocemente il filo del discorso per recuperare informazioni in merito al succitato programma, vero cult, a quanto pare, per più di una generazione di spettatori e spettatrici, disponibile in una versione giovane e in quella Over, in cui si possono vedere dei corteggiatori più che avanti con l’età; lo scopo del tutto è formare coppie, attraverso dei confronti e delle uscite, sempre sotto lo sguardo attento delle telecamere. Spulciando in rete trovo addirittura fazioni che parteggiano per l’uno o l’altro tizio di turno e mi rendo conto che in circa una quindicina d’anni il dating show è stato capace di permeare l’immaginario collettivo e addirittura di modificare il linguaggio con l’introduzione di nuovi termini, quali tronista o esterna (intesa come uscita registrata ad uso degli spettatori). Credo di averlo visto solo una volta mentre attendevo in sala d’aspetto dall’oculista di mia nonna, pentendomi di non aver portato un libro con me. Ho poi notato che è la scelta preferita di tantissimi ambulatori dotati di televisore: e qui mi viene da pensare che il target di De Filippi sia realmente amplissimo, arrivando ad abbracciare sedicenni così come ottantenni.

    Il contenuto di questo programma mi sfuggiva allora e continua a sfuggirmi adesso. Non lo ritengo capace di intrattenere e noto (dai filmati disponibili on line) quanto si scada facilmente nella volgarità fine a se stessa e come sia facile alimentare la creazione di falsi miti e modelli comportamentali tutti all’insegna dei più biechi stereotipi sessisti. In effetti, di uno molto corteggiato o che si circonda di donne che agognano a star con lui, oggi si dice che fa il tronista, che si comporta come tale. Molte delle donne scosciate e ipertruccate che ho ammirato nei filmati si presenta incarnando, a turno, lo stereotipo di panterona o quello di donna dolce, mite e remissiva. Gli scontri carichi di ormoni tra i rappresentanti dell’una o dell’altra categoria (cioè dei tronisti o delle persone papabili) mostrano personaggi poco profondi che giurano e spergiurano sulla loro onestà e purezza di sentimenti e oserei dire che nella versione per anziani si raggiungono vette di ridicolo che rasentano il sublime. Davvero ricordo lo sgomento quando una prof della mia università, molto severa con studenti e colleghi, gettò alle ortiche la propria immagine inflessibile, iscrivendosi a questo programma e inneggiando alla ricerca dell’amore eterno e indispensabile. Non ho mai saputo se le cose le fossero poi andate bene. In soldoni: ha raccattato un sessantenne/settantenne disposto a concedersi degli appuntamenti con lei? Chissà! Vivrò nel dubbio.

    E torno alla notizia che tanto ha sconvolto l’opinione pubblica, creando – nemmeno a dirlo – i soliti schieramenti manichei tra favorevoli e contrari. Inconciliabili punti di vista tra chi ritiene il programma il miglior modo per sdoganare i gay (cito i titoli di molti articoli) e chi lo accusa di trattarli come merce da dare in pasto all’audience senza che ciò smuova minimamente le coscienze e trasporti l’Italia verso indici di tolleranza maggiore.

    Che esistano coppie gay mi pare sia assodato. Che anche queste coppie abbiano rituali di corteggiamento, pure. Non mi esalto per la trovata in questione perché, in genere, trovo assai mortificante l’utilizzo che la tv italiana faceva e fa dei gay, dichiarati o meno. C’è un fastidiosissimo recinto dove li tiene parcheggiati, assegnando loro solo ruoli o estremamente sopra le righe o marginalissimi. Moda, trucco, ballo, cinema: finte moine e molti tentativi di scopiazzare la briosità di Sex & The City che nelle varie stagioni parlava di amici gay come esperti di moda o come lobby potente  nella cultura americana, mostrandone, però, anche i lati pessimi o grotteschi. E tengo a precisare che il telefilm cult americano, mostrava anche lesbiche, tranquillamente. Qui in Italia, se proprio vogliamo essere puntigliose, c’è sempre una discriminazione verso le donne, pure se omosessuali. Non sono viste come un brand vincente, non fanno simpatia e non vendono. Forse perché sono meno oggettivate, forse perché non devono inscenare comportamenti seduttivi per offrirsi a uno sguardo maschile che dia loro una identità. Resta il fatto che a settembre, volenti o nolenti, tutti i cultori e le cultrici del trash avranno da parteggiare per queste “nuove” coppie.

    Maria De Filippi trasforma in oro tutto ciò che tocca. Riuscirà a mantenere attiva la sua lungimiranza attraverso un cambiamento nel programma? O proprio non cambiandolo e dando per assodato che tutto fa brodo, fagociterà nell’immenso tritacarne televisivo pure una scelta che, almeno da noi, sembra pioneristica?

    Nuovi modelli di riferimento virili e femminili si preparano a far capolino nei sonnolenti pomeriggi delle sempiterne casalinghe di Voghera? Non ci credo, per quanto io possa sforzarmi. I confini sono già molto sfumati: gli uomini che piangono o soffrono per amore non fanno notizia, le donne decise e infedeli, pure. Si corre fortemente il rischio di vedere, ancora una volta, i soliti ruoli edulcorati e sovraesposti che tutto rappresentano fuorché la gente comune. The show must go on.

     

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    Daniela Astrea

    Daniela Astrea - laureata in Filosofia con un tesi in Studi di genere, si occupa da anni di studi femministi in vari campi: cinema, letteratura, arte. Ha organizzato eventi, fatto parte di collettivi, lavorato in un’agenzia pubblicitaria come copywriter, pubblicato saggi e articoli sulla storia delle donne.

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    1 commento

    1. Mary on 06/06/2016 21:20

      Amo Maria De Filippi! Avete visto il film Berlusconi – Una Storia Siciliana? Il film è così interessante! http://www.altadefinizione.one/354-belluscone-una-storia-siciliana-2014.html Vi consiglio di guardare questo film!

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    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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