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    Home»Costume e società»Se l’amore è malato – un sondaggio SWG
    Costume e società

    Se l’amore è malato – un sondaggio SWG

    DolsBy Dols20/02/2016Updated:20/02/2016Nessun commento5 Mins Read
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    violenza-matrimonio
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    Quale amore può massacrarti di botte, bruciarti viva, buttarti in una fossa o in un pozzo ?

    Riprendiamo l’articolo di Franceasca Pontani che risponde a molti dubbi, domande e riflessioni  ai quali i continui femminicidi di quest’epoca ci portano e che condividiamo.

     

    La cronaca in questi giorni continua a riproporci storie di donne massacrate ( si uso questo verbo senza alcun ritegno perchè di massacro si tratta) dai loro compagni, da quelli che un tempo si definivano “il loro amore”.
    Ma quale amore può ucciderti? Quale amore può massacrarti di botte, bruciarti viva, buttarti in una fossa o in un pozzo ?
    Quel che sta accadendo sempre più spesso negli ultimi anni, mesi e giorni deve farci riflettere sul rapporto uomo-donna, sulle relazioni sentimentali targate 2000, sul modo di rapportarsi delle persone.
    Questo è un tema su cui molti sociologi e commentatori scrivono e riflettono da tempo. La filosofia dominante è quella del cosiddetto ‘amore liquido’, di un amore o di un rapporto amoroso che non riesce più a confrontarsi col tempo e con la realtà quotidiana, che non riesce più ad essere stabile ma che risente fortemente della fragilità dei nostri giorni in cui tutto sembra essere precario (dal posto di lavoro al posto al cinema), in cui tutto risponde alla filosofia “dell’usa e getta”.
    Come se non fossimo più in grado di impegnarci in nulla per sempre. Così, anche nei sentimenti, domina questo senso di incertezza, precarietà, mero consumismo.
    L’amore come oggetto, come bene di consumo, come liquidità.
    Ma se da una parte sembrerebbe che le persone non sono più in grado di impegnarsi, abbiano paura di perdere la propria libertà all’interno di un legame stabile e duraturo, dall’altra parte questa fragilità relazionale caratteristica dei nostri tempi induce la maggior parte di noi ( e vorrei aggiungere buona parte degli uomini) alla incapacità di accettare l’autonomia e la soggettività ( quell’essere persona con una propria identità).
    Così i femminicidi ci inducono a riflettere sul peso che sia la mercificazione delle persone sia questa forte materializzazione dei sentimenti possano avere sul rapporto uomo-donna negli anni 2000.
    Se le persone infatti sono viste come mero oggetto di consumo, come prodotto, come status symbol di prestigio da esibire e mostrare, diventa facile che le medesime possano essere buttate via, sfregiate, spezzate, negate nel momento in cui non servono più o quando manifestino la loro autonomia rispetto al nostro possesso.
    Spesso tutto questo si trasforma in una vera insofferenza, un disagio forte soprattutto maschile nel non riuscire più gestire i conflitti, le sofferenze i problemi che una convivenza porta inevitabilmente nel corso della sua storia. Una mancanza di comunicazione, di confronto sano, di rispetto dell’altro fino alla volontà di negazione totalizzante del problema e dell’altro, di ripudio, di chiusura totale fino all’annientamento dell’altro. Ti uccido per non pensare.Ti elimino perché non mi servi più anzi stai diventando un problema. Ti uccido perché pensi, non sei più l mio servizio, non riconosci più la mia potenza maschile. La donna alla stregua di un oggetto non più solo sessuale ma anche fisico e mentale.
    Il risultato di tutto questo si traduce purtroppo e spesso in femminicido ed è proprio questo triste fenomeno che ci mostra il lato oscura di questa società.
    Ci appare dunque sempre più chiaro come per combattere questo fenomeno non potranno essere più sufficienti nuove leggi, punizioni più severe, controlli più assidui ( anche se necessari) ma la consapevolezza che ci aspetta una battaglia educativa culturale e valoriale ben più ampia del campo legislativo.
    Interessante a questo riguardo i risultati di un sondaggio promosso dalla SWG che individua alcuni nodi cruciali della questione e ne riporta le risposte.
    Vediamole in modo più organico ed ordinato.
    La prima domanda chiedeva se secondo l’intervistato il femminicido fosse un emergenza nel nostro paese. Colpisce che ben l’82 % delle persone intervistate leggano questo fenomeno come una reale emergenza e come ben l’82 % delle donne intervistate la ritenesse tale.
    la seconda domanda chiedeva quali fossero le cause principali della violenza contro le donne rispetto ad alcuni parametri ben definiti e nell’ordine sono stati ritenuti maggiormente responsabili: il degrado sociale, l’abuso di sostanze, i problemi maschili di fronte all’emancipazione femminile, la predisposizione genica al comportamento violento, i mezzi di informazione, l’essere stati vittime di violenza da bambini, alcuni comportamenti femminile, altro. il dato più eclatante è la quasi perfetta coincidenza di percentuali tra uomini e donne nel dare le risposte.
    Interessante anche la risposta al terzo quesito sulle possibili giustificazioni alla violenza verso le donne: ben il 79% ha risposto che non ci sono mai circostanze che giustificano la violenza ( 77% uomini, 80% donne).
    Ma il punto su cui vorrei soffermarmi maggiormente invece è quello relativo a cosa fare per affrontare il problema. Positivo infatti che al secondo posto nella scala delle possibili riposte e soluzioni si trovi la richiesta di insegnare ai giovani il rispetto reciproco. Torniamo dunque a quella consapevolezza di cui si parlava prima di una battaglia culturale e valoriale da cominciare il prima possibile.
    Da sottolineare anche il sentimento di isolamento in cui quasi il 50% delle donne sente di vivere spesso o quotidianamente, indice di un allentamento sempre più profondo tra mondo maschile e nodo femminile di cui si trattava prima, di quella difficoltà di instaurare rapporti reali, duraturi, impegnativi.
    L’ultima domanda infine riguardava la percezione dell’aumento delle violenze verso le donne: qui lo scarto delle risposte date dagli uomini rispetto alle donne è alto, quasi un 17%. per gli uomini la violenza non è aumentata ma se ne parla di più mentre per le donne è aumentata notevolmente nel corso di questi anni.
    Concludo questo mio breve articolo sottolineando come sia importante questa diversa percezione del fenomeno perché ci riconduce ancora una volta su quell’isolamento, su quel divario sempre più forte che sta caratterizzando i mondi femminili e maschili.
    Cosa fare? come sempre cominciamo dai giovani, dai bambini, dal futuro. Ricominciamo ad insegnare una parola dimenticata: rispetto dell’altro.

