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    Dol's Magazine
    Home»Donna e lavoro»Conciliare lavoro e famiglia è possibile
    Donna e lavoro

    Conciliare lavoro e famiglia è possibile

    Caterina Della TorreBy Caterina Della Torre23/08/2014Updated:13/09/2014Nessun commento7 Mins Read
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    francesca-lemmi-figlio
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    Francesca Lemmi è una collaboratrice preziosa di dol’s (suoi molti articoli presenti sul magazine ) ma è anche una mamma ed una lavoratrice. Abbiamo voluto chiederle come fa a conciliare aspetti così diversi di famiglia e lavoro.

    Francesca nata a Cascina in provincia di Pisa nel 1976 è  secondogenita di due genitori che hanno fatto della famiglia il fulcro della loro esistenza e a cui Francesca è grata sia per l’opportunità formativa che le hanno dato (le hanno permesso di studiare Psicologia all’Università di Padova, nonostante gli sforzi economici e i pianti di sua madre che vedeva la figlia, ai suo occhi ancora piccola, migrare altrove e poi ancora hanno continuato ad investire su di lei dandole l’opportunità di specializzarsi in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso una delle migliori scuole sul mercato) sia per la spinta all’autonomia e per l’educazione all’impegno che li hanno insegnato fin da piccola e che ad oggi ritrova nella determinazione che mettw in ciò che fa.

    Una volta laureata perchè sei tornata a Pisa?
    Nonostante fossi innamorata di Padova dove ho studiato, per questioni di lavoro ho scelto di tornare a Pisa, dove ho lavorato nella realtà ospedaliera per alcuni anni, prima alla Neuropsichiatria Infantile e poi al Centro per la cura dell’Obesità e dei disturbi del comportamento alimentare. Poi sia per mancanza di opportunità sia per una scelta di qualità, ho virato verso la libera professione, partendo da capo e con non poche fatiche e stress. Ricordo che I primi tempi non sono stati semplici, anche perché nessuno comprendeva la mia scelta, per quanto la realtà fosse oggettivamente tangibile: l’unica persona che ha sempre compreso e approvato la mia scelta fin dall’inizio è stato il mio compagno, oggi mio marito, che ha sempre camminato al mio fianco. Come tanti, anch’io ho avuto la mia mentore: l’ex primario della Neuropsichiatria infantile, la dr.Graziella Baracchini Muratorio, per me maestra di professione e di vita, a cui sono affettivamente molto legata e grata e a cui devo le mie prime esperienze formative in clinica. Da allora sono passati molti anni, ho fatto molte altre esperienze, ho allargato la mia attività e sono ancora desiderosa di fare, di conoscere e di crescere. Sul piano personale, dopo cinque anni di convivenza, nel 2009 mi sono sposata e ad oggi ho due figli: Pietro, nato nel 2011, e la piccola Camilla, di pochi mesi.

    Come riesci a conciliare la tua attività professionale ed i figli (oltre al marito)?
    Non nascondo che la conciliazione famiglia e lavoro non sia semplice, soprattutto con un lavoro come il mio che richiede di essere sempre presente e disponibile, almeno per come lo concepisco io. Sono una psicologa, psicoterapeuta e sessuologa; mi occupo di attività clinica e di psicoterapia, di formazione e di psicologia giuridica. Non per ultimo, coltivo una passione per la psicologia di genere che per il momento si esplica in attività di studio, ricerca e scrittura. Poiché si tratta di un lavoro delicato e particolare, oltre che individuale (almeno quello terapeutico), ho lavorato fino all’ultimo giorno di gravidanza e ho ripreso a dodici giorni dal parto in entrambi I casi. Non me ne vanto, ma non ho potuto fare diversamente. E ciò è stato possibile grazie al supporto di mio marito, attivo in prima linea in casa e con I bambini, e della rete familiare dei nonni, senza dei quali non avrei mai potuto fare tutto ciò.

    Credi che l’uomo, dovrebbe essere più collaborativo per lasciare spazio alla compagna di emergere? Oppure ciò dipende dalla buona volontà delle coppie?
    Personalmente ritengo che la scelta del partner, come peraltro molte ricerche di settore evidenziano, non sia casuale. Per quanto mi riguarda, io ho scelto di stare insieme e poi di sposare Marco, mio marito, proprio perché abbiamo sempre avuto entrambi assoluto rispetto degli spazi personali reciproci. Ad esempio, ho conosciuto Marco che, per quanto sia un informatico di professione, praticava vela a livello agonisitico e ho sempre supportato e ammirato questa sua passione, che lui ha sempre coltivato egregiamente e seriamente come un lavoro fino all’arrivo di Camilla. Mio marito, per contro, mi ha sempre appoggiata nel lavoro che faccio, nei master e corsi di perfezionamento che mi hanno portato fuori non poche volte. E’ sempre stato al mio fianco ed è il mio primo tifoso in tutte le iniziative che porto avanti, e questo per me è fondamentale. Ogni volta che porto avanti qualche progetto nuovo, come in questo periodo in cui sto organizzando con una collega un Convegno in Psicologia Giuridica a Pisa e uno a Livorno, lui mi ioncoraggia e mi appoggia incondizionatamente. Non per ultimo, anche nella gestione dei figli, come nelle attività domestiche, è attivo e collaborativo, anche se con due figli non sembra mai abbastanza.

