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    Dol's Magazine
    Home»Costume e società»Il genocidio delle bambine
    Costume e società

    Il genocidio delle bambine

    Ester RizzoBy Ester Rizzo27/01/2016Updated:27/01/2016Nessun commento3 Mins Read
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    Nel continente asiatico c’è stato, ed in alcune zone è ancora probabilmente in corso, un terribile genocidio, sicuramente il “più dimenticato” fra i dimenticati : è il genocidio di cento milioni di bambine. Cina, India, Bangladesh e Pakistan i territori coinvolti.

    In tutto il mondo, il rapporto proporzionale tra uomini e donne in una data popolazione è sempre a favore delle donne ma i demografi, più di un ventennio fa, si accorsero di due anomalie statistiche in Asia: più decessi femminili durante l’infanzia e più maschi alla nascita. Mancavano all’appello le donne, decine di milioni di donne. Ci si trovò di fronte alla cruda realtà dei numeri: a cento milioni di bambine era stata negata la vita. In che modo? Moltissime di loro erano morte prima ancora di nascere, con la pratica dell’aborto selettivo dei feti femminili. Se questo non accadeva, alla nascita di una bimba si ricorreva all’infanticidio :” un chicco di riso in gola, un biberon contenente erbe velenose, un po’ di etere sul fazzoletto, un annegamento…” e se mancava il coraggio di queste azioni dirette, le sopravvissute venivano colpite da un tasso di mortalità superiore: erano nutrite meno dei maschi della famiglia, mangiavano solo gli avanzi e gli scarti dei pasti destinati al padre ed ai fratelli. Se si ammalavano, come era prevedibile. ricevevano poche cure e si ricorreva al medico o al ricovero in ospedale solo ad uno stadio avanzato della malattia.
    Alle bambine, spesso, non venivano somministrati i vaccini.

    Ci si domanda sgomenti: ma perchè? Le risposte sono molteplici ed è estremamente arduo riassumerle in poche righe, ma sicuramente la soppressione delle bambine ha la propria fonte in fattori di matrice culturale, sociale e religiosa presenti e radicati in quella parte di mondo.
    In alcuni stati dell’India, come nel Tamil Nadu, la soppressione delle bambine raggiunse proporzioni così allarmanti che le autorità promossero una campagna di sensibilizzazione il cui slogan era “Non uccidete le bambine: piuttosto abbandonatele”, provvedendo poi a “raccogliere le neonate”
    Ancora oggi, in alcune zone rurali del Pakistan e del Bangladesh, le ostetriche vengono pagate il doppio se nasce un maschio, mentre la nascita di una femmina è accompagnata da rituali di lutto.

    Ed ancora, un proverbio indiano recita :” In India bisogna fare attenzione a non essere nè vedove, nè cani, nè bambine”.
    In Cina, con la politica del figlio unico, la soppressione delle bambine diventò un fenomeno dilagante. L’infanticidio e l’abbandono delle neonate negli orfanotrofi, assunsero proporzioni tali da indurre le autorità cinesi a mitigare, nelle campagne, il divieto di avere un secondo figlio quando il primo era di sesso femminile.
    In Asia, come ha evidenziato la ricercatrice e demografa Isabella Attanè, si è concretizzata quella che oggi si definisce “ingegneria demografica” cioè la manipolazione volontaria delle leggi della natura per raggiungere scopi familiari o societari.
    E’ stato questo un genocidio senza lager, che non ha commemorazione e ricordo.
    Cento milioni di bambine soppresse con piccoli gesti, cento milioni di bambine per le quali nessuno si indigna o versa una lacrima.
    Cento milioni di bambine a cui noi, oggi, tramite il ricordo, vogliamo ridare un po’ di dignità nella Giornata dellla Memoria.
    In india tante donne si chiamano Ayee Gyee, che significa “colei che se ne va” oppure Nakusha che significa “non voluta”
    In Cina tante si chiamano Laidi, che significa “seguirà un maschio” o Zhaodi “donaci un figlio” oppure Pandi “in attesa di un figlio.”
    Sono donne fortunate, a loro è stato permesso di sopravvivere al genocidio, o come preferiscono definirlo alcuni al ginocidio.

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    bambine ginocidio
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    ester-rizzo
    Ester Rizzo

    Ester Rizzo giornalista e scrittrice nata a Licata nel 1963. Socia fondatrice dell’Associazione Toponomastica femminile. Socia S.I.L (Società italiana letterate). Curatrice del volume “Le Mille: i primati delle donne” (2017) Autrice di “Camicette Bianche “ (2014) “Le ricamatrici “ (2018) “Donne disobbedienti “ ( 2019) “Il labirinto delle perdute” (2021) e “Trenta giorni e 100 lire”(2023).

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    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare Donne pronte al dialogo, ai trattati, a scavalcare barriere e confini, ai cambiamenti, alla PACE.
Protagoniste di una sfida femminile secolare che nessuna guerra potrà negare. Nessun futuro potrà prescinderne.

https://www.dols.it/2025/06/09/donne-di-pace-e-di-guerra/
    https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-n https://www.dols.it/2025/06/06/la-solitudine-dei-non-amati/

La solitudine dei non amati, firmato e diretto dalla regista norvegese Lilja Ingolfsdottir, nella sua opera prima, con Oddgeir Thune, Kyrre Haugen Sydness, Helga Guren e Marte Magnusdotter Solem .
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    Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo roman Per anni nessuno ha voluto pubblicare il suo romanzo, L’arte della gioia, uscito dopo la sua morte (nel 1996 a 72 anni) e solo grazie alla dedizione del marito, Angelo Pellegrino. Il libro vide la luce nel 1998 presso Stampa Alternativa (e poi nel 2008 da Einaudi). Tollerata dai salotti intellettuali del tempo, dove era entrata grazie alla sua lunga relazione con il regista Citto Maselli, Goliarda Sapienza fu sempre insofferente nei confronti del mondo intellettuale e borghese. Attrice, scrittrice, donna libera, più irregolare che anticonformista, chissà cosa penserebbe dell’interesse che sta suscitando in questo periodo non solo la sua opera ma anche la sua vita.

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Lo studio delle lingue straniere alimenta la curiosità e stimola la voglia di apprendere in molte discipline anche ben diverse, soprattutto se sostenute da una capacità imprenditoriale. Questo lo dimostra la storia qui di seguito riportata di Marialuisa Portaluppi da noi intervistata.
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