     

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    Dols

    Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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    Donne di dols

    Dols magazine
    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie- https://www.dols.it/2025/05/09/sara-chiara-sophie-e-le-altre-lallarme-atti-persecutori/

Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
    https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello- https://www.dols.it/2025/05/09/david-di-donatello-2025-e-femmina/

A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
“ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
    Post su Instagram 18054001580213162 Post su Instagram 18054001580213162
    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

https://www.dols.it/2025/05/04/la-statuaria-torinese-una-disputa-femminista/
    Post su Instagram 18064505543304814 Post su Instagram 18064505543304814
    https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/ Ti sei https://www.dols.it/2025/05/01/te-indiano/

Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Si approssima maggio Si approssima maggio
    Papa Francesco è stato raccontato al cinema da au Papa Francesco è stato raccontato al cinema da autori come Wim Wenders, Gianfranco Rosi e Daniele Luchetti, perché la sua figura ha esercitato un forte impatto non solo sulla Chiesa cattolica, ma anche sulla società laica credente e non credente e sulla politica mondiale.

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    Cherasco Cherasco
    CHERASCO PIEMONTE CHERASCO PIEMONTE
    Tra pregiudizi di genere e grande determinazione Tra pregiudizi di genere e grande determinazione

Cambiare vita, dare spazio ai propri desideri e fare quello che davvero ci piace è il sogno di molti,
ma realtà per pochi. Lo conferma l’analisi di Hays Italia in collaborazione con Serenis, il 40% degli
intervistati non è per nulla contento della propria condizione lavorativa e il 60% pensa con
regolarità a un cambio radicale della propria esistenza.

https://www.dols.it/2025/04/16/francesca-rizzo-imprenditrice-di-successo-a-bali/
    Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni Negli ultimi tempi, ho avuto lunghe conversazioni con mia cugina, che vive in Germania. Lei è alevita e ha sposato un ragazzo sunnita originario di Erzurum. Eppure, nonostante entrambi appartengano al popolo curdo, le differenze religiose sono bastate a creare muri. La famiglia del marito fatica ad accettarla, ritenendo gli aleviti culturalmente ed eticamente inferiori. Questo mi ha portato a riflettere su una dinamica universale: la tendenza dell’essere umano a costruire confini invisibili, a classificare, separare, giudicare.

Quante volte, da immigrati, ci siamo sentiti dire: “Se tutti fossero come voi, così integrati, sarebbe diverso”? Quante volte il nostro valore è stato misurato in base alla capacità di adattarci, di “assomigliare” alla cultura dominante? Ma questa non è una dinamica esclusiva delle migrazioni o della religione. Ovunque, gruppi diversi si osservano con sospetto. Il “diverso” fa paura.

Se ci spostassimo in un villaggio del Togo, del Senegal, del Congo, del Tibet, della Birmania o del Perù, troveremmo le stesse dinamiche: anche all’interno della stessa etnia, le tribù si guardano con diffidenza. Come se l’altro fosse meno degno, meno umano. È un istinto antico, quasi animale, nato dal bisogno di proteggere il proprio spazio. Ma qui nasce il paradosso: gli animali conoscono il proprio territorio e lo rispettano. Noi esseri umani, invece, non facciamo altro che invadere, appropriandoci, giudicando, alimentando paure e pregiudizi grandi come montagne.
https://www.dols.it/2025/04/16/pregiudizi-paura-e-confini-invisibili-il-difficile-cammino-dellumanita-verso-laccettazione/

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