    Sei al secondo figlio ed hai sempre molta grinta. Dove trovi le energie?
    Non nego la stanchezza dovuta alla conciliazione di un lavoro impegnativo da una parte, e di una famiglia altrettanto impegnativa, dall’altra. Tuttavia non sono abituata a lamentarmi; sono abbastanza pragmatica e operativa. Ho la fortuna di avere un lavoro che mi piace tanto e questo contribuisce a darmi la carica e la forza per affrontare il carico professionale. Inoltre, come già detto, il supporto familiare incide e non poco. Infine I miei figli sono una carica senza eguali: durante entrambe le gravidanze e poi a seguire nella maternità, mi sono scoperta più carica e grintosa di prima; ho creato nuovi progetti e portato avanti nuove iniziative. Per sentirmi serena e realizzata, ho bisogno dei miei bambini, di mio marito e quindi di stare bene con e nella mia famiglia, ma ho anche bisogno e desiderio di dedicarmi con serenità e passione al mio lavoro e ai miei studi; non potrei mai fermarmi come del resto non mi sono mai vista a fare la mamma full time, per quanto ammiri e rispetti chi fa questa scelta. Infine non nego che sono molto determinata nel raggiungimento degli obiettivi professionali che ho e che desidero ed è proprio questa forte motivazione a darmi la spinta ad andare avanti.

    Per continuare a lavorare dopo il secondo figlio cosa è necessario? Volontà, grinta, bisogno economico o rivalutare la figura dei nonni?
    Ritengo che non ci sia una ricetta magica; tuttavia forse un pò tutti gli ingredienti che hai citato, sono necessari. Per quanto mi riguarda, intanto ho avuto la fortuna – di non poco conto – di avere due gravidanze ottime che mi hanno consentito di lavorare fino all’ultimo giorno. Poi indiscutibilmente il sostegno famiiare, in particolare dei nonni, è stato ed è tuttora fondamentale, perché proprio il loro supporto mi ha reso possibile un rientro veloce al lavoro, altrimenti avrei avuto serie difficoltà a lasciare I bambini così piccoli ad altri. Personalmente ho sempre valutato I nonni come una risorsa inestimabile per vari e diversi motivi. Non per ultimo, come dicevo, ho sempre avuto il supporto e il sostegno, sia emotivo e morale che pratico, di mio marito, che si occupa in prima linea dei bambini proprio come me. Tuttavia qualche rinuncia, almeno per questo periodo iniziale di ménage a Quattro con la piccola appena arrivata, va messa in conto: I miei spazi di formazione e di studio come anche la mia passione per la corsa, sono temporaneamente in stand by.

    Come ti vedi alla maggiore età dei tuoi figli?
    Ancora attiva e in prima linea, perché per me lo studio per la psicologia nelle sue varie e diverse sfaccettature, è prima di tutto una passione che fa parte di me e della mia vita. Se potessi esprimere un desiderio, mi piacerebbe che da grandi I miei figli potessero essere orgogliosi della loro mamma, anche per la grinta e la motivazione che mette in quello che fa. Inoltre mi piacerebbe riuscire a trasmettere loro questa spinta a reagire, ad attivarsi e a perseguire con motivazione e determinazione I propri obiettivi personali e professionali, che cercherò, per quanto mi è possibile, di incentivare nel rispetto della loro individualità e della libertà personale di scelta.

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    Caterina Della Torre
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    Proprietaria di www.dols.it di cui è direttrice editoriale e general manger Nata a Bari nel 1958, sposata con una una figlia. Linguista, laureata in russo e inglese, passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e dopo una breve esperienza in un network interazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. Dopo una breve conoscenza di Webgrrls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. L’esperienza di dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico (conosce l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori :) ). Specializzata in pubbliche relazioni e marketing della comunicazione, si occupa di lavoro (con uno sguardo all’imprenditoria e al diritto del lavoro), solidarietà, formazione (è stata docente di webmarketing per IFOA, Galdus e Talete). Organizzatrice di eventi indirizzati ad un pubblico femminile, da più di 10 anni si occupa di pari opportunità. Redattrice e content manager per dol’s, ha scritto molti degli articoli pubblicati su www.dols.it.

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    Donne di dols

    Caterina Della Torre

    torre.caterinadella

    Redattora del sito internet www dols.it

    Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbi Storia di Kechic una sartoria e un marchio di abbigliamento italo africano. Nasce dall’incontro tra Valeria Zanoni e Cheikh Diattara Lui senegalese e sarto, lei italiana ed esperta di comunicazione. Prende origine da questa amicizia, dalla voglia di creare qualcosa di bello insieme e di condividerlo.

https://www.dols.it/2025/05/09/amici-di-ago-e-filo/
    di Eugenio Alberti Schatz L’8 maggio si è inau di Eugenio Alberti Schatz

L’8 maggio si è inaugurata al Museo di Arte Occidentale e Orientale la mostra di Анна Голубовская (Anna Golubovskaja dal titolo Punti di attrazione (2022-2025).

https://www.dols.it/2025/05/11/punti-di-attrazione-di-anna-golubovskaja/
    Dicono di TE …. Ti sei divertita con “I nomi Dicono di TE ….

Ti sei divertita con “I nomi da Indiani”? Hai creato la tua tribù e inventato la leggenda sull’origine del tuo nome? Per costruire il tuo nome sei ricorsa a ciò che dicono gli altri per identificarti quando non ti conoscono se non superficialmente. Hai usato le similitudini che vengono in mente pensando a te.

Ora fai un passo avanti e segui i suggerimenti per una nuova scrittura “metaforica”!
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    Rose di maggio Rose di maggio
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Tali atti persecutori sono annoverati tra i reati sentinella della violenza di genere che risultano tra l’altro in aumento, come evidenziato nel report relativo all’anno 2024 “8 marzo Giornata internazionale della donna”, redatto quest’anno dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale.
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A trionfare sono state le donne: 7 David a Vermiglio di Maura Delpero mentre L’arte della gioia di Valeria Golino e Gloria! di Margherita Vicario hanno conquistato 3 premi a testa
    Terrazzo un fiore Terrazzo un fiore
    https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gi https://www.dols.it/2025/05/08/black-bag-doppio-gioco/

E’ assolutamente da vedere il nuovo film di Steven Soderbergh intitolato Black Bag – Doppio gioco, con Cate Blanchett stupenda, simbolo della lussuosa coolness londinese e Michael Fassbender, gelido, impeccabile, finanche cinico, Arabela, Tom Burke, Naomie Harris, Pierce Brosnan e Regé-Jean Page, scritto dal geniale David Koepp.
    https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yok https://www.dols.it/2025/05/07/one-to-one-john-yoko/
C’è tanto materiale inedito, filmati casalinghi e sorprendenti registrazioni telefoniche di conversazioni intime e di lavoro di Yoko Ono e John, che aveva preso (un po’ paranoicamente) l’abitudine di registrare le telefonate, per difendersi da potenziali accuse. E in effetti rischiò di essere espulso dal Paese.
    “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con “ALBUM PER PENSARE E NON PENSARE”. Dialogo con Mariangela Gualtieri sul suo ultimo, magico libro.

Un libro che sorprende l’ultimo lavoro editoriale di Mariangela Gualtieri .
Poetessa, drammaturga, attrice, personaggio unico per sensibilità e grazia nel mondo culturale e teatrale italiano che stavolta ci stupisce facendoci ritornare tutti un pò bambini con un volume di grande formato fatto di rime e disegni da colorare.
Un gioiello per chi desidera donarsi momenti di lentezza e libera immaginazione.
Inizia proprio con il mio scoprire questo gioioso suo ultimo lavoro il dialogo con Mariangela , gentile e disponibile come sempre , in una intervista che non può non toccare anche i grandi temi del tempo complesso che viviamo.
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    Mariangela Gualtieri Mariangela  Gualtieri
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    Rare, se non addirittura inesistenti, sono le stat Rare, se non addirittura inesistenti, sono le statue dedicate a storiche figure femminili in Torino. Per tentare di ovviare all’inconveniente, ben poco in linea con la contemporanea visione “woke” che ha condizionato persino i film della Disney, si sta per approntare un’opera dedicata alla Marchesa Giulia il cui il busto all’età di 27/28 anni è già stato studiato dallo scultore Gabriele Garbolino Rù. Ha ritrova il volto di Giulia nei molti ritratti giovanili che però ispiravano serietà e concentrazione. Lo scultore afferma: «Siamo partiti dall’idea di dare un volto svecchiato alla Marchesa.» Gloss immagina che sia per facilitare l’identificazione degli adolescenti di oggi nei valori propugnati dai Marchesi.

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Ti sei divertita con i giochi proposti? Ti sei ritrovata a fare acrostici e anagrammi mentalmente, magari mentre eri in coda dal medico o al supermercato? Non riesci più a sentire una parola senza ricercare sinonimi e contrari? Ti devi trattenere dal dire a voce alta la frase dell’acrostico appena senti un nome? La tua penna è bella calda e le parole stanno uscendo frizzanti dal letargo?

Adesso che hai sgranchito la penna e le idee, è il momento di creare qualcosa che potrà essere anche breve ma sicuramente più significativo dei semplici giochi linguistici. Lasciati suggestionare dalle citazioni e ispirare dai suggerimenti. Sperimenta con stili e generi diversi, e non aver paura di esprimere la tua creatività o le tue stranezze. Cosa aspetti? Scrivi!
    Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno Viviamo in un mondo dove troppo spesso il bisogno di sottomettere l’altro prevale sul desiderio di incontrarlo. L’essere umano, illuso di essere superiore, continua a esercitare la sua necessità di dominio, dimenticando il significato profondo di parole come umiltà, equità, umanità, uguaglianza. E proprio perché questi valori sono diventati rari, siamo costretti a ribadirli, a insegnarli, a difenderli.
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    Si approssima maggio Si approssima maggio
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